Sfregio a Eduardo, Napoli insorge: «Ma il Comune resta assente»

Sfregio a Eduardo, Napoli insorge: «Ma il Comune resta assente»
di Giuliana Covella
Sabato 27 Aprile 2019, 08:00 - Ultimo agg. 12:28
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Raid al San Ferdinando, videosorveglianza e una consulta che si prenda cura dell'area antistante il teatro di Eduardo. Ma anche una seria programmazione che risolva il problema a monte: ripartire dal messaggio di De Filippo, cioè dal riscatto sociale dei quartieri disagiati e dall'educazione dei minori alla bellezza dell'arte e della cultura. Così, in sintesi, il Comune risponde al raid di Pasqua, come denunciato dalla IV Municipalità. E, dopo le dichiarazioni di Carolina Rosi, vedova di Luca e presidente onorario della Fondazione Eduardo De Filippo, che ha parlato di «profonda amarezza» di fronte all'accaduto, e di Filippo Patroni Griffi, presidente del Teatro Stabile di Napoli, che invitava «ognuno a fare la propria parte» (in primis «Comune e Municipalità»), a parlare è Nino Daniele, assessore comunale alla cultura.
 
«Anzitutto bisogna capire la natura del raid - commenta Daniele - perché se dietro non c'è l'atto vandalico di una banda di ragazzini, occorre una risposta repressiva. Se invece si è trattato di una bravata di minorenni, serve una risposta sociale. Come abbiamo fatto a Forcella con gli Atelier territoriali teatrali». La cultura dunque come arma di repressione e prevenzione, secondo l'assessore, che aggiunge: «Nello stesso comitato artistico della Fondazione De Filippo c'è Davide Iodice, tra i massimi esperti in Italia in materia di programmazione educativa: si potrebbe ideare un doposcuola per i minori disagiati nel foyer. O, come già facemmo con Luca De Filippo con i piccoli extracomunitari, far studiare i bambini sui testi di Eduardo». Ma soprattutto il San Ferdinando deve essere «un fattore di rigenerazione urbana che coinvolga il tessuto sociale del quartiere», rimarca Daniele. E sulla videosorveglianza: «Se necessario la installeremo - dice - ma non risolverebbe il problema. Bisogna educare alla bellezza chi vive in quel territorio. Che facciamo se vediamo le immagini e ci sono ragazzini? Li arrestiamo?». Sulla gestione della piazza, terra di nessuno quando non vi sono spettacoli, «proporremo la creazione di una consulta di cui facciano parte associazioni e commercianti per adottarla e prendersene cura». «Se lasciamo il teatro così - conclude l'assessore - resterà solo uno spettacolificio, che contravverrà al messaggio stesso di Eduardo: quello che il teatro deve essere uno strumento di riscatto sociale. Coinvolgiamo allora la gente del posto, quella che non va a teatro e non facciamone il luogo di una élite colta».

«Il raid è avvenuto a danno di una struttura che è gestita dalla Fondazione, che era giusto si facesse carico dei lavori di ripristino - dice Giampiero Perrella, presidente IV Municipalità - Chiederemo poi un tavolo di confronto con Comune, Fondazione e Teatro Stabile per il recupero della piazza per la quale, pur essendo di nostra competenza, non abbiamo fondi e auspichiamo la Fondazione possa intervenire con le telecamere». Favorevole alla videosorveglianza è il consigliere regionale Pd Gianluca Daniele: «Da tempo denuncio lo stato di abbandono in cui versano alcune zone di Napoli che ospitano istituzioni culturali: come piazza Calenda, dove sorge il Trianon, altro storico teatro». «Sarebbero tante le misure da adottare per contrastare questa deriva - aggiunge Daniele - ma ritengo utile partire dalla videosorveglianza, sperando si possa agire tempestivamente per evitare di trovarci, tra qualche settimana, a commentare l'ennesimo atto vandalico». Sulla vicenda interviene anche Bassolino, presidente della Fondazione Sudd, che così scrive sul suo profilo Facebook: «Eduardo è Napoli, il San Ferdinando è il teatro suo e della città, la Fondazione De Filippo è stata creata da Luca ed ora è presieduta da Carolina Rosi. Tutto questo è parte essenziale della nostra storia, della nostra cultura, della nostra identità. Dunque è intollerabile che il Teatro venga sfregiato e che la piazza sia terra di nessuno». «Bisogna reagire, tutti. Spetta al Comune farsi promotore di un tavolo con il Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, che gestisce il San Ferdinando, con Fondazione De Filippo, Municipalità, Regione e questura», conclude.
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