Napoli, Pasquetta d'arte: è folla nei musei, Canova batte tutti

Napoli, Pasquetta d'arte: è folla nei musei, Canova batte tutti
di Maria Pirro
Martedì 23 Aprile 2019, 10:22
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L'attore Patrizio Rispo sceglie la mostra su Canova al Mann. Luciano Ferrara, cameriere 46enne, con la moglie e la figlia aspetta un'ora in fila per vedere il Cristo velato: alle 14 la cappella Sansevero ha già accolto 4mila visitatori (4166, a fine giornata), 12mila nel weekend. Numeri mai visti, orari prolungati e aperture straordinarie fissate in vista del ponte del 25 aprile e del primo maggio.

Napoletani e turisti all'assalto dei musei, complice il maltempo e i parchi chiusi a causa dell'allerta meteo. Fuori gli ombrelli: è boom di visitatori, solo ieri almeno 15mila in totale nei principali luoghi dell'arte. Tra questi, 5mila ammirano il tesoro di San Gennaro e il museo Filangieri, per la prima volta aperti a Pasquetta. Non solo: «C'è la concreta possibilità che entro fine mese questo record venga ampiamente superato», prevede il direttore Paolo Jorio. Fila anche a Capodimonte per «Caravaggio Napoli»: nel lunedì in albis 2396 ingressi. Rosindo Guagneli, commercialista di Rimini, avrebbe voluto trascorrere le vacanze in barca: «Ho lasciato Positano per evitare la pioggia e scoperto questo posto straordinario», aggiunge senza distogliere lo sguardo dalla «Flagellazione».

Il rappresentante Gaetano Altobelli con il figlio Paolo, studente di lingue, proviene da Acerra. Subito dopo, si fa avanti un gruppetto di insegnanti: in testa Vincenzo Olivieri, Michele Avitabile e Pasquale Marrazzo che raccontano del viaggio in Circumvesuviana da Castellammare di Stabia, poi la pausa pranzo per la pizza e la «lunga passeggiata» dalla stazione della metropolitana di piazza Cavour per salire, appunto a piedi, sulla collina. L'esposizione conta già più di 10mila presenze, con un incremento del 30 per cento nel fine settimana. Merito di un'offerta culturale variegata, con tre mostre (Caravaggio, Fabre e Depositi) e tutte le sezioni aperte, dalla collezione De Ciccio all'Armeria farnesiana e borbonica. «Il museo ha ritrovato la sua visibilità nazionale e internazionale e il suo rapporto con la città», dice soddisfatto il direttore Sylvain Bellenger, ricordando il servizio navetta con il centro città e il bus diretto con il Pio Monte Misericordia (in partenza ogni 30 minuti dalla Porta piccola del Real bosco, 119 trasportati gratuitamente ieri per consentire di ammirare le Sette opere, l'opera negata per la mostra). Sold out i tour e le altre attività didattiche organizzate al Madre, il museo d'arte contemporanea Donnaregina: duemila visitatori negli ultimi due giorni e una serie di iniziative in sinergia con il Mann. Ma qui, al museo archeologico nazionale di Napoli, la vera star è innanzituto Antonio Canova, che fa registrare 10mila «fan» in tre giorni, 3986 a Pasquetta. Con punte di due ore di attesa per entrare nelle sale. «Abbiamo lavorato per offrire ai cittadini e ai turisti una mostra senza precedenti: hanno risposto tutti alla grande, con una partecipazione incredibile», commenta il direttore Paolo Giulierini.

La coda nel pomeriggio occupa ancora l'intero scalone, ma Emanuela Chiocca, avvocato 37enne emigrata a Milano, supera tutti mostrando il ticket on line («Di due euro più caro, e quanto è stato complicato prenotare sul web: ho dovuto chiamare il call canter», spiega). Rainews propone interviste in diretta ai ragazzi tra le statue. Vicino ad «Amore e Psiche», Federico Arpe, 49 anni, assicuratore, spiega che arriva da Verona: «Ho fatto tappa prima a Pompei ed Ercolano». Stesso itinerario per Maria Chiara Gialdini, 57enne impiegata, in vacanza con le figlie Lavinia e Francesca: «Tutt'e tre siamo appassionate d'arte, avremmo voluto vedere anche Napoli sotterranea, ma la fila di un'ora e trenta minuti ci ha scoraggiato», ammettono. Con ben altro spirito raggiunge il museo Lina Guadagno, assieme a otto amiche.

La 33enne indossa una maglia con la scritta wedding e il velo bianco; mentre la sua metà, Antonio Iaccarino, lavora come guida turistica non lontano, alle catacombe di San Gennaro. «È il mio addio al nubilato, mi sposo nonostante Canova», ride tra corpi scolpiti. Busti di marmo e bellezza senza fine. Altro che spogliarellisti.
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