«Napoli, polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria»

«Napoli, polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria»
Sabato 18 Giugno 2022, 08:43 - Ultimo agg. 08:44
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Al via lunedì 20 giugno alle 15,30 nella sede dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale di Palazzo du Mesnil, in via Chiatamone 62, la prima delle due giornate del convegno internazionale “Napoli, polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria” nel bicentenario della morte di Angelo Masci, intellettuale attivo a Napoli alla fine del ‘700. A lui si deve il “Discorso sull’origine, costumi, e stato attuale della natione Albanese”, pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1807.


«Nel 1900, presso l’allora Istituto Universitario Orientale di Napoli, città alla quale fu riconosciuto il suo ruolo di centralità avuta in tutto l’Ottocento per la “questione albanese, è stata istituita la prima cattedra universitaria di lingua e la letteratura albanese in Europa» dice Roberto Tottoli, rettore de “L’Orientale”.

Durante il convegno la ripubblicazione del “Discorso sull’origine, costumi, e stato at-tuale della natione Albanese”, verrà pubblicata per la prima volta a Napoli nel 1807 a firma di Angelo Masci, opera di fondamentale importanza e di grande fortuna per il risorgimento italo-albanese. Masci è stato con Pasquale Baffi una figura chiave tra gli intellettuali di fine ’700 atti-vi a Napoli che hanno aperto la strada al Risorgimento arbëresh e albanese. 

Nell’Ottocento, gli intellettuali arbereshë, protagonisti del movimento risorgimentale italiano, stabilirono un legame organico con i maggiori intellettuali napoletani. A Napoli operarono attivamente gli arbereshë Vincenzo Torelli, tra i padri del giornalismo napoletano e poi italiano e fondatore della rivista letteraria Omnibus, Emanuele Bidera, librettista di Donizetti, noto nel mondo editoriale e musicale, e altri insigni letterati e intellettuali arbereshë come Girolamo De Rada, Angelo Basile, Domenico Mauro, Demetrio Strigari, Pasquale Scura, Cesare Marini, Tommaso Pace, tutti autori di opere aventi per oggetto la letteratura, la storia, la lingua e la tradizione orale albanese. «A Napoli, De Rada scrisse la prima opera artistica in lingua albanese, Canti di Milosao (1836) e vide la luce il primo giornale albanese, “L’Albanese d’Italia (1848)» sottolinea Blerina Suta, docente di Lingua e letteratura albanese a “L’Orientale”.

Martedì 21 giugno a mezzogiorno si terrà “Si ishim e si jemi”, intervento musicale a cura di artisti sofioti della durata di 30 minuti in cui è prevista l’esecuzione di brani provenienti dalla tradizione popolare arbëreshe, della Peppa Marriti Band e del repertorio dell’Albania contem-poranea. Il repertorio arbëresh costituisce la parte più corposa della scaletta dell’intervento in questione ed è ancora oggi eseguito, sebbene più o meno differenziato tra un paese e l’altro, presso le comunità in questione in occasioni di festa o nel corso delle tradizionali Vallje.

L’evento è organizzato dal Dipartimento di Studi letterari, linguistici e comparati dell’Università L’Orientale, con la collaborazione della Biblioteca Nazionale di Napoli, del laboratorio Dicese dalla Fondazione universitaria “Francesco Solano” dell’Università della Calabria, del Laboratorio di Albanologia del Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo e con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia e dell’Ambasciata della Repubblica del Kosovo in Italia.

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