Maggio dei monumenti a Napoli, la protesta di 20 associazioni: «Zero eventi, nessun piano condiviso»

Maggio dei monumenti a Napoli, la protesta di 20 associazioni: «Zero eventi, nessun piano condiviso»
di Valerio Esca
Martedì 3 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 4 Maggio, 07:59
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«Maggio dei monumenti 2022 a tutt'oggi non esiste. Dopo anni di collaborazione fra Comune e tutto il mondo del Maggio, nulla è stato comunicato alla città e tutto si decide verticisticamente». Il J'accuse a Palazzo San Giacomo arriva da venti associazioni napoletane che firmano un appello dal titolo evocativo: «Maggio (negato) dei monumenti e per una cultura e un turismo sostenibile per tutti».

Il mese del maggio è iniziato, ma di iniziative all'orizzonte neanche l'ombra. Le associazioni ripercorrono un percorso cominciato nel 1992 con «Monumenti porte aperte», che segnò una vera svolta per Napoli. Di seguito nacque il Maggio dei monumenti da una proposta di Mirella Barracco e dalla sua Fondazione Napolinovantanove. «Oggi - scrivono le associazioni - il Maggio vive una nuova svolta (negativa) che sembra tradirne lo spirito delle origini e quelle peculiarità che hanno caratterizzato tutte le edizioni successive».

La manifestazione non è stata solo un programma di visite guidate, né un contenitore di eventi culturali, ma ha rappresentato un modo di fare cultura, un modello di partecipazione e accoglienza, un arricchimento culturale per i napoletani. «Purtroppo, la nuova amministrazione comunale - incalzano - sull'onda delle ultime scelte per il Piano cultura, che operano una sostanziale apertura ai privati della gestione del patrimonio culturale, mercificando il turismo e la cultura, sembra aver imboccato anche per il Maggio dei monumenti 2022 una nuova discutibile strada che ne snatura caratteristiche e finalità». Poi incalzano: «Maggio dei monumenti 2022 a tutt'oggi non esiste. Probabilmente ci sarà solo un programma di asettiche visite guidate che partirà da metà maggio e si concluderà a metà giugno, assegnato ad una associazione di categoria di guide turistiche professionali a cui sarà affidato un programma ancora sconosciuto». Bisognerà capire le scelte in fatto di cultura, delega che il sindaco Gaetano Manfredi ha deciso di tenere per sé, in che direzione andranno. Il percorso per la raccolta delle idee del Piano della cultura 2022-2026 è terminato il 30 aprile. Più di 120 le proposte che saranno valutate per essere integrate in un programma «trasparente e condiviso - fanno sapere dal Comune -, che porrà la cultura alla base dei processi di rigenerazione e sviluppo della nostra città». I frutti di questo lavoro dovrebbero essere raccolti quest'estate, quando l'amministrazione ha fissato la data di presentazione delle iniziative future. Alle associazioni però non convince il metodo. «Il sindaco riveda la sua impostazione privatistica della cultura e dei beni culturali di Napoli, la cui gestione deve rimanere pubblica e in capo al Comune, dove il Maggio dei monumenti possa ritornare ad essere una manifestazione in cui tutte le componenti della società possano dare il proprio apporto in una logica di partecipazione». «Un progetto - rimarcano - che da decenni coinvolgeva scolaresche, operatori culturali e turistici, esercenti e associazioni, professionisti e cittadini per inseguire nuovi schemi arbitrari e anacronistici».

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I firmatati, tra cui Legambiente parco letterario Vesuvio, Wwf Napoli, Fiab Napoli Cicloverdi, Gente Green, Legambiente Iride, associazione Napoletana Beni Culturali, Locus Iste luoghi e memoria, comitato San Martino, I Sedili di Napoli Onlus, Napoli Nobilissima, Euforika Napoli, associazione Marco Mascagna, Teachers For Future Campania, comitato Ambientalista Terra Dea, associazione B&B Affittacamere Campania, Aps Guestitaly Abbac, Legambiente La Gru, Università Verde Torre del Greco, Assostato, Loro di Napoli Eventi e Cultura, si fanno interpreti di un sentimento di «sconforto dovuto ad un atteggiamento che taglia fuori il contributo delle decine di soggetti che negli anni hanno costituito la spina dorsale della manifestazione a costo zero per l'amministrazione». 

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