Maurizio de Giovanni, polemica sulla presenza a Salerno Letteratura: lo scrittore rinuncia

L'avvocato Cammarota scrive una lettera al sindaco Napoli chiedendo la revoca dell'eventuale compenso dello scrittore: arriva la risposta sui social

Maurizio de Giovanni
Maurizio de Giovanni
Venerdì 9 Giugno 2023, 15:07 - Ultimo agg. 12 Giugno, 05:56
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A Salerno scoppia la polemica per la presenza dello scrittore napoletano  Maurizio de Giovanni nel cartellone del festival Salerno Letteratura.

Dopo le recenti querelle calcistiche legate a Napoli e Salernitana, ecco un nuovo capitolo del turbolento romanzo sui rapporti tra il napoletanissimo autore, apprezzato in tutta Italia e all'estero, e una frangia di cittadini (tifosi) salernitani. 

L’avvocato Antonio Cammarota, capogruppo al Comune di Salerno del movimento “La Nostra Libertà”, ha scritto una lettera ufficiale inviata al sindaco Vincenzo Napoli nella quale si legge: 

«Non entro nel merito dell’elargizione del contributo all’associazione, anche perché se ne sta occupando la Commissione Trasparenza da me presieduta.

Segnalo, invece, il comportamento offensivo del de Giovanni, offensivo nei confronti della città di Salerno e dei salernitani: uno scrittore che non manca ad ogni occasione, e anche quando non c’è, di rimarcare la differenza tra Salerno e la pretesa napoletanità, tra “noi” e “loro”, in un’operazione divisiva e senza cultura, perché la diversità quando diventa differenza si chiama razzismo».

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«C’è il rischio di una contestazione ampia, aspra, con tutto ciò che ne deriverebbe - prosegue Cammarota -. E ne deriverebbe solo vantaggio per lo scrittore e solo fango su Salerno. Compete, dunque, pretendere il rispetto. E compete decidere della moneta pubblica, quella di tutti, che l’istituzione che Lei rappresenta gestisce ed elargisce. Revochi ad horas, ne ha ampia e dovuta motivazione, il contributo utilizzato per il de Giovanni» conclude l'avvocato. 

Non si è fatta attendere, via social, la risposta di Maurizio de Giovanni:

«Mai percepito un solo centesimo, nemmeno a titolo di rimborso spese di viaggio, le decine di volte che in questi anni sono stato invitato a Salerno.
Mai sostenuto diversità tra salernitani e napoletani: giusto il contrario, avendo detto con chiarezza che provo disgusto per chi, a cinquanta chilometri di distanza, invoca Vesuvio e colera essendo lo stesso popolo, con la stessa cultura. E invitando con forza, e purtroppo inutilmente, le istituzioni a esprimere riprovazione verso quei cori ottusi. Mai avuto il minimo vantaggio commerciale, i miei libri grazie a Dio non hanno ripercussioni di vendita da oltre dieci anni dalla mia attività di presentazione. Lo faccio solo perché mi piace incontrare i lettori. Sono quello che, da ultimo, si è attirato gli strali dei salottini culturali napoletani per aver ampliato alla Campania l’attività della Fondazione Premio Napoli. Mi dispiace per quella dozzina di lettrici e lettori che avrei volentieri abbracciato; ma sono stato educato a non presentarmi dove non sono gradito.
Stia pure tranquillo, avvocato. I suoi soldi non mi interessano» conclude lo scrittore. 

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