Nulla è più divino dell’Inferno, a giudicare dal close up che artisti, poeti e letterati hanno rubato alla 'Commedia' di Dante Alighieri, come originariamente voleva si chiamasse 'La Divina Commedia', il suo legittimo autore. E dunque la mostra, di Cyop&kaf ispirata alla Divina Commedia.
Una mostra molto interessante che evidenzia la modernità dell’opera di Dante e come Dante possa oggi essere reinterpretato anche guardando alle tendenze più innovative dell’arte contemporanea.
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‘Durante’, la mostra di Cyop&kaf, ispirata alla Divina Commedia, è stata inaugurata questo pomeriggio nell’Aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici, della Federico II alla presenza del Rettore Matteo Lorito e del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi.
Inoltre, Il Comune di Napoli metterà a disposizione il Complesso di San Domenico Maggiore che consentirà un’esposizione a cui potranno accedere tutti i cittadini e i turisti, in particolare nel periodo natalizio. Un bel modo per ricordare Dante a Napoli guardando alla modernità.
«La mostra completa il nostro percorso di celebrazione del settecentenario di Dante, che si conclude con un grande regalo alla città - ha sottolineato il rettore Lorito - La realizziamo in un luogo straordinario creando una sinergia tra luogo della cultura del meridione, Dante, che continua a ispirare con la sua opera, e due artisti della cultura napoletana che hanno fatto un lavoro straordinario del territorio, capaci di collegare arte, territorio, cultura e anche sentimenti».
Cyop&kaf sono un duo di artisti di strada attivi a Napoli da venticinque anni. Le loro opere godono di una ricezione nazionale ed europea.
Ogni tavola è accompagnata a un pannello in cui saranno leggibili i corrispettivi versi danteschi illustrati e l’immagine di una miniatura antica. Quest’ultima permetterà di percepire in maniera immediata il serbatoio di fantasia che da più di settecento anni nutre il nostro immaginario.
«La mostra è un tentativo di ritraduzione in immagini dalla commedia, fatta da due artisti di fama internazionali, benché fortemente radicati sul territorio napoletano, come Cyop&Kaf che prendendo ispirazione dalle miniature trecentesche che erano state ospitate nei manoscritti della Commedia, hanno provato a reinterpretare secondo la loro sensibilità contemporanea e fortemente orientata alla chiave di rigenerazione urbana, il grande patrimonio di immaginario che la Commedia ha messo a disposizione - ha spiegato Mazzucchi - L’Ateneo con grande intelligenza e lungimiranza, ha acquisito queste opere, che diventano un patrimonio della Federico II e occasione di riflessione sui meccanismi della creatività».
Dalla Porta dell’Inferno, entriamo in un labirinto di opere pittoriche che celebrano il Bene attraverso il Male e il Male che inesorabilmente porta il conformarsi al Bene. Nel dettaglio: la mostra è composta da 40 tavole, -40 x 100 cm-, una composizione di tavole, - 4 x 2,10 mt-, che forma il Purgatorio e una composizione di tavole, -2,8 x 3 mt-, per il Paradiso.
Il viaggio sembra suggerirci che il Paradiso non è di questo mondo ma che se proprio lo vogliamo possiamo costruirlo solo a partire dalla conoscenza del suo sulfureo antagonista.
Il tutto a testimoniare come il mito di Dante abbia attraversato secoli, culture, confini geografici e codici espressivi imponendo topoi ben precisi agli artisti, che li hanno riletti con canoni sempre nuovi. La Divina Commedia è un patrimonio immaginifico inestimabile.