Napoli, l'impegno del vescovo Battaglia: «Nuova vita per le chiese abbandonate»

La promessa durante una riunione con i ragazzi per la Giornata Mondiale della Gioventù

Il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia
Il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia
di Paolo Barbuto
Martedì 22 Novembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 15:12
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Le chiese abbandonate avranno una nuova vita, i locali e le strutture della Curia vivranno una trasformazione: mai più disinteresse e degrado ma occasioni a disposizione dei giovani volenterosi.

L’ha promesso il vescovo, don Mimmo Battaglia a un gruppo di ragazzi riuniti a Portici in un bene confiscato alle mafie, «Villa Fernandes», nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù: «Ho deciso che entro Natale nominerò una Commissione che studi tutto il patrimonio della Chiesa di Napoli, perché in buona parte di questo patrimonio voglio assolutamente che si sviluppi una forma di imprenditoria giovanile che diventi generativa per il sociale del nostro territorio e questo non posso farlo da solo, devo farlo insieme a voi». 

Con la forza trascinante delle parole, Battaglia ha sollecitato i giovani a credere nella possibilità di imprimere una svolta con un progetto incardinato in un bene patrimoniale della Chiesa di Napoli: «Dalla forza dei sogni alla concretezza dei segni.

Sogniamo insieme», ha detto ai ragazzi che l’ascoltavano.

Si tratta di un segnale importante, di rottura. Fino ad ora la chiesa di Napoli aveva semplicemente preso atto dei singoli eventi; due settimane fa lo stesso Cardinale Sepe, ex vescovo della città, tirato in ballo in un’inchiesta della trasmissione tv “Report”, aveva provato a fare il punto della situazione spiegando che solo il 15% delle chiese appartiene alla Curia mentre per il resto degli edifici sacri ci sono proprietà differenti e che alcune sono addirittura senza attribuzione. Adesso don Mimmo Battaglia ha deciso di ripartire da zero, di nominare una commissione che presenti il quadro chiaro dei beni patrimoniali della Chiesa e consenta anche di far decollare iniziative imprenditoriali giovanili in quei luoghi.

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Secondo gli ultimi dati, presentati dal nostro giornale nei mesi scorsi, nel cuore della città, nel solo perimetro tutelato dall’Unesco, esistono 203 chiese delle quali solo 79 sono normalmente aperte e destinate al culto o ad attività pastorali. 113 chiese appartengono ad enti diversi dalla Curia: si va dal Comune di Napoli al Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno a singoli proprietari privati. In totale sono censite 75 chiese abbandonate e 49 che hanno cambiato uso e non sono più destinate ad ospitare il culto.
Da decenni il nostro giornale si batte affinché vengano “salvate” le chiese in abbandono e si facciano decollare progetti virtuosi per riportarle in vita. Finalmente è giunta la svolta.



Battaglia ha annunciato la creazione della commissione di studio sul patrimonio immobiliare durante una veglia di preghiera in cui ha anche annunciato che sarà assieme ai ragazzi in viaggio per Lisbona in occasione dell’incontro con il Santo Padre previsto per la prossima estate. Nel raccontare il suo progetto sull’utilizzo dei beni della Curia, l’arcivescovo ha detto: «C’è un patrimonio immenso nella Chiesa di Napoli. Bene, è arrivato il momento di far fruttificare questo patrimonio attraverso l’imprenditoria giovanile, un’imprenditoria che diventi generativa e che crei lavoro e doni lavoro alle nuove generazioni. Girate pagina, ora tocca a voi. Davvero. E nella commissione di studio voglio che ci sia anche un giovane del Progetto Policoro perché possiamo dare concretezza e si cominci a lavorare. Non possiamo più perdere tempo». 

Il Progetto Policoro è un’iniziativa della Cei, nata con l’intento di fornire una risposta reale ai problemi della disoccupazione. Il progetto, si chiarisce nelle note ufficiali: «sostiene iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sussidiarietà, solidarietà e legalità, secondo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa».
 

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