Napoli, dal Cristo Velato al Tesoro di San Gennaro si riapre: ecco come accedere ai tempi del Covid

Napoli, dal Cristo Velato al Tesoro di San Gennaro si riapre: ecco come accedere ai tempi del Covid
di Giovanni Chianelli
Lunedì 8 Giugno 2020, 08:44 - Ultimo agg. 13:59
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«Sarà come ricominciare da zero. Senza dare nulla per scontato, a parte le nostre tariffe», dice con ironia amara Paolo Iorio, direttore del museo del tesoro di San Gennaro e del Filangieri che riaprono sabato 13 dopo i tre mesi di chiusura per la crisi Covid. Dopo quelli pubblici anche i musei privati napoletani provano a ripartire. Per Cappella San Severo la giornata della ripresa è prevista venerdì 12: Fabrizio Masucci è il direttore dell'ente museale che custodisce il Cristo velato. Sciorina un po' di dati: mediamente le presenze annue sono 750.000, quindi tre mesi e oltre di stop, in una fase clou come quella primaverile, equivalgono a una perdita di circa 240.000 visitatori sui dati dell'anno prima. «Scontiamo la nostra natura di museo piccolo con presenze da museo grandissimo. Di solito è il nostro fiore all'occhiello, oggi la nostra croce», dice. Perché è stata ingente la perdita e sarà ancora più difficile gestire la grande richiesta da parte del pubblico in spazi tanto piccoli, ulteriormente ridotti dal contingentamento delle persone. Il numero delle presenze per turno si riduce a 35, mentre di solito è di 100. Le altre misure sono l'obbligo di prenotazione online o telefonica e un protocollo speciale che verrà raccontato alla stampa l'11, alla vigilia della ripresa.

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LE PRENOTAZIONI
Masucci però si dichiara ottimista: «Lo sono perché abbiamo ripreso con i ticket online e per la prima volta si parla di futuro. In quarantena dovevamo accontentarci dei fasti del passato» dice. «Quando abbiamo chiuso per il lockdown avevamo 20mila prenotati. E anche nell'ultimo mese l'attività della nostra casella di posta elettronica è stata febbrile, era continuamente intasata da domande sulla riapertura, si vede che la gente ha voglia di tornare a trovarci».

LE CAPIENZE
Anche il museo del tesoro di San Gennaro ha registrato perdite importanti paragonate agli stessi mesi del 2019: 24mila in meno. E ora ridurrà la campienza, da 100 a 10 persone per turno. Mentre il Filangieri, che stava cercando un rilancio con iniziative varie passerà da 140 a 30. Iorio non nasconde le difficoltà del momento: «Purtroppo questa tormenta lascia solo macerie. L'afflusso turistico sarà praticamente inesistente, specie per noi che contiamo sul 75% di presenze straniere». Perciò si proverà a puntare sul turismo di prossimità: «Vogliamo invitare napoletani e campani a riappropriarsi dei beni culturali che hanno vicino. Non solo per interesse nostro», spiega, «ma anche per approfittare di quel poco di buono che il lockdown ha lasciato: la possibilità di godersi con calma una città magnifica. È fondamentale riprendere le attività, anche se all'inizio avremo problemi. Lo è per chi lavora da noi e come segnale alla cittadinanza». Qualche speranza Iorio la rimette nel fatto che Napoli sarà più abitata, questa estate: «Molta gente per timore del contagio non si sposterà e diverse attività commerciali non chiuderanno, questo consola. Non siamo soli, insomma, in questo salto nel buio. Perciò faremo aperture in orari speciali, e il riferimento è soprattutto alle notturne». Non solo da Napoli e dal resto della Campania si tenterà di riconquistare visitatori, dice Iorio: «Con una specifica campagna promozionale stiamo provando a richiamare pubblico da Roma. In fondo con un'ora di treno si arriva». Per questo, per il 29 giugno Iorio ha deciso di festeggiare il patrono di Roma, San Pietro, con un gemellaggio tra santi e una particolare scontistica per chi viene dalla capitale, anche in accordo con altre strutture: «Le linee guida ministeriali saranno rispettate in tutto: mascherine, distanziatori, dispenser con disinfettanti e prenotazioni obbligatorie. Sulla sanificazione abbiamo esagerato, ogni opera è stata sanata da cima a fondo. Mi sono ritrovato ad apprezzare il comportamento dei napoletani durante la quarantena e voglio applaudire l'energia che stanno mettendo nella ripresa. Noi viviamo da sempre con l'incombenza del pericolo, il nostro fatalismo attivo sarà da esempio a tutta Italia».

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