Ischia, riapre il museo diocesano: in mostra i sarcofagi di Bethesda, tornano gli antichi splendori

Ischia, riapre il museo diocesano: in mostra i sarcofagi di Bethesda, tornano gli antichi splendori
di Ciro Cenatiempo
Lunedì 17 Maggio 2021, 12:00
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«È un dono necessario per gli ischitani e per le migliaia di turisti che la frequentano da ogni parte del mondo. Per alcuni tesori d'arte sacra che erano ospitati nelle stanze private dell'episcopio, è giunto il momento di farli ammirare a tutti. A cominciare da un prezioso sarcofago conservato in ottime condizioni». Sono queste le parole di monsignor Pietro Lagnese vescovo di Caserta e amministratore apostolico di Ischia in occasione della riapertura, questo pomeriggio, del Mudis, il museo diocesano di Ischia. 

Dopo un lungo lavoro di restyling, con la riapertura del museo diocesano la storia locale riconquista la sua dimensione internazionale. Dal primo giugno la struttura sarà visitabile dal pubblico in assoluta sicurezza ma, nel frattempo, alle 16 sarà inaugurata una mostra ad hoc, nell'ambito di un evento al quale prenderanno parte, accanto a monsignor Lagnese, Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, Teresa Elena Cinquantaquattro, soprintendente all'Archeologia belle arti e paesaggio per l'Area metropolitana di Napoli, e Paolo Giulierini, direttore del Mann.

Un parterre di prestigio che arriva nell'isola per confrontarsi sulle tematiche proposte dall'esposizione intitolata «Tempo divino, i Sarcofagi di Bethesda e l'avvento del Salvatore nel Mediterraneo antico», realizzata in collaborazione con i Musei Vaticani e il Mann, che è stata presentata per la prima volta nel 2019 al Museo Pio Cristiano dei Musei Vaticani. Un appuntamento che «offre l'occasione ricordano i curatori - per ammirare, l'uno a fianco dell'altro, due rari esemplari di sarcofagi del IV secolo, cosiddetti di Bethesda: l'uno appartenente alla diocesi di Ischia, sostanzialmente integro, troverà poi la sua definitiva collocazione in una sala del museo al primo piano; l'altro, rinvenuto in Vaticano nei lavori per la costruzione della cinquecentesca Basilica di San Pietro, tornerà a Roma a fine ottobre a chiusura della mostra». 

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L'arco temporale delle opere esposte tra primo e quarto piano del palazzo del Seminario, a Ischia Ponte, «spazia dal periodo paleocristiano fino ai piccoli reliquiari del XIX e XX secolo per la devozione personale e domestica, passando attraverso i resti dei monumenti che ornavano l'antica Cattedrale del Castello». Si tratta di una full immersion nell'identità profonda legata alla fede cristiana con i suoi caratteri millenari, che si sono stratificati anche intorno ai santi patroni, Restituta e Giovangiuseppe della Croce, con il corollario di figure più recenti in odore di santità quali il beato parroco Morgera e don Ciro Scotti, il cui processo di beatificazione e canonizzazione nella fase diocesana porta la firma del vescovo Lagnese, ultimo atto prima del trasferimento a Caserta. Quello che sarà esposto darà un'idea del ricco patrimonio storico, religioso e artistico presente sull'isola d'Ischia, nonostante le gravi dispersioni e distruzioni subite nel corso dei secoli ad opera degli uomini e degli eventi naturali. Al piano terra del Museo è da subito possibile ammirare la sezione che raccoglie i marmi, mentre al quarto piano saranno esposti dipinti, sculture, argenti e manufatti vari.

La conferenza di oggi sarà trasmessa in diretta sulle pagine Facebook della diocesi di Ischia e del settimanale diocesano Kaire.

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