Cultura, il ministro Franceschini al teatro San Carlo: «Napoli di nuovo capitale, non si torna più indietro»

Cultura, il ministro Franceschini al teatro San Carlo: «Napoli di nuovo capitale, non si torna più indietro»
di Giovanni Chianelli
Sabato 30 Luglio 2022, 11:00
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«Sono particolarmente felice di chiudere, simbolicamente, il mio mandato qui a Napoli» dice Dario Franceschini. Il ministro della Cultura è ospite, al teatro San Carlo, della giornata di chiusura della conferenza degli istituti italiani di cultura che per la prima volta si tiene in un luogo diverso da Roma. Continua: «Napoli è la città che in Italia ha più investito nel settore strategico della cultura, ed è tra le prime in Europa». Franceschini ricorda che in questi giorni inizia l'ordinaria amministrazione dell'esecutivo che arriverà al 25 settembre, data delle elezioni, e gli è sembrato giusto, dunque, chiudere le sue attività istituzionali nella città che spesso ha considerato una vera capitale culturale: non a caso sottolinea di aver voluto Napoli, poco più di un mese fa, come sede della riunione dei ministri della Cultura del Mediterraneo. Poi saluta i direttori degli istituti: «E mi sembra bello concludere l'attività con voi che ci rappresentate nel mondo. Investire in cultura oltre che un grande dovere è anche un investimento economico, noi siamo una super potenza culturale che spesso si dimentica di ciò che ha. Ce lo riconoscono più gli altri Paesi che noi stessi».

Infine un augurio: «Il lavoro svolto finora non è più reversibile: cambiano governi e ministri ma non si può tornare alla marginalità di qualche tempo fa, alla stagione dei tagli alla cultura che interessò il Paese all'inizio del millennio». Alla sessione finale della conferenza prende parte anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che rivela di aver parlato con il ministro della Cultura dei progetti per Napoli: «Anche nel periodo di amministrazione ordinaria l'impegno congiunto dell'esecutivo e dell'amministrazione continua». È la giornata dei ministri: Luigi Di Maio, titolare del ministero degli Affari esteri, rende omaggio agli istituti di cultura nel mondo che dipendono dal suo dicastero. «La diplomazia culturale moltiplica la credibilità internazionale dell'Italia» esordisce.

«Questa conferenza è un risultato importante, ambientarla in una realtà culturale come quella della Campania, nel più antico teatro lirico d'Europa, è fonte di orgoglio per chi come me proviene da qui.

So che i direttori hanno molto apprezzato gli altri luoghi di visita, specchio della vocazione artistica di questa terra» dice, in riferimento al grand tour che i rappresentanti degli istituti di cultura hanno compiuto in questi giorni tra le realtà artistiche partenopee: Capodimonte, Made in Cloister, lo stesso Massimo napoletano per una replica della Traviata in programma al Massimo, più la visita alla nuova sede di Gallerie d'Italia. «La vastità del nostro patrimonio culturale alimenta in ogni angolo del pianeta un'attesa di una proposta di qualità» conclude.

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Nel pomeriggio intervengono i big del settore culturale napoletano che raccontano ai direttori degli istituti le loro attività. Sylvain Bellenger sottolinea che bisogna andare oltre il folklore mantenendo l'identità: «Napoli non può essere il paese della pizza e del mandolino ma è chiamata a trattare bene le proprie eccellenze. Il presepe, ad esempio, è il modello più alto del barocco meridionale, va tutelato». Oltre al direttore di Capodimonte interviene anche Angela Tecce, presidente del Madre: «I rappresentanti all'estero hanno il compito di testimoniare e valorizzare la nostra arte: ruolo importante e delicato, i linguaggi della contemporaneità sono uniti e intrecciati». Poi Marta Ragozzino, direttrice dei musei della Campania: «Rappresento una grande rete, quella dei musei statali campani, che partecipano a una rete ancora più grande insieme agli enti autonomi e ai musei non statali. Sono luoghi dove ricucire il tessuto sociale provato dalla pandemia». Rosanna Romano, direttore delle Politiche culturali della Regione, ricorda ai direttori l'affermazione di Procida come capitale della cultura italiana per il 2022: «La dimostrazione che Davide può vincere contro Golia, un modello di sviluppo per l'intera regione. Lo slogan che ha accompagnato la nomina di Procida, la cultura non isola, sembra ricalcare il senso della vostra missione nel mondo». 

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