Dal Settecento a Barbie» a cura di Vincenzo Capuano, aperta da domani fino al 19 marzo nel Convento di San Domenico Maggiore e voluta dall'assessorato alla Cultura del Comune di Napoli come parte integrante del Natale a Napoli, che ha come simbolo l'antico gioco di strada dello «strummolo» ed è dedicato quest'anno proprio al tema delle «pazzielle». «Questa mostra è il pezzo forte degli eventi culturali proposti per il Natale in città - spiega l'assessore Nino Daniele - Puntiamo molto sull'idea del gioco tradizionale per riconquistare le strade e recuperare la dimensione della socialità e della condivisione, a partire dai più piccoli. I giochi di un tempo come lo strummolo, dal nome di derivazione greca che riporta alle origini della nostra città, non isolavano come i videogiochi di oggi che creano anche disturbi ai ragazzi, ma li facevano incontrare».
Perciò la mostra è un percorso ludico «nella magia fuori del tempo della civiltà dei giocattoli» tra circa duemila pezzi provenienti da tutto il mondo, di cui la metà dal Museo del Giocattolo di Napoli del Suor Orsola Benincasa, nato dalla passione collezionistica di Vincenzo Capuano. Il viaggio tra i giochi e l'immaginario che evocavano parte dall'età dei lumi arriva fino alla cultura del benessere del secondo Novecento, strutturandosi per aree tematiche e cronologiche: bambole, giocattoli di latta, pupazzi e personaggi, giocattoli di legno, giochi da tavolo, giocattoli militari. L'allestimento è plurimediale e immersivo e vede accanto a manufatti ingegnosi e rari - automi, dame, pulcinella, orsi, pupazzi, giocattoli di legno, teatrini, giochi da tavolo, giocattoli militari, spaziali, di latta, auto, giocattoli di fantasia, trenini - anche testimonianze di costume e di perizia artigianale, oltre che di vera e propria imprenditoria, arrivati da tutte le fabbriche del gioco di Europa e d'Oltreoceano, per mettere in vetrina la centralità della creatività e della fantasia.
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