«Da sciore a sciore palomma vola...» Inizia così, con tanto di traduzione in italiano («Farfalla vola di fiore in fiore») la prima di quattro canzoni napoletane della raccolta «A retella». I versi sono di Marco D'Arienzo, la musica di Saverio Mercadante (Altamura, 17 settembre 1795 - Napoli, 17 dicembre 1870). Sono tra le curiosità e le rarità messe insieme dagli eredi del compositore pugliese in occasione dei 150 anni dalla sua scomparsa, a dicembre 2020. Un anniversario celebrato tra mille difficoltà in epoca di Covid ma che riserva ancora molte sorprese, come il progetto predisposto da Francesco Saverio Rodriguez - discendente diretto di Mercadante per via femminile - e dal cognato Giovanni Rea, un musicista che ha focalizzato i suoi studi sul secondo Ottocento napoletano.
È nata così l'idea della registrazione di romanze, arie da salotto e brani cameristici, comprese alcune rare canzoni napoletane: «A palomma», «Lo zucchero d'ammore», «Lu marenaro» e «La rosa».
«In effetti da tempo conservavo in casa un pianoforte senza rendermi conto del suo grande valore», spiega Francesco Rodriguez, bisnipote della figlia del musicista, Ismaila (sua madre, Maria Rosaria Lanni era figlia di Emma Presta a sua volta figlia di Ismaila Mercadante). «Grazie all'intervento di Rea», aggiunge, «lo strumento, un Pleyel del 1849, fu fatto esaminare da un esperto e donato al conservatorio insieme con lettere autografe originali inviate al musicista con le firme tra gli altri di illustri personaggi dell'epoca come Victor Hugo, Rossini, Ponchielli, Leopoldo d'Austria o Silvio Pellico». Perché, come mette in evidenza Rea, «Mercadante non fu solo un grande traghettatore tra la vecchia e la nuova scuola napoletana, tra Rossini, Donizetti e Verdi, ma fu anche legato alle istanze libertarie dei suoi tempi e ai moti risorgimentali tanto che i fratelli Bandiera nel 1844 davanti al plotone d'esecuzione intonarono provocatoriamente il coro Chi per la patria muor vissuto è assai tratto da una sua opera, Caritea, regina di Spagna o Donna Caritea, rappresentata la prima volta alla Fenice di Venezia nel 1826».
«Anche per questo sono convinto che la memoria del mio avo Mercadante debba essere rivalutata e che Napoli lo debba onorare tra i suoi personaggi illustri anche se era nato in Puglia, ad Altamura», insiste Rodriguez che con Rea cura ora il progetto dell'incisione, un cd o un cofanetto nel quale potranno trovar posto anche opere di altri autori ispirati a opere di Mercadante: la fantasia brillante op.60 su temi dalla Leonora per due flauti e pianoforte di Giuseppe Rabboni, la riduzione per violino e pianoforte dell'opera «Elena da Feltre» di Luigi Gervasi o la fantasia sull'opera «Il reggente» di Domenico de Giovanni. Tra le chicche anche le tre fantasie op. 614 di Carl Czerny su temi da «La vestale» di Mercadante, eseguite nell'ambito di Piano City 2020 a Napoli e durante il convegno che si è tenuto lo scorso anno al San Pietro a Majella: «Il programma», dice Rea, «era eseguire queste opere anche presso il teatro Mercadante di Altamura, ma la pandemia ha bloccato tutto. Per questo ora prepariamo l'incisione, ne abbiamo parlato con il soprano Maria Dragoni, l'ideale sarebbe realizzare il progetto al San Carlo o al Mercadante di Napoli. Francesco Saverio Mercadante aveva studiato qui, qui aveva lavorato per anni fino alla morte nel 1870, era un figlio del Sud ma Napoli non gli rende omaggio come avrebbe meritato».