Il museo di Capodimonte conquista Mattarella e Tebboune: «Ora la mostra in Algeria»

Il museo di Capodimonte conquista Mattarella e Tebboune: «Ora la mostra in Algeria»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 28 Maggio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 29 Maggio, 08:50
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Una visita lampo a Capodimonte. Come tutto il tour campano ieri del presidente Sergio Mattarella: incontro e colazione a villa Rosebery con il suo omologo algerino Abdemajid Tebboune e poi assieme per visitare la mostra sul Caravaggio. Infine, in elicottero, il capo dello Stato da Capodichino vola direttamente a Nusco per i funerali di Ciriaco De Mita.

Il Capo dello Stato arriva in tarda mattinata a Napoli poi la colazione nella tenuta presidenziale con il collega algerino (entrambi sono in treno). Si tratta della seconda giornata con lui, considerato in questo momento di crisi energetica per il conflitto in Ucraina, partner strategico per il nostro Paese. Ma ieri il fil rouge è tutto incentrato su Napoli e la mostra sul Caravaggio su cui avrebbe tanto insistito proprio il presidente algerino per visitarla. Ad attendere i due e a fare gli onori di casa il sindaco Gaetano Manfredi e l'assessore alla Cultura Teresa Armato e il prefetto di Napoli Claudio Palomba.

Città e tutta l'area di Capodimonte blindate con un traffico che fa slittare la tabella di marcia di circa 10 minuti. Non c'è all'arrivo di Mattarella, come pure prevede il rigido protocollo del Quirinale per le visite dei presidenti e come pure era previsto dal programma fornito dal cerimoniale del Colle, il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Ma non ci sarebbe alcun giallo, chiarisce il suo staff, solo una questione di tempi: l'ex sindaco di Salerno riceverà poi ufficialmente Mattarella a Nusco. Impossibile, è stato chiarito già due giorni fa da palazzo Santa Lucia con il Quirinale, poter essere a Napoli e dopo appena un'ora in Irpinia senza volare in elicottero. Mattarella, per inciso, torna a Capodimonte a distanza di poco più di tre anni: il 14 aprile del 2019, infatti, con la figlia Laura e il presidente della Camera Fico, aveva visitato l'esposizione «Caravaggio a Napoli».

E anche stavolta Mattarella è accompagnato dalla figlia e subito dopo arriva il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma la visita nella sale sembra una cosa riservata tra i due capi di Stato, la signora Mattarella e il vero padrone di casa, il direttore Sylvain Bellenger. Parlano sempre in francese i quattro e il traduttore poco distante non dovrà fare praticamente nulla. Con il direttore che spiega tutta l'esposizione ospitata nella reggia voluta da Carlo III di Borbone. Un giro veloce ad esclusione della tappa davanti alla Crocifissione dell'artista. Qui i due presidenti si siedono e ammirano l'opera. «Tebboune ha notato delle analogie tra Algeri e Napoli, due città portuali - spiega poi Bellenger - ed è rimasto colpito dal carattere cosmopolita del capoluogo campano, dove lo straniero è sempre stato il vicino di casa. Mattarella ha spiegato al presidente algerino che Capodimonte è uno dei più importanti musei del Paese, più grande del museo di Brera di almeno quattro volte». Non solo perché il presidente algerino è rimasto colpito dalla mostra, fatta senza prestiti, ed ha chiesto che si possa organizzare qualcosa nel suo paese.

 

«Il presidente algerino ha chiesto di far sì che sia organizzata una mostra di Capodimonte ad Algeri, e la faremo. Con lui c'era la ministra della Cultura algerina che se ne occuperà», racconta sempre Bellenger che aggiunge: «Anche il ministro Di Maio è rimasto colpito dalla visita e mi ha chiesto un incontro in tempi brevi». In mezzo un saluto con il sindaco Manfredi. «Questa visita è un grande segnale per la città, perché testimonia - spiega il primo cittadino - il ruolo di Napoli come grande capitale del Mediterraneo, luogo di incontro e di dialogo in uno dei suoi luoghi più belli, la Reggia di Capodimonte. È un momento significativo per la città che sta vivendo veramente una nuova primavera».

Infine Bellenger dona due vasi di porcellana realizzati nella Real Fabbrica di Capodimonte ai due presidenti, nel solco di una tradizione diplomatica che vedeva già nei secoli scorsi i Capi di Stato e uomini di governo stranieri omaggiati con opere in porcellana realizzate a Capodimonte. Poi di corsa a Capodichino dove si svolgono i saluti di commiato, secondo i riti diplomatici, tra i due presidenti per la visita di Stato durata due giorni. 

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