L'assegnazione del Premio Matilde Serao (edizione 2021) a Igiaba Scego è un modo per celebrare, assieme alla cofondatrice de «Il Mattino», una scrittrice italo-somala che sa coniugare, in procedure inedite ed efficaci, realtà linguistiche e territoriali diverse. Si può senza dubbio indicare in quella che oggi è definita come transculturalità la sua più cospicua insegna. Già vincitrice negli scorsi anni di altri prestigiosi premi (Premio Mondello nel 2011 e Premio Napoli nel 2020) la Scego ha dato vita ad opere originali, consegnate a una comunicazione vivace ed essenziale insieme. A cominciare dal romanzo di esordio, apparso nel 2003 (La nomade che amava Alfred Hitchcock) e proseguendo con Quando nasci è una roulette. Giovani figli di migranti si raccontano (pubblicato nel 2007) e La mia casa è dove sono (del 2010), fino al più recente La linea del colore, per citare solo alcuni dei suoi titoli, ha riversato nella sua scrittura la dimensione di un sincretismo che alimenta non solo il livello tematico (autobiografia, emigrazione, cosmopolitismo, razzismo, casualità delle origini), ben visibile in quei titoli, ma anche i suoni, le parole costitutive del ritmo delle sue narrazioni.
Cosa unisce Igiaba Scego a Matilde Serao? Si può stabilire tra di loro un ideale filo di congiunzione, distinto, ovviamente, quello che le differenze storico-culturali impongono di distinguere? Innanzitutto anche l'autrice del Ventre di Napoli nasce fuori d'Italia, in Grecia, a Patrasso.
E, poi, il Premio Serao 2021 è per Il Mattino, che questo premio ha inventato, voluto e difeso, fermandosi solo l'anno scorso in pieno lockdown, un'occasione per parlare di ripartenza: la consegna del riconoscimento avverrà oggi, dalle 16.30, in streaming sul sito del quotidiano e la sua pagina Facebook, in diretta dalla sala Tiziano del museo di Capodimonte, non certo una location qualsiasi. Il premio a Igiaba Scego arriverà al termine di un brain storming su come ripartire, in che direzione, come evitare che il Sud subisca nuove e ulteriori penalizzazioni, come comprendere il valore aggiunto di una cultura non classista, come quella che unisce donna Matilde a donna Igiaba. Per farlo nel migliore dei modi, dopo i saluti del presidente del cda e del direttore de «Il Mattino» Massimiliano Capece Minutolo Dal Sasso e Federico Monga, si alterneranno il padrone di casa Sylvain Bellenger, la storica Eva Cantarella, il finanziere-scrittore Guido Maria Brera, il presidente della Biennale Roberto Cicutto, il direttore di Giffoni Experience Claudio Gubitosi, la manager di Google Giorgia Abeltino, la direttrice della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma Cristiana Collu, l'attore e regista Alessandro Preziosi, gli editori Rosario Esposito La Rossa e Francesco Brioschi e il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini. Madrina Pina Turco, canzoni dal vivo con Fausta Vetere e Enzo Gragnaniello.