Girolamini, alla riscoperta della chiesa: cappelle aperte ai visitatori (ma solo oggi)

Girolamini, alla riscoperta della chiesa: cappelle aperte ai visitatori (ma solo oggi)
di Maria Pirro
Venerdì 20 Dicembre 2019, 07:00
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La chiesa di San Filippo Neri, nel complesso monumentale dei Girolamini, ha una storia da romanzo. Straordinaria e tormentata come tutto il resto. Di bellezza e degrado. Colpita dai saccheggi (ma in un periodo diverso dalla spoliazione della Biblioteca), chiusa da anni a causa di infiltrazioni e crolli e, da aprile scorso, cantiere con un laboratorio originale, tra l'altare e i decori, allestito per il restauro di 23 dipinti. E oggi eccezionalmente il tutto è aperto ai visitatori. Una ri-scoperta. Un evento promosso dal soprintendente Luigi La Rocca, che è anche l'occasione per fare il punto sui lavori in programma fino a marzo con l'obiettivo di valorizzare il percorso guidato.

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Risale infatti al 1592 l'impianto attuale, formato da tre navate con cappelle laterali e presbiterio, ma ormai pochi napoletani lo ricordano. Ci sono giovani che non conoscono un luogo tanto suggestivo. «Anche io ho visto da vicino questi tesori per la prima volta solo prendendo parte al restyling», dice Claudia Capocotta con gli occhi che scintillano. Eccoli, i capolavori visti in anteprima dal «Mattino».

Ci sono le sculture del Bernini: «Non Gian Lorenzo, ma Pietro che al figlio tramanda il talento di imprimere movimento e dolcezza al marmo», sussurra Claudio Napolitano, un altro restauratore appassionato nella squadra. Ci sono gli angeli di Giuseppe Sanmartino, l'artista del Cristo Velato che attira una fila infinita di turisti a poche centinaia di metri da qui, nella Cappella Sansevero.

Ci sono gli affreschi di Luca Giordano (sua la controfacciata con la «Cacciata dei mercanti dal tempio») e di tanti altri maestri. Ad esempio, il pittore Ludovico Mazzanti è autore della «Punizione di Ozia», della «Cacciata di Eliodoro dal Tempio» e dei quattro Evangelisti dipinti nei pennacchi della cupola; Giovan Battista Beinaschi firma i santi nei pennacchi ad archi; Francesco Solimena i santi sugli archi. E, tra gli architetti chiamati a coordinare il progetto, figurano Dionisio Lazzari (nel 1665) e Ferdinando Fuga (nel 1774). Ma l'occasione che oggi alle 10 si presenta è da non perdere anche per assistere ai molteplici interventi affidati a R.W.S., Dafne restauri e I.Co.Res e presentati come «work in progress».

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Un monitor, sistemato davanti all'altare, mostra in loop le varie fasi già eseguite. E l'inquadratura stretta, dei dettagli, consente di comprendere la cura con cui sono state realizzate. Delicati fiori in madreperla adornano il soffitto, e la conchiglia in alcuni punti visibile per intero. Anche la Cappella Ruffo, arricchita dall'opere del Bernini (con il cuore «vivo» e il giglio sostenuti da Santa Caterina), e tutta la navata destra sono avvolte dai ponteggi oltre i dieci metri d'altezza. Tecnologie avanzate, come un microscopio polarizzato, aiutano ad affinare la tecnica. «Permettono di individuare cose non visibili a occhio nudo, e scovare larve presenti sulla tela», spiega Michele Gargiulo, restauratore esperto di «Dafne».

Ogni addetto ai lavori ha il suo dipinto preferito. Per Valentina Todaro, 29 anni (ma non è neppure la più piccola del team), è la Sant'Anna «un po' caravaggesca» di Cristoforo Pomarancio. Per altri, la «Natività» dello stesso autore: la prima opera recuperata in questi mesi, di particolare difficoltà. Christian Del Gaudio, 40 anni e 40 restauri all'attivo, spiega che la pulizia con carbonato di ammonio degli affreschi è il passaggio che precede gli stucchi con la malta e la selezione cromatica. Certo, le contraddizioni non sono tutte risolte: la facciata (che fa parte di un altro appalto, indipendente da questo) resta da completare, e altri lotti che riguardano ad esempio la Sala Vico e gli altri locali della Biblioteca sono stati già motivo di polemiche finite all'esame del ministero dei Beni culturali chiamato a risolvere anche la carenza di personale che ha reso difficile garantire i tour pure nella Pinacoteca riallestita nell'altra ala. Così, per ultimare i lavori in chiesa, è stata necessaria una proroga. Decisiva l'impermeabilizzazione e il rifacimento delle coperture per eliminare le infiltrazioni d'acqua e quindi le cause più importanti del degrado all'interno.

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Gli interventi sono finanziati con il Pon cultura e sviluppo e i Fesr 2014-2020. La spesa è di 1,24 milioni. «Prevede anche una nuova illuminazione», aggiunge soddisfatto Gargiulo. Al suo fianco Sergio Liguori, responsabile dell'ufficio lavori nel complesso monumentale. Così torna la luce sui Girolamini.
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