Gigli di Nola cancellati dal Covid: la triste domenica senza la ballata

Gigli di Nola cancellati dal Covid: la triste domenica senza la ballata
di Carmen Fusco
Domenica 28 Giugno 2020, 10:00 - Ultimo agg. 17:56
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Il rumore dei martelli battuti sui chiodi che arriva dentro le case fin dalla mattina presto, le prove dei microfoni e il vociare delle prime persone che scendono in strada nel giorno più bello dell'anno. Ora dopo ora tutto cresce: si picchia sui tamburi, le casse amplificano la musica dell'orchestra e le parole di pochi diventano cori. È il giorno della festa dei Gigli dedicati a San Paolino, del ballo dei giganti di legno e cartapesta sulle spalle dei cullatori. È il momento dell'emozione e dell'adrenalina, della commozione e della gioia. Ca seconda s'aiza, avverte il capo paranza per dare vita a una magia che non nasconde trucchi. Non oggi, non quest'anno. Covid 19 ferma la storia e lascia in bianco una pagina che anno dopo anno, ormai da secoli viene scritta da una comunità che come a un cordone ombelicale è legata a un evento che è insieme professione di fede e show, solidarietà e competizione. Nola senza Gigli è come può essere Siena senza il Palio: snaturata, svuotata. Muta. Sarà per questo che Francesco Marino, il vescovo di Nola, definisce l'edizione 2020 della non festa «una dura prova in un tempo difficile». «Percepisco e faccio mio dice Marino il dolore della città, ma non possiamo scoraggiarci, impariamo da Paolino e facciamo fiorire questo momento di deserto. Da quando sono vescovo di Nola sento dire che la festa deve cambiare per essere più vera e bella: il cambiamento della festa è possibile se cambia il cuore, se usiamo questo tempo per rafforzare la nostra fede. Se sapremo far fruttare questa sosta avremo fatto comunque festa».
 
 

Nella domenica della ballata senza ballata non ci saranno Gigli da benedire ma il presule non rinuncerà a rivolgere il suo messaggio di speranza alla città. Lo farà davanti alle telecamere di Videonola, la tv locale che nonostante il mancato appuntamento con la kermesse manderà in diretta collegamenti e immagini che «raccontano - come spiega l'editore Pina Alba Pandico - i momenti che ne hanno caratterizzato l'evoluzione negli anni». Nola oggi resterà, dunque, vuota. Così come i bar, gli hotel e tutto l'indotto per il quale l'appuntamento con i Gigli tutelati dall'Unesco ha sempre rappresentato anche un'occasione di sviluppo in grado di compensare i periodi di magra determinati dalla crisi economica che morde ormai da anni. A piazza Duomo, di solito in queste ore piena come l'uovo, non ci sarà nessuno o almeno non ci sarà la folla perché gli assembramenti sono vietati. Per questo non è stato possibile nemmeno costruire almeno una delle 8 guglie che ogni anno ballano insieme con la barca, simbolo della storia stessa della festa. Ci sono invece, in giro nel centro storico, pezzi di rivestimento dei Gigli che ogni anno adornano gli steli di legno e che sono il frutto della lavorazione della cartapesta, arte antica che si tramanda di padre in figlio. Un centro di documentazione visiva e la mostra di obelischi in miniatura hanno animato nel rispetto delle misure anti contagio un giugno nolano cancellato dalla pandemia.
 
 

Lo stesso avvenne nel 1893 quando a causa dell'epidemia di colera la festa fu cancellata per evitare, allora come oggi, ogni pericolo per la salute umana. Oltre la contingenza e l'emergenza si cercherà, però, di utilizzare il mancato appuntamento per valorizzare un evento che dal 2013 è patrimonio dell'umanità Unesco. «Avremo modo di impegnarci - dice Nicola Argenziano, presidente della fondazione Festa dei Gigli - per caratterizzare ancor meglio lo spirito religioso che anima la festa dei Gigli e senza il quale l'evento dedicato a San Paolino non avrebbe resistito al passaggio dei secoli». Riguardare al forte legame tra la città e il suo santo, tra i valori dell'amicizia, della solidarietà e della carità che sono il dna della kermesse sarà dunque l'imperativo che darà a tutti la forza per guardare avanti. Oltre il Covid, oltre l'emergenza, oltre lo stop. «Dobbiamo guardarci dentro - incita infatti il sindaco di Nola Gaetano Minieri - e riflettere sul fatto che il nostro santo, proprio in momenti come quelli che ci stiamo lasciando alle spalle, è stato onorato dall'intera comunità che con slancio e solidarietà si è prodigata per dare una mano a chi più ne ha avuto bisogno. San Paolino è custodito nel cuore di ogni nolano ed è questo che rende la festa dei Gigli immortale. Eterna. Tocca a noi adesso fare tesoro di questa esperienza per ripartire con maggiore slancio nel solco della fede e della crescita. Culturale, sociale ed economica». 
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