Museo Madre di Napoli, cinque candidati per la direzione: ecco cosa succede adesso

«C'è una rosa di candidati di altissimo profilo, con progetti interessanti e di rilievo»

Lorenza Baroncelli, Maria Chiara Bertola, Eva Elisa Fabbris, Antonio Cataldo
Lorenza Baroncelli, Maria Chiara Bertola, Eva Elisa Fabbris, Antonio Cataldo
di Giovanni Chianelli
Martedì 6 Dicembre 2022, 11:00
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Lorenza Baroncelli, Maria Chiara Bertola, Eva Elisa Fabbris, Antonio Cataldo e Milovan Farronato. È uscita la cinquina sulla ruota del Madre, tra questi nomi verrà scelto il nuovo direttore del museo d'arte contemporanea napoletano. Entrerà in carica a febbraio 2023, alla fine del mandato di Kathryn Weir, e guiderà il museo per 3 anni.

Ieri è stata pubblicata la rosa dei finalisti alla selezione che scadeva il 21 novembre, una scelta di nomi annunciata da Angela Tecce, presidente della Fondazione Donnaregina che insieme ai consiglieri del cda Maria Letizia Magaldi e Achille Bonito Oliva, e al direttore del Whitney Museum of American Art Adam Weinberg e ad Anna Mattirolo, storico dell'arte contemporanea, ha composto la giuria che ha valutato le 38 candidature arrivate.

«Tutti i candidati hanno riportato il giudizio di ottimo» si legge nel sito del museo a proposito dei progetti inviati dai cinque finalisti.

Che ora hanno un mese o poco più per prepararsi ai colloqui che avverranno subito dopo Natale, mentre prima della fine di gennaio si avrà la nomina.

Tutti italiani, come previsto - dopo l'esperienza della Weir che aveva casa e famiglie lontane - tenendo conto della volontà del cda di puntare su una figura totalmente calata nell'incarico (anche se Farronato vive a Londra), che giustifica l'aumento di stipendio previsto. La prevalenza di donne nella cinquina di nomi potrebbe dare qualche chance alla linea iniziata con la direttrice australiana; la vera sorpresa è l'esclusione dalla lista di Mario Codognato, prestigioso curatore veneziano, ritenuto forse troppo vicino alla prima gestione del museo diretto da Eduardo Cicelyn.

Leggendo i curriculum spiccano l'età di due candidati: la Baroncelli, 41 anni, è romana, docente alla Luiss e direttore artistico alla Triennale di Milano, con attività internazionali alle spalle: ha diretto il padiglione svizzero curato da Hans Ulrich Obrist alla Biennale di Venezia del 2014, e «15 Rooms», la mostra curata da Klaus Biesenbach e Obrist al Long Museum di Shanghai. Nota gossip: è la compagna del noto giornalista sportivo Pierluigi Pardo.

Della stessa età è il toscano Cataldo che si è formato con il filosofo Giorgio Agamben. Tra le sue esperienze la direzione della Fotogalleriet di Oslo dopo esser stato curatore dell'Office for Contemporary Art Norway; ha rapporti con Napoli, essendosi specializzato all'Università Vanvitelli. È veneta la Fabbris, nata nel 1979, formazione da storico dell'arte e curatrice della fondazione Prada di Milano.

L'ipotesi più glamour è quella di Farronato: 44 anni, piacentino, quando nel 2019 diresse il padiglione Italia si parlò di un punk alla Biennale; ha insegnato cultura visuale allo Iuav di Venezia, curato mostre in diversi Paesi del mondo e diretto la fondazione Fiorucci Art Trust.

Nata a Torino nel 1961, Maria Chiara Bertola è stata cocuratrice del padiglione Venezia alla Biennale nel 2007 e tra i curatori della Quadriennale di Roma nel 2008, e ancora direttore artistico dell'Hangar Bicocca di Milano dal 2009 al 2012. 

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Il commento della Tecce: «Sono molto soddisfatta delle proposte pervenute, c'è una rosa di candidati di altissimo profilo, con progetti interessanti e di rilievo». Poi detta i punti determinanti per la nomina: «Privilegiamo una figura in grado di proporre collaborazioni con prestigiose istituzioni internazionali, offrire un'aggiornata programmazione rivolta alle sperimentazioni artistiche più innovative, ricognizioni e approfondimenti sulla storia dell'arte recente. Nella nostra prospettiva c'è, inoltre, l'aspirazione ad ampliare il riconoscimento delle istanze del nostro territorio, allargandone la portata». 

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