Napoli, alla Federico II tavole per Inferno, Purgatorio e Paradiso: è «Durante» di Cyop&kaf

Napoli, alla Federico II tavole per Inferno, Purgatorio e Paradiso: è «Durante» di Cyop&kaf
di Alessandra Martino
Lunedì 22 Novembre 2021, 21:31
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Nulla è più divino dell’Inferno, a giudicare dal close up che artisti, poeti e letterati hanno rubato alla 'Commedia' di Dante Alighieri, come originariamente voleva si chiamasse 'La Divina Commedia', il suo legittimo autore. E dunque la mostra, di Cyop&kaf ispirata alla Divina Commedia.

Una mostra molto interessante che evidenzia la modernità dell’opera di Dante e come Dante possa oggi essere reinterpretato anche guardando alle tendenze più innovative dell’arte contemporanea.

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‘Durante’, la mostra di Cyop&kaf, ispirata alla Divina Commedia, è stata inaugurata questo pomeriggio nell’Aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici, della Federico II alla presenza del Rettore Matteo Lorito e del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi.

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Inoltre, Il Comune di Napoli metterà a disposizione il Complesso di San Domenico Maggiore che consentirà un’esposizione a cui potranno accedere tutti i cittadini e i turisti, in particolare nel periodo natalizio. Un bel modo per ricordare Dante a Napoli guardando alla modernità.

«La mostra completa il nostro percorso di celebrazione del settecentenario di Dante, che si conclude con un grande regalo alla città - ha sottolineato il rettore Lorito - La realizziamo in un luogo straordinario creando una sinergia tra luogo della cultura del meridione, Dante, che continua a ispirare con la sua opera, e due artisti della cultura napoletana che hanno fatto un lavoro straordinario del territorio, capaci di collegare arte, territorio, cultura e anche sentimenti».

Cyop&kaf sono un duo di artisti di strada attivi a Napoli da venticinque anni. Le loro opere godono di una ricezione nazionale ed europea.

Oltre ai lavori in strada, numerose sono le mostre realizzate nel corso della loro attività. Il tratto che rende originale e unica la loro prassi artistica è lo stretto nesso che si instaura tra opere e luoghi che le accolgono ma va evidenziata anche la sperimentazione di diversi linguaggi artistici. In occasione del settecentenario dantesco il Dipartimento di Studi Umanistici ha intrapreso un lavoro di catalogazione delle miniature antiche e dell’apparato iconografico che accompagna il testo della Commedia nei manoscritti antichi (Illumineted Dante Project) e il duo ha deciso di avviare col DSU una collaborazione che coniugasse ricerca specialistica e urgenze figurative contemporanee.

Ogni tavola è accompagnata a un pannello in cui saranno leggibili i corrispettivi versi danteschi illustrati e l’immagine di una miniatura antica. Quest’ultima permetterà di percepire in maniera immediata il serbatoio di fantasia che da più di settecento anni nutre il nostro immaginario.

 «La mostra è un tentativo di ritraduzione in immagini dalla commedia, fatta da due artisti di fama internazionali, benché fortemente radicati sul territorio napoletano, come Cyop&Kaf che prendendo ispirazione dalle miniature trecentesche che erano state ospitate nei manoscritti della Commedia, hanno provato a reinterpretare secondo la loro sensibilità contemporanea e fortemente orientata alla chiave di rigenerazione urbana, il grande patrimonio di immaginario che la Commedia ha messo a disposizione - ha spiegato Mazzucchi - L’Ateneo con grande intelligenza e lungimiranza, ha acquisito queste opere, che diventano un patrimonio della Federico II e occasione di riflessione sui meccanismi della creatività».

Dalla Porta dell’Inferno, entriamo in un labirinto di opere pittoriche che celebrano il Bene attraverso il Male e il Male che inesorabilmente porta il conformarsi al Bene. Nel dettaglio: la mostra è composta da 40 tavole, -40 x 100 cm-, una composizione di tavole, - 4 x 2,10 mt-, che forma il Purgatorio e una composizione di tavole, -2,8 x 3 mt-, per il Paradiso. 

Il viaggio sembra suggerirci che il Paradiso non è di questo mondo ma che se proprio lo vogliamo possiamo costruirlo solo a partire dalla conoscenza del suo sulfureo antagonista.

Il tutto a testimoniare come il mito di Dante abbia attraversato secoli, culture, confini geografici e codici espressivi imponendo topoi ben precisi agli artisti, che li hanno riletti con canoni sempre nuovi. La Divina Commedia è un patrimonio immaginifico inestimabile.

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