Federico II, laurea honoris causa a Profumo, l'ad di Leonardo si commuove ricordando il padre

Il ricordo del padre Aldo che lo avrebbe voluto ingegnere, la cerimonia nell'Università di Napoli

Profumo si commuove
Profumo si commuove
Venerdì 10 Febbraio 2023, 14:17 - Ultimo agg. 15:57
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Si è commosso l'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, con il rettore della Federico II, Matteo Lorito, nella sala congressi dell'università di Napoli alla cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Ingegneria dei materiali. Le lacrime, ricordando il padre Aldo che lo avrebbe voluto ingegnere.

Articolato il suo discorso. L'Italia è un «Paese di quasi sessanta milioni di persone che non può contare su grandi risorse naturali, la sua ricchezza sono la sua cultura e i suoi cervelli. Siamo, in un certo senso, destinati a innovare», ha detto Profumo, nel corso della lectio magistralis. «In questo percorso - ha spiegato - l'impresa gioca un ruolo fondamentale: non soltanto perché, grazie ai suoi investimenti, esercita una funzione di guida dello sviluppo tecnologico, ma anche e soprattutto perché è capace di tradurre il progresso tecnologico e industriale in progresso sociale e civile, generando sapere, occupazione qualificata, mobilitando le filiere produttive dei territori e esaltandone le competenze, offrendo una visione del futuro di una comunità».

Per l'ad di Leonardo «un'impresa, del resto, è in grado di generare valore attraverso l'innovazione solamente nella misura in cui riesce a creare una crescita diffusa per le proprie comunità: è questo il senso più profondo del concetto di sostenibilità, che incarna in chiave moderna l' 'impresa di comunità' di Adriano Olivetti». «Oggi il fronte più avanzato della produzione della ricchezza è quello delle tecnologie della quarta rivoluzione industriale: la dimensione digitale, la capacità di raccogliere ed elaborare dati - ha aggiunto - stanno rivoluzionando tutte le branche del sapere e trasformando la manifattura all'insegna di un nuovo paradigma di fabbrica intelligente».

«Credo che sia fondamentale che il sistema imprenditoriale cresca di dimensioni in modo da creare più sbocchi per questi giovani laureati», ha aggiunto Profumo. Rispondendo alla domanda di una giornalista sul trasferimento al nord di oltre 17mila giovani meridionali - per la maggior parte qualificati e laureati, lui ha detto che «noi come Leonardo cerchiamo di contribuire a trattenerli, ne assumiamo tanti tutti gli anni: lo scorso anno sono 3.700».  Il vero problema non è il fatto che i giovani vanno via dal Sud «perché si devono muovere, fare esperienza anche al di fuori della propria città e della propria regione è sempre un fatto positivo ed io l'ho fatto ma è che non ritornano. La cosa importante è riportali in Campania», è intervenuto Lorito.

Centrale l'investimento nel "capitale umano". Leonardo «ha messo al centro della propria visione di sostenibilità l'investimento sul capitale umano e sulle giovani generazioni: nel 2021, abbiamo assunto 3.753 persone, in molti casi giovani sotto i 30 anni e in possesso di titoli di studio Stem, con professionalità legate alle tecnologie emergenti e 'disruptivè, dall'ingegneria per l'elettrificazione e la propulsione ibrida, fino alla scienza dei materiali e alle nuove competenze di data science.

Nei nostri Labs, lavorano già oltre 100 giovani 'research fellows' e dottorandi di provenienza internazionale, e puntiamo ad arrivare a 200 entro la fine di quest'anno», ha detto Profumo.

In Campania, Leonardo è presente con 6 sedi principali, fa affidamento su una supply chain di più di 300 imprese locali e sostiene oltre 16.000 occupati tra diretti, indiretti e indotto, in un contesto di forte riduzione del business mondiale dell'aeronautica. Ma, «nella storia dell'innovazione italiana, Napoli ha rappresentato una vera e propria 'città della conoscenza', che ha alimentato il rinascimento industriale del Paese e il suo rapido ingresso nel club delle nazioni avanzate. Il tutto, all'insegna di una visione globale ed interdisciplinare dell'innovazione».

«Negli anni del Miracolo economico, mentre la tecnologia italiana raggiungeva traguardi fondamentali nella meccanica, nell'aerospazio e nella chimica, Napoli ha offerto un ambiente favorevole alla ricerca scientifica e ad applicazioni tecnico-industriali negli ambiti più disparati, dalla fisica alla cibernetica, passando appunto per la scienza dei materiali», ha osservato Profumo, ricordando che «è una tradizione che continua anche oggi: con il polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, ad esempio, che rappresenta un modello di sviluppo per tutto il Mezzogiorno d'Italia, capace di connettere università, imprese e start up per favorire il trasferimento tecnologico e l'alta formazione».

Leonardo, ha detto ancora, «è parte integrante dell'ecosistema Campania, grazie alla sua capacità di interconnettere il mondo della produzione con l'intera filiera dell'innovazione, dalle università e centri di ricerca alle tante piccole medie imprese che contribuiscono a creare l'eccellenza tecnologica del made in Italy nel mondo; un modello che si propone di sostenere una crescita inclusiva e di lungo periodo, con ricadute per l'intera società». 

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