Napoli, la protesta dei lavoratori dello spettacolo: «Noi esclusi anche dai bonus»

Napoli, la protesta dei lavoratori dello spettacolo: «Noi esclusi anche dai bonus»
Giovedì 25 Marzo 2021, 21:37
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I lavoratori dello spettacolo a Napoli sono in sit in davanti al teatro Mercadante per manifestare le difficoltà di un settore completamente paralizzato dal covid19. «Abbiamo deciso - spiegano i rappresentanti del Coordinamento Lavoratori Spettacolo - che servisse un'azione forte per accendere i riflettori sul nostro settore e sulla situazione dei lavoratori. Abbiamo scelto questo luogo per la sua alta visibilità simbolica, perché è il più importante spazio pubblico campano dedicato al teatro di prosa, e per l'attenzione alle problematiche dei lavoratori dimostrata dal suo direttore Roberto Andò qualche giorno fa. Da subito invitiamo Andò e tutti i lavoratori del Teatro di Napoli a un pubblico confronto e a esprimerci la loro solidarietà, come sta avvenendo in queste ultime settimane in Francia e come avvenuto anche qualche giorno fa al teatro Verdi di Padova».

I lavoratori del settore ricordano che teatri e luoghi di cultura chiusi, eventi vietati, possibilità di lavoro ridotte a pochissime giornate che «hanno sortito l'unico effetto di alimentare una vera e propria guerra tra poveri e l'abbassamento del costo del lavoro.

Migliaia di lavoratori e lavoratrici del comparto in tutto il paese, da un anno a questa parte sono rimasti senza un salario, chi non aveva altri redditi su cui contare non ha più avuto di che sostenere sé stesso e la propria famiglia. Gli interventi economici di natura emergenziale erogati a colpi di Dpcm sono stati del tutto inadeguati a garantire una stabilità economica degna di questo nome per tutti e tutte, definendo chiara l'identità di classe di chi sta pagando questa crisi». Il settore sottolinea anche che i bonus distribuiti «con criteri escludenti - spiegano - e sempre al ribasso sono stati una presa in giro per tutte e tutti coloro che in dodici mesi hanno ipotecato anni e anni di lavoro, a fronte dei milioni e milioni di euro letteralmente regalati a enti, fondazioni, grandi coop sia sotto forma di Fus che di Cassa Integrazione: è di poche settimane fa la notizia della volontà, da parte della Fondazione Lirico sinfonica San Carlo, di attivare la cassa integrazione per 320 persone, dopo aver percepito l'intero ammontare dei fondi pubblici ad esso destinati. Non crediamo che sia possibile proseguire sulla strada delle raffazzonate misure emergenziali, anzi siamo convinti della necessità di un cambio di rotta immediato, verso la strada che ci indica l'autorganizzazione dal basso di lavoratori e lavoratrici in tanti settori».

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I lavoratori chiedono che gli anni 2020 e 2021 siano considerati per intero come anni di contribuzione figurativa per tutti i lavoratori e le lavoratrici del comparto, che ci sia progettazione e realizzazione di tutte le misure economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore; aprire un tavolo di interlocuzione, non più procrastinabile, tra lavoratori e lavoratrici con il ministero del lavoro. I lavoratori chiedono di superare il sistema dei bonus all' evidenza totalmente insufficiente, da sostituire con una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, nonché l'attuazione di una riforma totale del settore che tuteli non solo grandi enti e aziende ma anche e soprattutto lavoratori e lavoratrici, nonché la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento di tutte le piccole e piccolissime realtà che si occupano di spettacolo e cultura.

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