Tanti debiti e pochi iscritti, a Posillipo chiude il Denza

Tanti debiti e pochi iscritti, a Posillipo chiude il Denza
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 5 Marzo 2019, 07:00 - Ultimo agg. 10:11
3 Minuti di Lettura
Casse vuote, chiude il Denza. Lo storico istituto scolastico di Posillipo saluta studenti, docenti e bidelli e sospende definitivamente l'attività didattica. Stop alle nuove iscrizioni, dunque: dal prossimo anno saranno ammessi solo ed esclusivamente i ragazzi che dovranno arrivare a sostenere l'esame di maturità portando a compimento il percorso del liceo. Si andrà ad esaurimento, insomma, prima che i Barnabiti decidano di destinare la grande struttura di cui sono proprietari ad altre attività. La notizia circolava da settimane nei corridoi della scuola posillipina ma solo ieri è arrivata la conferma ufficiale da padre Leonardo Berardi, Superiore provinciale: «Sì, è così: a malincuore devo comunicarvi che il Denza chiude i battenti per motivi economici. La Congregazione - spiega padre Leonardo dalla Casa di Bologna - in questi anni ha aiutato più volte la scuola di Napoli a far fronte alle emergenze legate alla mancanza di danaro: adesso non è più possibile e nemmeno saremmo potuti andare avanti all'infinito».
 
Chiusura irrevocabile, quindi. Anche se il padre superiore ci tiene a sgomberare il campo da «inutili equivoci» e da quelle che definisce «notizie infondate». Quali? Una su tutte: che l'istituto Denza abbia dichiarato il fallimento causa centinaia di migliaia di euro spariti un po' alla volta dalle casse della scuola: «Sciocchezze» è la risposta di padre Leonardo: «Sono anni che paghiamo i debiti del Denza, non c'è alcun fallimento in atto e nessun problema con le banche, questo sia ben chiaro. Se si chiude è proprio perché non possiamo continuare a pagare. Il resto sono solo pettegolezzi».

Amareggiato e dispiaciuto dell'imminente chiusura della scuola che lo vede ancora al vertice, padre Pasquale Riillo, un passato da Provinciale dei Barnabiti per il Centro-sud, insegnante di greco e latino, rettore dell'istituto di Posillipo dal 2014 quando prese il posto di padre Dante Toia, un anziano sacerdote che, una mattina di luglio, pochi giorni dopo aver compiuto 82 anni, si suicidò lanciandosi dalla finestra della sua camera da letto sotto gli occhi di decine di studenti in attesa di sostenere l'esame di maturità.

Riillo se la prende con il calo demografico: «Se nascono meno bambini non è certo colpa mia - si difende don Pasquale - purtroppo non abbiamo più studenti, o meglio, le iscrizioni sono pochissime e non riusciamo a formare nuove classi. È da tempo che resistiamo, adesso non è più possibile». Anche il rettore di fallimento non vuole sentire parlare: «Non diciamo sciocchezze, qui non è fallito nessuno: è vero che la scuola vive una situazione economica molto difficile ma niente di più. I conti sono tutti in ordine». Proprio in ordine, secondo il padre provinciale, non sarebbero anche se, don Leonardo, parla asetticamente di «entrate inferiori alle uscite».

Grande delusione tra studenti e genitori affezionati a una delle istituzioni scolastiche tra le più antiche e prestigiose della zona. Intitolata al padre Francesco Denza - barnabita napoletano, scienziato meteorologo e fondatore dell'Osservatorio astronomico del Vaticano - la scuola, dal 1943, ha allevato generazioni di studenti. Non solo. Da circa tre anni le sale dell'istituto di via Coroglio ospitano anche il primo museo etrusco di Napoli. Oltre ottocento reperti di proprietà dei sacerdoti che risalgono al periodo tra l'età del bronzo e l'epoca imperiale, e che nel 2003 sono stati dichiarati di «eccezionale interesse archeologico e storico-artistico» dalla Sovrintendenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA