I capolavori di Capodimonte al Louvre: Napoli conquista Parigi con l'arte

Oggi l'inaugurazione con Mattarella e Macron. Spazio anche a teatro, musica e cinema

Al Louvre oltre 70 capolavori di Capodimonte
Al Louvre oltre 70 capolavori di Capodimonte
di Francesca Pierantozzi
Mercoledì 7 Giugno 2023, 00:01 - Ultimo agg. 8 Giugno, 07:33
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È molto più di una mostra quella che si inaugura oggi al Louvre: «Naples à Paris», Napoli a Parigi, sono oltre 70 capolavori di Capodimonte «disseminati» nelle sale del museo, come una collezione nella collezione. Non una «banale» (così si legge nel bellissimo catalogo) esposizione temporanea, ma un inedito e straordinario dialogo tra artisti, quadri, epoche, tra due musei e tra due Paesi. 

Non è un caso che a inaugurarla siano oggi i due presidenti, Sergio Mattarella e Emmanuel Macron: l’occasione è degna di un vertice binazionale. «L’idea di far dialogare le opere ha aperto prospettive inaspettate», ha detto ieri il direttore di Capodimonte Sylvain Bellenger che, con Sebastien Allard, direttore del dipartimento delle pitture del Louvre, ha condotto una visita guidata in anteprima. I capolavori di Capodimonte «sparigliano» il percorso tradizionale che affronta il visitatore del Louvre. 

A Capodimonte il Louvre ha offerto infatti lo spazio più bello che ha: la Grande Galerie. Tra i Leonardo, i Raffaello, i Tiziano, i Guido Reni, hanno trovato posto (fatto inedito nella secolare storia dei luoghi) le opere arrivate da Napoli. Cinquanta quadri della Grande Galerie sono stati sloggiati per far posto a 31 opere di Capodimonte. Per i milioni di visitatori del Louvre sarà l’occasione di scoprire che il museo napoletano conserva le opere che riempiono i manuali di storia dell’arte di mezzo mondo. «Siamo l’unico museo ad avere una collezione che comprende opere di tutta la storia dell’arte italiana, dal dodicesimo secolo all’era contemporanea, senza soluzione di continuità», ha spiegato Bellenger. 

«Napoli a Parigi» si inaugura con un quadro acquistato dal museo nel 1910 per 800 lire: «La crocifissione» del Masaccio.

Una prima assoluta dentro le pareti del Louvre che – si scopre – non ha nella sua pur mastodontica collezione, nessuna opera del grande pioniere del Rinascimento. Le due squadre – parigina e napoletana -, che hanno lavorato insieme all’allestimento, assicurano che l’incontro tra i due musei lascerà tracce ben oltre il tempo della mostra (che dura fino all’8 gennaio): «Ospitare queste opere ci ha fatto avere uno sguardo più critico sulle nostre collezioni», dice Allard, «in particolare sul modo in cui la Francia considera l’arte italiana». «Questa esperienza ci farà riflettere anche a Napoli e avrà un’influenza su Capodimonte che riaprirà nel 2025 dopo i lavori di ristrutturazione», fa eco Bellenger. L’allestimento è stato pensato per far vivere e parlare in modo diverso le collezioni. «La trasfigurazione» di Giovanni Bellini ritrova gli altri quadri del pittore veneziano da sempre esposti nella Grande Galerie e «conferisce loro una nuova luce, ne mostra una forza maggiore». 

 

Con il barocco dell’ipnotizzante «Vergine del baldacchino» di Luca Giordano, è Napoli con tutta la sua teatralità, la sua spettacolarità, che fa irruzione nella Grande Galerie. «Napoli non cerca l’equilibrio», riflette Bellenger, «introduce un elemento drammatico, nell’equilibrio e nella grazia dello sguardo francese». La «Danae» di Tiziano e il ritratto di Galeazzo Sanvitale del Parmigianino, arrivati da Napoli, sono stati sistemati di fronte al Baldassarre Castiglione di Raffaello: «Riuniamo qui, in questi pochi metri», dice quasi con commozione Patrizia Piscitello, curatrice a Capodimonte, «la più alta espressione del Rinascimento italiano». Il Louvre ha aperto a Capodimonte altre due sale, quella della Chapelle e, ancora più su, quella dell’Horloge.  Anche qui non un’esposizione statica, ma un dialogo: come quello che si instaura tra il Vesuvio presente nei quattro dipinti della collezione Farnese esposti nella Salle de la Chapelle e la piramide di vetro che riempie il quadro della finestra rivolta verso le Tuileries. 

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«Napoli a Parigi» non resterà soltanto dentro le pareti del Louvre. La mostra inaugura una stagione napoletana che durerà fino all’inverno, con una programmazione che include teatro (Eduardo de Filippo, presentato come «il Molière italiano»), poi musica, cinema, incontri e dibattiti. Ed è nel nome di Napoli che Mattarella ritrova Macron per una visita di due giorni. Oggi, dopo l’inaugurazione congiunta al Louvre, pranzo privato a quattro (Macron con la moglie Brigitte, Mattarella con la figlia Laura) all’Eliseo. L’occasione di mettere da parte le tensioni altalenanti tra i governi, in nome non solo dell’arte, ma anche della «fiducia e dell’amicizia che lega i due presidenti», come hanno ripetuto in questo giorni all’Eliseo, lasciando da parte i toni protocollari d’ordinanza.

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