Dopo una lunga malattia si è spento a 84 anni l'architetto e urbanista napoletano Gianni Cerami: nel corso della sua lunga attività, quasi mezzo secolo, come ordinario di Urbanistica alla facoltà di Architettura della Federico II ha progettato diversi piani regolatori. Dopo essere andato in pensione aveva dedicato i suoi studi alla comunicazione visiva e all'urbanistica partecipata,
Cerami è morto mentre stava correggendo le bozze del suo ultimo saggio, il trentunesimo, dedicato, verrebbe da dire, alla figura del perfetto urbanista, uno studioso che ha il dovere di rimanere sempre all'ascolto della sua città.
Tanti i suoi studi su Napoli: si era occupato della densità della città, degli indicatori di qualità urbana, degli spazi aperti, dei parchi scientifici e tecnologici. Nell'ambito della progettazione urbana e dei processi decisionali aveva dedicato molti studi al centro direzionale e alle zone di Ponticelli, firmano una sorta di storia, da lui definita «dolorosa», dei progetti sull'edificazione di grattacieli.
Lascia due figli: Franz, artista visivo esperto di installazioni digitali e docente di Retorica e storytelling per i beni culturali al Suor Orsola Benincasa, e Federica che insegna fotografia terapeutica nelle scuole. Entrambi ricordano del padre l'amore per l'arte contemporanea, la capacità di entusiasmarsi anche per le piccole cose e una frase ripetuta spesso, a loro e ai suoi amati studenti: «Se hai la conoscenza hai potere sulla tua vita».
I funerali si terranno in forma privata, tra un paio di settimane si organizzerà una cerimonia laica, probabilmente alla facoltà di Architettura.