LibriNapoli, da Scampia il sogno di Marotta&Cafiero:
«Vogliamo diventare una realtà nazionale»

LibriNapoli, da Scampia il sogno di Marotta&Cafiero: «Vogliamo diventare una realtà nazionale»
di Valentina Bonavolontà
Domenica 21 Novembre 2021, 09:58 - Ultimo agg. 22 Novembre, 07:30
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Per la sua terza tappa la nostra rubrica LibriNapoli arriva a Scampia, alla a Marotta&Cafiero editori, una casa editrice indipendente e terrona. Si definiscono “spacciatori di libri”, stampano letteratura stupefacente, narrativa civile e storie dei Sud del mondo. A parlarne Rosario Esposito La Rossa, direttore editoriale della casa editrice. 

Come nasce Marotta&Cafiero editori?

Marotta&Cafiero editori è una casa editrice storica napoletana nata nel 1959. Abbiamo avuto la fortuna di riceverla in dono da due persone straordinarie, Tommaso Marotta e Anna Cafiero, quando io e mia moglie avevamo diciannove anni. Noi l’abbiamo presa da Posillipo e l’abbiamo portata a Scampia insieme ad un carico di 30000 volumi, perché avevamo un sogno, di poter fare editoria nel luogo in cui eravamo nati, subito dopo le faide di Scampia durante le quali abbiamo perso un parente Antonio Landieri, una vittima innocente di camorra.

Quali sono state le tappe che hanno cambiato la storia della casa editrice?

Sono state due. La prima l’apertura della Scugnizzeria, il nostro quartier generale, una libreria, una piazza di spaccio di libri. Noi facciamo qui editoria terrona. La seconda è stata che da gennaio 2021 siamo entrati a far parte della più grande distribuzione italiana, Mondadori SPA. Noi siamo l’unica casa editrice campana a far parte di una distribuzione così importante.

Perché Mondadori SPA ha creduto in voi?

Noi ci siamo proposti. Come nostra indole proviamo sempre ad alzare l’asticella, a non avere una visione locale, ma nazionale.

Mondadori è stata convinta dal progetto. Noi vogliamo occupare quel vuoto dell’editoria napoletana, dove non c’è la Sellerio di Palermo, Laterza a Bari. Noi puntiamo ad essere questo, ad essere un’industria editoriale e ad avere una visione imprenditoriale su larga scala.

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Perché a Napoli non c’è una casa editrice nazionale?

Io ho avuto l’opportunità di incontrare tanti editori in giro per l’Italia. Io credo che il problema nostro sia proprio quello di accontentarci di essere piccoli, di non unirci ad altre realtà. Da poco abbiamo creato il Polo del Libro, nell’aria Nord di Napoli. Abbiamo messo insieme la nostra casa editrice con la Legatoria Tonti, un’altra storica realtà per stampare i nostri libri qui. Al nord sono più abituati ad avere una visione su larga scala, mentre noi ci accontentiamo sempre del piccolo e del bello. Vorremmo provare ad imitare qui modelli con la creatività partenopea.

Crede che la Regione e il Comune possano fare di più per l’editoria napoletana?

Io sono proprio contro il discorso degli aiuti dalle Istituzioni. Noi siamo imprese, noi ci sviluppiamo se abbiamo la capacità imprenditoriale di crescere e vendere più libri. Non possiamo chiedere alle istituzioni di sostenerci perché le nostre cosa non vanno bene. Le istituzioni servono agli eventi, alle fiere. A proposito delle fiere napoletane credo siano stati molto più attenti a Napoli città Libro e meriterebbe un supporto maggiore Ricomincio dal Libri.

Qual è stato il libro pubblicato più importante?

Abbiamo pubblicato Guns, un libro inedito di Stephen King. Una notizia che è arrivata dal TG1 al The Guardian. Abbiamo stampato 13000 copie in prima battuta, ha dato un’eco incredibile. Siamo stati bravi a convincere il terzo autore più venduto al mondo. Abbiamo stampato Daniel Pennac, un saggio che in Francia ha venduto 200000 copie, ma tanti altri autori importantissimi, Osvaldo Soriano, Antonio Skármeta, Raffaele la Capria, che ci ha scelto per un suo volume.

Le prossime novità?

Alla fiera di Roma Più Libri Più liberi porteremo il premio Nobel William Golding e Jacopo Fo. Dall’anno prossimo verranno fuori testi inediti di Don DeLillo, Ian McEwan, Harper Lee, Gustaw Herling, che è il più grande scrittore polacco, che ha abitato questa città e non viene stampato da tempo e stiamo lavorando per pubblicare l’ultimo libro di un premio Nobel vivente.

Poi da poco abbiamo lanciato questa scuola di editoria, una vera e propria accademia del libro, come Sur fa a Roma, o Marcos y Marcos a Milano. In più a gennaio abbiamo acquistato una casa sul tetto della Scugnizzeria, che stiamo ristrutturando. Vorremmo creare l’Ospedale dei libri, il primo museo didattico dedicato ai libri., dove i ragazzi attraverso una NOWIFI ZONE potranno sporcarsi le mani e capire cosa significa stampare un volume.

Cosa significa in termini pratici e simbolici partecipare alle più grandi fiere internazionali?

Noi partecipiamo alle fiere in modo costante. Perché abbiamo bisogno di far veicolare i nostri libri. In particolar modo a Torino andiamo ormai da dieci anni e abbiamo acquistato una credibilità anche verso i lettori. Quest’anno abbiamo venduto tre volte i libri che abbiamo venduto nel 2019.  

Quale responsabilità civile e morale ha una casa editrice indipendente come la vostra?

Noi ci assumiamo la responsabilità di veicolare dei messaggi che provengono da tutto il mondo. Messaggi di chi si oppone alle armi, la guerra, ai muri che vietano ai migranti di entrare in Italia. Dal punto di vista sociale questo posto ormai è abitato da tanti ragazzi. Abbiamo una scuola di recitazione, produciamo cortometraggi, abbiamo una biblioteca con oltre 1500 titoli. La nostra parte sociale sul territorio la facciamo tutti i giorni.

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