Napoli ricorda Don Placido e la Madonnina amata dai fedeli

Napoli ricorda Don Placido e la Madonnina amata dai fedeli
di Giuliana Covella
Giovedì 23 Giugno 2022, 19:19 - Ultimo agg. 20:20
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Napoli riscopre Don Placido Baccher de Gasaro e chiede il riavvio del processo di beatificazione fermo al 1945. La carismatica figura del sacerdote che fu il padre spirituale di Francesco II di Borbone è stata al centro del convegno organizzato dall’A.n.c.c. (Associazione nazionale cavalieri costantiniani italiani) e dall’Accademia napoletana di studi storici con il patrocinio della Regione Campania e della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, dal titolo “Venerabile Don Placido Baccher, l’Apostolo dell’Immacolata”, che si è svolto nella chiesa di Santa Maria Donnaromita.

Un incontro fortemente voluto per ricordare il religioso che fu personaggio molto noto nella Napoli della prima metà del XIX secolo, amato e rispettato sia dalla corte borbonica che dal popolo. Nonostante siano trascorsi quasi 200 anni, il culto per la famosa “Madonnina di Don Placido”, da lui stesso realizzata insieme allo scultore Nicola Ingaldi e proclamata da Papa Pio IX “protettrice di Napoli”, è sempre vivo, soprattutto in occasione del cosiddetto Sabato privilegiato (che cade il primo sabato dopo il 30 dicembre di ogni anno), in cui la basilica del Gesù Vecchio è aperta dall’alba al tramonto per accogliere migliaia di fedeli devoti alla Madonna. A moderare l’evento è stato il giornalista e direttore di Cronache Costantiniane Eugenio Donadoni. Tra gli interventi di particolare rilevanza quello di Vittoria Fiorelli, docente di storia moderna al Suor Orsola Benincasa; Luigi Castiello, vicepresidente Accademia napoletana studi storici; Francesco Rivieccio, responsabile del servizio per le cause dei santi dell’Arcidiocesi di Napoli; lo storico Gennaro De Crescenzo; Andrea Zuppelli, dell’Archivio storico del Banco di Napoli.

Amato e riverito sia dalla corte che dal popolo: questo è emerso nel corso del convegno a lui dedicato sulla figura di Don Placido, molto noto nella Napoli di circa 200 anni fa e oggi riscoperto sui social grazie a Donadoni, che spiega: «oltre al valore storico e religioso a questa figura mi lega un interesse personale, dato che Don Placido era il fratello del mio bisnonno».

Si tratta di una figura napoletana che ha segnato la storia del culto mariano cittadino. Placido Baccher (1781-1851) era un uomo umile e un servo devoto di Maria, tanto da essere chiamato “l’Apostolo dell’Immacolata”.

Rettore del Gesù Vecchio, svolse tra l’altro attività benefiche, ma è noto soprattutto per la Madonnina che, come ha evidenziato la Fiorelli, è l’unica a Napoli che tiene il bambino in braccio. Baccher fu poi grande confessore: lunghe code di fedeli per farsi ricevere dal sacerdote e confidagli i propri peccati da espiare. Come la stessa regina, madre di Ferdinando di Borbone, che lui aveva pubblicamente biasimato per una presunta condotta immorale. Storie, racconti, aneddoti che si rincorrono nel corso della giornata dedicata a Don Placido, particolarmente legato al sovrano borbonico che spesso - si racconta - andasse in visita da lui al Gesù Vecchio. «Si incontravano a metà strada, come scrive Luigi Settembrini - spiega Donadoni - l’uno imponente e l’altro più minuto. “Così iniziava il balletto”, ricorda ancora lo storico nei suoi scritti».

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Ma soprattutto al centro del dibattito c’è stata la discussione sul processo di beatificazione fermo al 1945: «i fascicoli sono depositati a Roma e ancora non sono stati esaminati», dice Donadoni. Con l’auspicio - si augurano i promotori - che si solleciti la procedura in concomitanza con quella di Francesco II di Borbone, di cui Don Placido era padre spirituale.

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