LibriNapoli, Pidgin edizioni: «Sfatiamo i tabù del linguaggio alla ricerca della bellezza»

LibriNapoli, Pidgin edizioni: «Sfatiamo i tabù del linguaggio alla ricerca della bellezza»
di Valentina Bonavolontà
Domenica 12 Dicembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 13 Dicembre, 07:42
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Sfatare i tabù del linguaggio. Andare oltre. Questa la mission di Pidgin edizioni, casa editrice specializzata in libri sopra le righe, che insegue il mescolamento dei linguaggi e che guarda al di là dei confini, saltando le barriere delle convenzioni, alla continua ricerca di narrazioni elevate. Cosa fa, perché è così brillante, e come si sta facendo spazio tra i grandi e piccoli editori, ce lo racconta Stefano Pirone, fondatore e anima di questo progetto.

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Come nasce Pidgin Edizioni?
«Ho fondato Pidgin edizioni nel 2017, dopo aver maturato una serie di esperienze e competenze imprescindibili per la realizzazione di questo progetto.

Ho deciso di chiamarla Pidgin perché in questo termine ho trovato significati importanti nella linea editoriale che avevo in mente. Pidgin viene usato per indicare idiomi che nascono dalla mescolanza di lingue appartenenti a culture diverse e questo riflette il nostro interesse per lo sperimentalismo, del quale ci sono diversi esempi nelle opere che pubblichiamo».

Qual è l’idea principale della casa editrice?
«Quella di spingersi oltre, sia dal punto di vista del linguaggio, molto contemporaneo e informale, che dal punto di vista del contenuto, in quando le opere che pubblichiamo scavano nell’intimità esperienziale di personaggi e scrittrici/scrittori arrivando anche a immagini molto forti che potrebbero urtare sensibilità più delicate. Non a caso prediligiamo tematiche delicate e ambientazioni al limite perché sono quelle che permettono di colpire nel profondo con immagini di cruda realtà e, soprattutto, di contorta bellezza».

Ha iniziato da opere tradotte, ma poi ha pubblicato anche opere in italiano.
«Sì, con la pubblicazione de Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa di Francesca Mattei, seguito da La fuga dei corpi di Andrea Gatti e Volevo essere Vincent Gallo di Sergio Oricci».

Uno dei libri di cui è più orgoglioso?
«Ne citerei due. Il primo è Problems di Jade Sharma. Una voce schietta e arguta di una narratrice autolesionista in cui ritrae le difficoltà che si trova ad affrontare in quanto donna sola, riflessiva e imperfetta in un mondo indifferente nel quale non si sente accettata. E Il libro di X di Sarah Rose Etter, in cui la protagonista ha il petto annodato, una particolarità fisica ereditata dalla famiglia. Attraverso delle immagini molto viscerali e una forte rappresentazione del corpo, dunque questo espediente surreale permette all’autrice di raccontare problematiche fortemente radicate nella realtà».

Qual è il principale criterio adottato per la scelta dei testi da pubblicare?
«Sicuramente cosa questo testo ha da offrire rispetto a ciò che offrono i libri già disponibili sul mercato, chiaramente all’interno della mia esperienza di lettura».

Come Pidgin riesce a fare rete con altre realtà locali o nazionali?
«Attraverso le librerie indipendenti, o comunque quelle librerie che hanno un rapporto più diretto con i libri e i lettori. Si è creata una comunità di lettori-librai che ha tenuto a spingere questi testi meno blasonati ma di grande qualità. Questo è stato possibile anche attraverso una rete social e una rivista on line che ci permette di condividere racconti, poesie e saggi personali che riportano la nostra visione artistica: immagini viscerali, forma sperimentale e forte intimità. Quest’anno mi rende molto orgoglioso aver partecipato alla fiera del libro di Roma Più Libri più Liberi, che ci ha permesso di confrontarci con realtà più grandi e di parlare dei nostri libri ad un pubblico più vasto».

Come si muove nel mercato dell’editoria?
«Pidgin Edizioni nasce come progetto artistico con una propria personalità molto marcata. Data la particolarità della sua linea editoriale, naturalmente la casa editrice è una realtà di nicchia che suscita sì curiosità in alcune persone che si imbattono nel nostro catalogo per la prima volta, ma che deve la propria sopravvivenza soprattutto a una serie di lettori affezionati hardcore e di librerie che ci promuovono con competenza».

Le prossime novità?
«Nel 2022 è previsto il primo volume di una collana di non-fiction, in particolare si tratta di personal esseys, letteralmente saggi personali. Abbiamo poi in programma raccolte di racconti di autori stranieri e italiani. Dall’anno prossimo lavoreremo anche su una nuova collana di letteratura postcoloniale. In particolare sono andato alla ricerca di titoli interessanti di alcuni Stati africani, per provare a portare in Italia una scrittura e una realtà sottorappresentata».

Quale responsabilità civile e morale sente di avere come editore?
«I libri che pubblichiamo hanno tendenzialmente un forte contatto con la contemporaneità. Secondo me gli editori come veicoli culturali hanno una grande responsabilità nei confronti del pubblico. Perchè è importante dare spazio a necessità diverse a livello espressivo, che sia la necessità di esprimersi in un certo modo o che sia la necessità di dare spazio a contenuti ancora poco rappresentati. Ed è questo la più importante caratteristica di Pidgin Edizioni, perchè nel suo essere anche eccessiva, io ci tengo che non sia eccessiva in maniera fine a se stessa». 

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