«Otto alla banda. Onori militari. Salpa l'ancora, il mare è calmo, la rotta è tracciata. Buon vento papà per l'ultimo viaggio». È il commovente addio a Sergio Piantanida del figlio Silvio, parole postate sul suo profilo Facebook. Piantanida si è spento a quasi 101 anni (li avrebbe compiuti il prossimo novembre) nella sua casa di via Enrico De Nicola, a Torre del Greco, dove aveva deciso di vivere dopo essere stato comandante della sua Capitaneria di Porto. A pochi chilometri di distanza, a Castellammare di Stabia, quando era stato vicecomandante della locale Capitaneria, aveva conosciuto quella che sarebbe poi diventata la seconda moglie, Cristina Cormun, storica imprenditrice del settore della moda, titolare di attività commerciali nella città delle terme e promotrice di eventi e manifestazioni, scomparsa nel 2009. Proprio a Castellammare si svolgeranno i funerali di Piantanida, il marinaio più longevo d'Italia: le esequie sono programmate per questa mattina alla 11 nella concattedrale della Santissima Maria Assunta e San Catello in piazza Papa Giovanni XXIII e saranno svolte con tutti gli onori - picchetto d'onore, sciabole sguainate e otto fischi alla banda - per l'ammiraglio ispettore che in passato aveva ricoperto incarichi di prestigio anche a Roma, dove era stato capo di gabinetto al ministero della Difesa, e che è stato nominato prima commendatore e poi, il 2 giugno del 1992, grande ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica Italiana su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Nato a Livorno nel 1921, Piantanida entrò in Accademia a 19 anni. L'anno dopo venne inviato in guerra a bordo del Lince, la nave corvetta che verrà salvata dall'affondamento proprio per la felice intuizione di Piantanida e degli altri ufficiali presenti a bordo (un aspetto importante che valse al giovane marinaio toscano e ai suoi colleghi la medaglia d'argento al valor militare): colpita da un missile partito da un sommergibile inglese nella battaglia di Cefalonia, l'imbarcazione fu fatta arenare, evitandone in questo modo l'affondamento. Nel corso degli anni Piantanida ricevette diversi incarichi di Stato Maggiore, fino a diventare ufficiale governativo. Nel 1956 diventò ufficiale, insegnando all'Accademia di Livorno e passando poi, con il ruolo di ufficiale di rotta, sull'Amerigo Vespucci, la nave scuola per l'addestramento degli allievi ufficiali. Con la Vespucci girerà il mondo e accrescerà in questo modo il proprio bagaglio di esperienze.
La sua seconda vita professionale, Sergio Piantanida inizia a viverla quando dalla Marina Militare passa al Corpo delle Capitanerie di Porto.