Napoli, un libro dedicato a Claudio Sabattini: «Così ha cambiato il sindacato»

Napoli, un libro dedicato a Claudio Sabattini: «Così ha cambiato il sindacato»
di Alessio Liberini
Lunedì 11 Luglio 2022, 16:38 - Ultimo agg. 18:34
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Democrazia, indipendenza, autonomia e ascolto. Sono queste le quattro parole d’ordine che hanno contraddistinto la vita, politica e sindacale, di Claudio Sabattini. Intellettuale a tutto tondo è stato protagonista, indiscusso, della stagione operaia del secondo Novecento.

Un’epoca significativa per la storia del nostro Paese. Dai moti rivoluzionari del Sessantotto, passando per l’emblematica vertenza Fiat e la conquista della mezz’ora di pausa per i turnisti, fino allo spettro chiamato globalizzazione. Nel 1994 viene eletto, «per soli due voti di scarto», segretario generale nazionale della Fiom aprendo, nei fatti, una storica fase di cambiamento e crescita all’interno del sindacato dei metalmeccanici. Rilanciando il ruolo e la funzione dello stesso a partire dal rapporto con lavoratrici e lavoratori.

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Per chi l’ha conosciuto Sabattini è difatti la parola “sindacalista” fatta persona. Ed è proprio in questo scenario, storico e sociale, che si immerge il giornalista Gabriele Polo. L’autore del libro, pubblicato da Castelvecchi Editore, «Il sindacalista- Claudio Sabattini. Una vita in movimento». Opera che è stata presentata questa mattina presso la Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli.

«È la storia di una persona che ha scelto di fare il sindacalista, dopo essere stato un dirigente del Partito Comunista, perché credeva che il sindacato fosse il luogo più utile per l'emancipazione ed il miglioramento le condizioni di vita dei lavoratori».

A raccontarlo, durante la presentazione, è stato direttamente l’autore, il giornalista Gabriele Polo. «Sabattini – evidenzia Polo - ha fondato tutto il suo percorso su alcune architravi: la democrazia, come rapporto coi i lavoratori ma anche come metodo di lavoro, l'indipendenza e l'autonomia del sindacato dai partiti e dalle aziende e la centralità del conflitto tra capitale e lavoro come motore della storia. La Fiom di oggi è anche il prodotto degli anni di Claudio Sabattini».

Presenti alla discussione odierna anche tanti delegati sindacali. A partire dal segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, che ha dato il via alla presentazione del saggio. «Tutti i grandi dirigenti della nostra organizzazione – ha ricordato Ricci ai presenti in sala - hanno avuto come comune denominatore la loro contemporaneità a distanza di anni e Claudio Sabattini non sfugge a questa capacità, dal momento che ha saputo guardare, con grande anticipo sui tempi, le condizioni economiche e sociali in cui ci saremmo poi trovati».

«L'insegnamento che ha lasciato Sabattini - ha osservato, invece, il segretario generale della Fiom, Michele De Palma - è uno: il sindacato deve essere autonomo, indipendente, democratico e deve essere in grado di contrattare nel rapporto con le delegate, con i delegati e con i lavoratori. Nel segno di Claudio Sabattini continueremo ad essere i metalmeccanici che con la loro storia hanno poi dopo realizzato obiettivi di carattere generale per il resto del paese e per tutto il sindacato».

Presente all’incontro anche l’attuale consigliere comunale di Napoli, già sindaco e presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. «Non è stato solo un grande sindacalista – dice Bassolino - ma anche un intellettuale, un dirigente del movimento degli studenti a Bologna, un uomo curioso che cercava di capire ciò che si muoveva nel mondo. In questo senso, ha avuto anche una grande attenzione per i nuovi movimenti giovanili che abbiamo avuto anche negli anni Novanta».

Per l’ex ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nel primo governo D'Alema, la lezione che ci ha lasciato Sabattini è che «la sinistra deve avere le sue radici nel mondo del lavoro».

Radici che, al giorno d’oggi, «devono essere rafforzate in tutto il Paese, a partire dai luoghi di lavoro, in quelli più classici ma anche nei nuovi, guardando anche al mondo del precariato» è il monito di Bassolino che osserva anche le realtà, instabili, dell’occupazione tra i giovani: «Troppi ragazzi sono senza tutele e senza diritti. Bisogna rilanciare una grande stagione di diritti».

«Ho vissuto con Claudio dal 1994 fino al 2003, anno in cui ci ha lasciato - ricorda invece, Rosario Rappa, responsabile nazionale del Mezzogiorno per la Fiom - L’ultimo anno lo abbiamo convissuto. Quando gli ho lasciato il ruolo di segretario generale della Fiom siciliana per passare alla segretaria nazionale».

Così, dopo l’esperienza romana, sulle orme lasciate dallo stesso Sabattini, è tornato a “sporcarsi le mani” tra le delicatissime crisi del Meridione. Svolgendo, nel corso di questi ultimi tre anni, un ruolo di primo piano in quella che oggi è diventata una vertenza simbolo per l’intero Paese: parliamo della Whirlpool di Napoli. Ecco perché, anche oggi in occasione della presentazione del saggio dedicato alla vita del sindacalista bolognese, erano presenti alcuni Rsu della Fiom provenienti dalla fabbrica di via Argine.

«È una vertenza che dovrebbe essere stata già chiusa – spiega, in merito, il segretario generale della Fiom, Michele De Palma – sia il Governo che il tessuto industriale avrebbero dovuto già da tempo rimettere al lavoro le persone. Come spesso si dice, in Italia a salvare il lavoro sono le imprese e lo Stato io penso invece che la vicenda Whirlpool dimostra che gli unici che vogliono salvare l’industria e il lavoro sono i lavoratori».

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