Napoli e il presepe, il maestro Vucai racconta tre storie della tradizione

Napoli e il presepe, il maestro Vucai racconta tre storie della tradizione
di Andrea Aversa
Venerdì 24 Dicembre 2021, 20:00 - Ultimo agg. 25 Dicembre, 11:30
4 Minuti di Lettura

«A me il presepe piace raccontarlo, non solo farlo e poi guardarlo. E mi piace trasmettere la sua storia soprattutto ai giovani», lo ha detto il Maestro Aldo Vucai, artigiano dell'arte presepiale. Parlare con lui all'interno della sua bottega a San Gregorio Armeno è come leggere un'enciclopedia dedicata al presepe e alla sua storia. Non solo la tradizione di un'arte trasmessa nei secoli ma anche tante curiosità che forse non tutti conoscono.

«La mia è stata una passione che fin da piccolo mi ha trasmesso mio nonno - ha spiegato Vucai - Lui faceva e vendeva presepi a San Gregorio.

Io ho iniziato per gioco, poi la passione si è trasformata in lavoro. Ma la cosa importante è che non ho mai smesso di studiare». 

Ed è così che Aldo Vucai racconta tre storie. La prima è stata quella dell'Epifania che ha come protagonista Le anime del Purgatorio. Un aneddoto che sfata un mito: il presepe andrebbe tenuto in casa fino al due febbraio, giorno della candelora. Infatti, al suo interno, andrebbero poste quelle anime migranti in cerca di pace. Per questo motivo si dovrebbe costruire un ponte, quello - appunto - delle anime vaganti.

La seconda storia ha come protagonista una donna. La principessa Mafalda Cicinelli. Il papà era contrario alla sua storia d'amore. Per questo motivo uccise l'amante della figlia con l'inganno. La leggenda narra di un falso appuntamento dato al giovane su quello che conosciamo come il ponte della Maddalena. Quando l'amore di Mafalda giunse sul posto, si trovò di fronte il padre della principessa. Quest'ultimo aveva con sè un pugnale, lo estrasse dal fodero e lo usò per uccidere l'amante della figlia.

Maddalena Cicinelli è rappresentata nel presepe. La sua statuina ha tra le mani una testa mozzata: quella del suo amore. «Questa storia dimostra quanto il presepe sia nascita e morte - ha detto Vucai - Il presepe è l'insieme delle passioni umane. E tutta quest'arte è concentrata qui, nell'antica Agorà greca, a San Gregorio Armeno, proprio nel cuore del centro storico di Napoli».

Video

L'ultima storia riguarda invece un'altra tipologia di presepe. Quello che storicamente veniva costruito nel 1.400, in occasione di un'altra importante festa cattolica: la Pasqua. «Mi sono sempre chiesto: cosa c'era prima del nostro presepe? Cosa si esponeva nelle case? - racconta Vucai - Perché in fondo il presepe che conosciamo noi, quello napoletano, è nato nel 1.600. Così indagando un po' ho scoperto che si costruiva il presepe di Pasqua».

Raffigurato come un teschio che rappresenta il monte Golgota (che in ebraico vuol dire cranio e che in realtà è la collina del calvario, quella dove fu crocefisso Gesù), il presepe di Pasqua realizzato dal maestro Vucai è il trionfo della vita sulla morte. Protagonista il Cristo che risorge. «Il presepe ha origini molto antiche - ha spiegato Vucai - Il primo che è stato costruito e mostrato a Napoli è quello di San Gaetano di Thiane in vico Cinque Santi».

Un mito che però continua ad affascinare i ragazzi, ancora oggi in cerca dei pastori più adatti da mettere sul proprio presepe. "Questa è un'arte che rappresenta l'uinione della famiglia. Una trasmissione di valori dal più anziano al più giovane - ha concluso Vucai - Ricordo ancora mio nonno che mi passava il bambino appena nato da porre nel presepe. Perché era il più anziano della famiglia che lo dava al più piccolo. E oggi è davvero emozionante guardare tutte queste nuove coppie costruire la propria famiglia anche attraverso la tradizione del presepe".

© RIPRODUZIONE RISERVATA