Officine San Carlo, così Vigliena cambia volto: «Vicini ai ragazzi delle periferie»

Officine San Carlo, così Vigliena cambia volto: «Vicini ai ragazzi delle periferie»
di Alessandra Martino
Sabato 26 Marzo 2022, 17:20 - Ultimo agg. 27 Marzo, 09:01
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Un’officina di nome è di fatto quella che nasce a Vigliena. Officine San Carlo è una struttura non convenzionale, una fabbrica urbana della creatività affacciata sul mare del Porto industriale di Napoli.

Un luogo dove produrre arte, sperimentare nuovi modelli di produzione creativa, di formazione teatrale, che passa anche attraverso la competenza manageriale, l’innovazione dei processi gestionali e la capacità di creare occasioni fertili di contaminazione di generi e risorse, sia umane che strumentali, e nuove opportunità di occupazione giovanile.

Si tratta di polo formativo e produttivo del Teatro di San Carlo che sorge nel distretto di Napoli Est, questa mattina è stato presentato in conferenza stampa da Stéphane Lissner, sovrintendente Fondazione Teatro San Carlo,  dal sindaco di Napoli, nonché Presidente della Fondazione San Carlo, Gaetano Manfredi e del presidente Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata

«Questo nuovo progetto mi entusiasma molto.

In questo modo, il Teatro San Carlo svolge un vero lavoro pubblico -spiega Stéphane Lissner, Sovrintendente Fondazione Teatro San Carlo - Quando sono arrivato a Napoli avevo questo sogno di fare progetti con i ragazzi delle periferie, loro hanno bisogno di stimoli e sostegno. Quindi, con l’avvio di questo nuovo progetto io ho realizzato un sogno».

Bambini, giovani, famiglie, curiosi, possono varcare le porte dell’Officine e provare nuove esperienze. Ogni angolo è studiato per essere la postazione perfetta per sviluppare e fare dell’arte.

Il team di progetto costituito da figure professionali altamente qualificate che hanno già operato nel settore della rigenerazione urbana oltre che in contesti di forte impatto sociale, grazie ad azioni mirate all’inclusione e all’integrazione volte alla creazione di un’economia circolare in contesti socio-ambientali in cui la rigenerazione attivi una programmazione sostenibile nel lungo periodo, grazie anche ad una competenza manageriale e di progettazione culturale, oltre che di formazione teatrale in ambito educational che fa capo all'organizzazione interna della Fondazione.

Inoltre, la Fondazione teatro di San Carlo garantisce forme di partenariato e collaborazioni già consolidate sul territorio, oltre ad una organizzazione interna molto profilata nel settore artistico e culturale di riferimento.

«Per noi è già un successo - continua Lissner - è una piccola luce che ci dà felicità. Ringrazio il sindaco per la sua presenza perché conferma la voglia e la complicità di lavorare in squadra per Napoli». 

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L’obiettivo del Teatro di San Carlo è di promuovere la realizzazione di un polo della creatività, che sia insieme formativo e produttivo, con l’obiettivo di inserire questa nuova fabbrica urbana creativa all’interno di un tessuto connettivo che vede coinvolte varie entità della zona, generando con esse uno scambio proficuo e nuove ricadute nel territorio, dove possano confluire le attività educational delle Officine San Carlo attivate nell’ambito della struttura rigenerata della nuova “fabbrica della creatività”, creando importanti opportunità di dialogo con la comunità attraverso la partecipazione attiva della cittadinanza alle attività formative-ricreative.

In conferenza è intervenuto anche il sindaco di Napoli, che ha sottolineato l’affetto che prova per San Giovanni a Teduccio che ricorda come una seconda casa. «Questo nuovo progetto che si è messo in campo - dice il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi - rappresenta un nodo, credo fondamentale per questa zona che è in piena riqualificazione e rigenerazione post industriale, che guarda i temi dell’innovazione, della creatività del digitale, come grandi strumenti non solo di riscatto sociale di ricucitura delle periferie ma anche come grande luogo di promozione delle persone e del lavoro delle persone».

«San Giovanni a Teduccio può essere fonte di cultura, basti pensare il polo Universitario, Napoli è anche il luogo dove si deve sperimentare un modello diverso, in cui le grandi istituzioni culturali escono un po’ dal loro stereotipo di essere un luogo chiuso che coltiva il suo interno l’eccellenza e considerano invece anche la loro missione sociale», conclude Manfredi. 

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