Napoli Città Libro con il tutto esaurito: e la rete dei festival del Sud rilancia

Napoli Città Libro con il tutto esaurito: e la rete dei festival del Sud rilancia
di Giovanni Chianelli
Domenica 27 Maggio 2018, 12:41
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Il terzo giorno di «Napoli Città Libro» inizia con l'arrivo di Roberto Fico, presidente della Camera, assente all'inaugurazione per impegni politici. Subito un piccolo fuori programma: alla fine dello scalone in pietra che porta al primo piano del complesso monumentale di San Domenico Maggiore si fa largo tra le guardie del corpo e corre ad abbracciare Carola Flauto, scrittrice, presso lo stand delle edizioni Il Ciliegio. «Che felicità vederti», dice la terza carica dello stato. L'ingresso, caldo e poco istituzionale, fa il pari con l'intervento in occasione della presentazione della rete dei festival del Sud, alla presenza dei promotori delle principali manifestazioni editoriali meridionali: «Da sempre sono per le reti, come sapete. E ancora di più quelle che nascono dal basso, dalle idee dei cittadini che si mettono insieme ispirati da un'idea, un progetto». La rete dei festival raccoglie 25 rassegne, al salone sono presenti in 7: «Dall'anno prossimo convergeranno tutte nel Salone, individuando nella nostra città la capofila di queste splendide realtà il commento di Francesco Durante, direttore artistico e principale artefice dell'iniziativa.

Poco prima della visita di Fico e probabilmente proprio per questo il servizio d'ordine ha allontanato il poeta di strada Silvestro Sentiero dal complesso. «In fondo la mia casa è la strada» ha detto con un sorriso un po' amaro Sentiero, che vanta un'antica collaborazione con Paolo Sorrentino: «peccato che in altri festival fuori città mi invitano e mi onorano. Qui, a casa, mi buttano fuori».
 

Affluenza buona, ormai consolidata: alta ma sostenibile. Con qualche malumore da parte degli editori. Serena Venditto di Homo Scrivens, che in questi giorni esordisce per Mondadori con il romanzo Aria di neve, parla di carenza di spazi per gli espositori: «La disposizione è un po' infelice. Siamo costretti al centro delle strette corsie del complesso. E poi i piccoli editori non hanno potuto fare presentazioni dei propri prodotti». Diego Guida (Guida editore), organizzatore con Rosario Bianco (Rogiosi) e Alessandro Polidoro (Polidoro editore), difende la scelta della location: «Significativa che sia nel cuore della città, diversamente da Milano e Torino che usano spazi industriali dimessi. Perché il nostro è più un salone che una fiera commerciale. E questo ha un fine ulteriore: creare i presupposti di un'attenzione turistica. Di qualità, perché gli ospiti si fermeranno e, speriamo, racconteranno i nostri luoghi e la nostra editoria».

I problemi non sono però solo strutturali. Donatella Gallone di Mondo di Suk: «Sarebbe stato meglio puntare di più su autori ed editori campani, elevandoli, magari tramite strategie di comunicazione, al piano nazionale». Mentre Maurizio Zanardi di Cronopio è interessato agli sviluppi: «Noto l'emergere, finalmente, di un orgoglio locale dell'editoria campana. Spero solo non cada nel localismo».
 
Cristina Comencini, presentata dalla giornalista Titta Fiore, parlando del suo Da soli (Einaudi) si spende su Napoli: «Sto scrivendo un thriller psicologico e una parte sarà ambientata a Nisida». E rievocato le origini partenopee: «Se a papà devo il cinema, alla mamma partenopea faccio risalire la passione per il racconto e quindi per la scrittura».

Oggi è l'ultimo giorno, c'è attesa per Diego De Silva, protagonista di un reading alle 20 con il Trio Malinconico, intitolato al suo personaggio di successo, con Aldo Vigorito al contrabbasso e Stefano Giuliano al sax: «Puntiamo sulla miscela di letture e musica per offrire una presentazione meno paludata. La musica è spesso al centro dei miei scritti, penso che questa formula continuerà anche altrove. L'autore da poco ha dato alle stampe

Superficie edito da Einaudi: «Un saggio indiretto con cui cerco di esorcizzare luoghi comuni e linguaggio di plastica di cinema, fiction, web. Non volevo scrivere un romanzo ma porre una riflessione su come parliamo adesso. Collezionare frasi fatte mi sembrava il modo più diretto per farlo». Qualcuno ha accostato l'idea a Piccoli momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo, bestseller degli ultimi anni: «In realtà sono libri molto diversi ma sono felice che ci accostino. Riesco a capire perché un mio lettore è spesso anche un lettore di Francesco». Invece in questa operazione De Silva si è ispirato a Ennio Flaiano: «Una collezione di anti-aforismi che nasce leggendo il padre di Un marziano a Roma, cattivissimo e fine interprete dei clichè di un tempo». Una considerazione sul neonato salone? «Ancora non l'ho visto ma amici me ne parlano bene. Io non posso essere che felice, soprattutto per la location: una vetrina colta per quella che, senza ombra di dubbio, è la città più bella del mondo».
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