Parco archeologico di Baia, i mosaici svelati dalle mareggiate in un nuovo itinerario aperto ai turisti

Parco archeologico di Baia, i mosaici svelati dalle mareggiate in un nuovo itinerario aperto ai turisti
di Patrizia Capuano
Giovedì 9 Luglio 2020, 10:15 - Ultimo agg. 12:12
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Sontuose ville marittime, sculture, mosaici, portici e botteghe, terme a costituire la città imperiale adiacente il Portus Julius. Vestigia che testimoniano i fasti del passato, reperti custoditi per quasi duemila anni dalla sabbia e dal mare. Spazi vissuti e inabissati. Siamo nell'area marina protetta di Baia, che racconta in un viaggio nel tempo la vita degli antichi romani. A quasi vent'anni dalla istituzione del Parco archeologico sommerso, sancita nell'agosto 2002, oggi apre al pubblico il nuovo percorso di visita. Ieri, a bordo del Cymba, la presentazione dell'itinerario da seguire a bordo di battelli, in immersione o in snorkeling. Sui fondali una meraviglia. Tra il Ninfeo di Claudio e la Villa dei Pisoni si può ammirare un isolato, tuttora oggetto di indagini: è un complesso termale di oltre 2500 metri quadrati, parte di una dimora privata, con vista sul Lacus baianus. Proprio su questo bacino si dipanava il centro di Baia.
 

 

Le ricerche, iniziate nel 2018, si sono concentrate sul primo mosaico policromo rinvenuto nella città sommersa, tra Punta dell'Epitaffio e Punta Castello. Le mareggiate hanno svelato un pavimento realizzato con un disegno geometrico costituito da ottagoni, decorati al centro da fiori stilizzati. Immediato, con l'Istituto Centrale del Restauro di Roma, un intervento di restauro finalizzato alla tutela delle tessere parzialmente danneggiate dalla salsedine e dalle correnti marine. L'equipe di restauratori dell'Istituto del Mibact, guidata da Barbara Davidde, ha monitorato le vestigia aprendo, dal 6 luglio, il cantiere di restauro. L'intento è la messa in sicurezza del pavimento restituito dopo duemila anni. E così i turisti, oltre a visitare il compendio termale, potranno ammirare i lavori in corso. Tre le finestre quotidiane che consentiranno sia di vedere il quartiere inabissato che i restauratori all'opera sul mosaico del III sec. dopo Cristo. L'itinerario si snoda attraverso tre ambienti absidati con finestre sul Lacus baianus. Il compendio termale conserva i resti di pavimenti, basi e colonne in marmo, i gradini per la discesa nella vasca termale. Il direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano, afferma: «È un momento davvero importante per il Parco Sommerso di Baia. Dopo oltre un decennio apriamo un nuovo settore di visita. L'obiettivo è quello di rendere fruibile questo sito, unico nel suo genere, in tutta la sua estensione e soprattutto al più ampio numero di persone. È per questo che il nuovo percorso sarà visitabile anche tramite canoe e snorkeling. E il lavoro di ricerca che abbiamo avviato naturalmente non si esaurisce qui. Contiamo di aprire nuovi settori nei prossimi anni, per sfruttare a pieno le potenzialità del Parco sommerso che sono davvero straordinari».

Uno scrigno di tesori archeologici da riscoprire. Le mura degli edifici termali erano protetti da una banchina con la funzione di contrastare il moto ondoso. La struttura, per ridurre le conseguenze del bradisismo, fu rafforzata: me pavimenti furono rialzati per scongiurare inondazioni. In realtà, verso la fine dell'Impero romano, il fenomeno del bradisismo cominciava a modificare l'assetto della costa flegrea. E così molti elementi decorativi sono stati ricoperti dalla sabbia. Ne sono un esempio i due trapezofori in marmo, sostegno di una mensa, riportati alla luce pochi giorni fa in uno degli ambienti del complesso. Gli elementi di arredo, raffiguranti una pantera, sono stati trasferiti nei laboratori del Museo archeologico dei Campi Flegrei per un primo restauro.. I reperti saranno esposti nel castello di Baia. Ma, come per le sculture del Ninfeo di Punta Epitaffio, saranno realizzati dei calchi da collocare laddove sono stati rinvenuti. A conclusione del percorso un'area residenziale con un grande peristilio di cui si notano l'ambulacro coperto e le colonne - e ambienti decorati a mosaico. All'esterno le bitte cui erano ormeggiate le imbarcazioni.

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