Una spy story appassionante e a lieto fine quella che ha portato alla restituzione del quadro di Achille Martelli a Napoli. Con funzionari della Sovrintendenza e della Città metropolitana che fanno gli «007» per tutto il mondo a dare la caccia ai tesori d'arte rubati spesso da malavitosi che con l'arte fanno affari d'oro. Vanno per musei, mostre, aste con il supporto fondamentale del «Nucleo Carabinieri Tutela Beni Culturali» di Napoli guidato dal maggiore Giampaolo Brasili. Così si arriva alla restituzione del quadro di Achille Martelli «I Perditempo», trafugato negli anni del secondo dopoguerra, portato negli Stati Uniti e scovato infine in una casa d'aste a Roma 70 anni dopo il furto. L'opera di un maestro poco noto, ma con grande storia, ha trovato la sua nuova casa alla Città metropolitana dove è in via di progettazione il museo della ex Provincia che avrà una doppia sede: alla Reggia di Portici e a Santa Maria la Nova.
«L'opera - spiega il maggiore Brasili - è stata ritrovata in una casa d'asta a Roma dove stava per essere battuta. Le ricerche del dipinto sono partite a seguito della segnalazione di un funzionario dell'ex Provincia di Napoli e poi tramite la banca dati dell'Arma si è risaliti alla proprietà e titolarità del quadro». Eccolo lo 007 che porta nel nome - Carmine Napoli - il suo destino. Una paziente e lunga indagine in sinergia con i carabinieri che si è potuta sviluppare grazie alla banca dati dell'Arma dove sono censiti 1,6 milioni di opere d'arte rubate e a un catalogo puntuale delle opere del Martelli. Grazie a una foto del quadro «I perditempo» si è messa in moto l'operazione di recupero del quadro, operazione condita da un curioso aneddoto. Alle ricerche, infatti, ha partecipato la storica dell'arte Luisa Martorelli: «Io - dice - il quadro di Martelli l'ho visto in una mostra in incognito, addirittura il quadro era stato esposto non con la firma dell'autore ma subito ho capito che quell'opera era di Martelli». Qual è il legame dell'artista con Napoli? Martelli era un pittore - si direbbe oggi - impegnato, un rivoluzionario che ha combattuto con i garibaldini contro le truppe borboniche in Sicilia e in Campania. Martelli era una camicia rossa, nato a Catanzaro il 16 gennaio 1834 e morto ad Avellino il 12 dicembre 1903. Arrivò a Napoli nel maggio del 1848 e prese parte alla difesa delle barricate del 15 maggio. Fu attivo come pittore soprattutto a Napoli, fece parte del cenacolo di artisti di vicolo San Mattia nel cuore dei Quartieri Spagnoli insieme ad artisti del calibro di Michele Tedesco - l'amico di una vita - il cui dipinto «La Tempesta» fa parte della collezione d'arte della Città Metropolitana. Questo il legame fortissimo e simbolico con Napoli.
Nella Sala Maria Cirillo di Piazza Matteotti è avvenuta la cerimonia della restituzione del dipinto. Al tavolo il sindaco metropolitano Luigi de Magistris, il maggiore Brasili, la consigliera delegata Elena Coccia e la Martorelli. «È un ritrovamento molto importante - spiega de Magistris - che testimonia il lavoro significativo che l'Arma svolge nel recupero del patrimonio culturale sottratto da malavitosi». La riconsegna è stata l'occasione per annunciare la nascita del nuovo polo museale della Città metropolitana con l'obiettivo «di rafforzare l'indirizzo culturale dell'ente, il quadro andrà a implementare il museo e si aggiunge al lavoro che stiamo già svolgendo come Comune di Napoli al Maschio Angioino» conclude de Magistris. La pinacoteca della ex Provincia conterà su circa 600 dipinti tra cui anche opere di Giacinto Gigante. Una collezione che racconta il periodo storico che va dal Settecento al Novecento.
Napoli, la tela di Martelli ritrovata dagli 007: «Ora sarà custodita in un museo»
di Luigi Roano
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Mercoledì 20 Febbraio 2019, 07:00 - Ultimo agg. :
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