Neoborbonici vs Wikipedia, ora è guerra totale: «Ci censurano, sospendete le donazioni»

Neoborbonici vs Wikipedia, ora è guerra totale: «Ci censurano, sospendete le donazioni»
di Antonio Folle
Venerdì 2 Aprile 2021, 17:14 - Ultimo agg. 3 Aprile, 09:43
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Quella che sta andando in scena nelle ultime ore è l'atto secondo di una vera e propria guerra aperta tra il Movimento Neoborbonico guidato da Gennaro de CrescenzoWikipedia. Due anni fa i Neoborbonici avevano duramente puntato il dito contro l'enciclopedia open source che avrebbe messo in campo una vera e propria opera di censura, rifiutandosi di riconoscere come "rilevante" la storia del movimento nato agli inizi degli anni '90 e cancellando puntualmente tutte le voci che vengono inserite sul Movimento che, negli ultimi anni, ha conosciuto un vero e proprio boom di iscritti grazie anche alla potente spinta dei social network.

Una guerra senza esclusione di colpi che potrebbe colpire Wikipedia direttamente nel "portafogli". I Neoborbonici, infatti, hanno fatto appello a tutti gli iscritti ed ai simpatizzanti di sospendere le donazioni - Wikipedia si sostiene proprio grazie alle donazioni private - se non si vedrà riconosciuto il diritto del Movimento Neoborbonico di essere citato in una apposita voce.

In realtà su Wikipedia qualcosa che riguarda i Neoborbonici esiste. La voce "Neoborbonismo" - derubricata a corrente di pensiero pseudostorica - tratta in maniera piuttosto superficiale la nascita e l'evoluzione del movimento identitario meridionalista, contrapponendolo alla nascita della Lega Nord. Un vero e proprio insulto per chi, in tutti questi anni, si è battuto per la riscoperta di una storia, quello del Mezzogiorno pre-unitario, che meriterebbe ben altri approfondimenti.

 

La stessa voce "incriminata" infatti, cita l'incontro-scontro avvenuto nel 2012 tra lo storico Alessandro Barbero - accanito avversario delle teorie Neoborboniche - e Gennaro de Crescenzo. Secondo lo storico torinese le vicende portate più volte all'evidenza dai Neoborbonici non sarebbero altro che "invenzioni storiografiche e mediatiche".

Difficile, però, sostenere la posizione del cattedratico televisivo piemontese dal momento che, per sua stessa ammissione, non sarebbero stati consultati più di circa 65 unità archivistiche a fronte di poco meno di 3.000 unità consultabili negli archivi di Torino.

«Diversi amici - scrive Gennaro de Crescenzo, numero uno del Movimento Neoborbonico - inseriscono una voce dedicata al nostro movimento, ma alcuni anonimi "responsabili" la cancellano nel nome di teorici criteri di enciclopedicità che, tra l'altro, prevedono una quantità di fonti nazionali, un'anzianità di servizio e riscontri esterni a Wikipedia. Negli anni - continua - abbiamo accumulato articoli su fonti nazionali e internazionali come Le Figaro, abbiamo portato avanti attività per 28 anni e possiamo vantare oltre 5000 pagine di rassegna stampa. Evidentemente questo per Wikipedia, una enciclopedia che si sta dimostrando tutt'altro che libera, non basta. Ovviamente con o senza Wikipedia la nostra attività di ricerca e divulgazione sulla storia di Napoli e del Sud, in particolare del periodo borbonico, continuerà senza sosta visto che in molti hanno speso una vita per ridare memoria e dignità ad un popolo che dopo l'unità è stato privato di tutto, ma non della sua dignità».

Grazie al lavoro portato avanti dai Neoborbonici in questi anni sono emerse molte "ombre", sul faticoso processo unitario. Basti pensare alla riscoperta delle stragi di Pontelandolfo e Casalduni perpetrate dai militari piemontesi, alla deportazione di migliaia di ex militari del regno delle Due Sicilie nelle fortezze del nord o allo smantellamento di decine di industrie del Mezzogiorno - un esempio su tutti il grande stabilimento di Pietrarsa, il primo d'Italia a produrre autonomamente locomotive a vapore - in favore della nascente industria pesante del nord Italia. 

Uno sforzo immenso, quello dei Neoborbonici che, però, non basta a "conquistare" una voce in una delle più importanti enciclopedie del web che, d'altra parte, ritiene "enciclopediche" voci come quelle dedicate al "Fantasma Formaggino", ad un improbabile "Canguro Fantasma" e a "Mike, il pollo senza testa". 

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