Si avvicina l'arrivederci e «NapoliCittàLibro» guarda già alla prossima edizione, la terza. Con più fondi, in un'altra sede. Il Salone del libro e dell'editoria è pronto a entrare nella rete Aldus, il network europeo che sostiene questo tipo di iniziative nei ventotto paesi dell'Unione. «Ed è probabile che sia indicata una diversa location, con caratteristiche precise previste nel regolamento che richiede anche un certo tipo di eventi professionali e incontri con i giovani», dice Diego Guida, uno degli organizzatori della kermesse che sta valutando questa scelta, e intanto incassa la disponibilità a investire da parte della Banca d'Italia. «Solo domani sarà possibile, però, fare un bilancio, analizzando pro e contro. Verificheremo poi le strutture adatte a ospitare la manifestazione», spiega l'editore, riaprendo il dibattito sulle difficoltà, evidenti in città, nel trovare luoghi adatti e fattive collaborazioni. «A noi è piaciuta l'idea di coniugare un evento di promozione della lettura in un contesto culturale per rappresentare l'immagine di Napoli», aggiunge Guida, ammettendo le difficoltà logistiche ma sono soddisfatto di aver portato innanzitutto i ragazzi delle scuole a San Martino.
Fuori, alle 18 sotto la pioggia sottile, c'è la fila alla biglietteria. Dentro, si attraversa una struttura labirintica, e la disposizione degli stand è anche dettata dalle norme di sicurezza. A fianco a fianco, ci sono sigle di nicchia con proposte che non hanno vetrina, se non online. E l'Unione editori e librai cattolici italiani si trova vicino a Eretica edizioni di Buccino («Che non ha comunque nulla di blasfemo», sorridono i titolari per l'accostamento, quasi un ossimoro). «Non mancano grandi nomi come Mondadori che hanno lo stesso spazio degli altri, 14 metri quadrati», interviene Guida. Tra i relatori, Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato GeMS, svela i segreti di un «esordio perfetto» per diventare bravi scrittori. Con tre autrici di best-seller: Valentina D'Urbano, Lavinia Peti e Ilaria Tuti. «Napoli è una città piena di risorse intellettuali, ne ha di Milano», fa notare Mauri, chiudendo la conferenza con una nota di ironia («Chi ha progettato questo castello, odiava il caldo»). Nell'auditorium si consegna il «Premio per l'impegno civile» a «Un giorno per la memoria», libro a cura di Anna Copertino, mentre il «Premio Morante Nisida - Dinacci» va a «Vico esclamativo» di Chiara Nocchetti pubblicato da Edizioni San Gennaro, nuova sigla appena creata al rione Sanità con l'obiettivo di sostenerne il riscatto. «A ottobre va in stampa la prima collana chiamata Svincoli e affidata ad Angelo Petrella», annuncia Edgar Colonnese che può vantare dalla sua un lavoro a quattro mani di Silvio Perrella e Raffaele La Capria e un altro di Antonio Menna. Dopo l'autore di «Ferito a morte», Renzo Arbore canticchia sul palco: «Sto tramando per far diventare la canzone napoletana patrimonio dell'umanità. È la più bella del mondo», certifica lo showman, ricordando il suo legame fortissimo con Parthenope. «Anche oggi sono arrivato con il sole e ho pensato: che culo nascere in questa città, avete un culo formidabile e vi auguro di godervela tanto».
Sarà un caso che è assente il wi-fi, ma lo scrittore-magistrato Giancarlo De Castaldo ribalta la prospettiva: «Dobbiamo disintossicarci dai social». Con Francesco Piccolo, solo posti in piedi. «La location è strepitosa, forse non c'è un posto più bello dove organizzare una rassegna di editoria», dice lo scrittore e sceneggiatore. Sedicimila gli ingressi in tre giorni. Considerato che oggi è domenica, la giornata clou e ultima, si va verso il sorpasso dei 20mila accessi registrati nella precedente edizione. E, per la prossima, si ipotizza il trasloco in un'altra fortezza, a Castel Capuano.
Napoli Città Libro, giù il sipario e addio: «Pronti a lasciare Castel Sant'Elmo»
di Maria Pirro
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Domenica 7 Aprile 2019, 08:30 - Ultimo agg. :
13:21
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