Pompei, riecco l'Antiquarium dei tesori

Pompei, riecco l'Antiquarium dei tesori
di Susy Malafronte
Sabato 23 Gennaio 2021, 08:38
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Finalmente Pompei ha il suo museo. I tesori dell'antica città romana per la prima volta, dopo tanto girovagare tra le capitali del mondo, possono essere esposti in maniera permanente: (ri)apre le porte dopodomani l'Antiquarium: nella città in cui è presente il più grande museo all'aperto finora, incredibile a dirsi ma è così, non c'erano spazi espositivi per i reperti rinvenuti nel corso degli scavi.


L'Antiquarium, come era stato pensato sin dalla sua costruzione, diventerà così una sorta di anticamera di conoscenza visiva prima che il turista si possa immergere, totalmente, nella città archeologica. Realizzato da Giuseppe Fiorelli tra il 1873 e il 1874 e ampliato da Amedeo Maiuri nel 1926, venne distrutto dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruito nel 1948 secondo gli allora più moderni criteri museografici, in modo da offrire un quadro il più possibile completo della storia della città, anche se fu privato dei calchi, da sempre vera attrazione di Pompei.

Ma rimase aperto per poco: dopo 36 anni di chiusura, fu riaperto solo nel 2016, per essere presto richiuso. Ora, dopo i lavori di restauro e il nuovo allestimento, ri-riapre finalmente i battenti, si spera per sempre.

 


Attraverso i reperti più rilevanti finora conservati nei depositi e negati alla vista dei visitatori, che torneranno copiosi dopo la pandemia, viene ripercorsa la storia di Pompei dall'età sannitica (IV secolo a.C.) fino alla tragica eruzione del 79 dopo Cristo. I gioielli e i dipinti della Casa del bracciale d'oro, gli argenti del servizio da tavola ritrovato anni fa a Moregine, il cratere in bronzo senza eguali di Giulio Polibio: sono tra le chicche dell'esposizione. Ma anche la scritta a carboncino che ha spostato in ottobre la data dell'eruzione, il «tesoro della fattucchiera» con gli amuleti colorati ritrovati nella Casa col giardino, i calchi dei due fuggitivi frutto degli scavi di qualche mese fa nella villa di Civita Giuliana.
Riaperti i battenti da meno di una settimana, con i pochi volenterosi turisti e visitatori che iniziano ad arrivare, Pompei rilancia svelando il nuovo Antiquarium e molte delle scoperte più massmediaticamente clamorose degli ultimi scavi.

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«Tanti pezzi iconici esposti nelle mostre in giro per il mondo non erano in realtà a disposizione dei visitatori di Pompei», spiega Luana Toniolo, funzionario archeologo responsabile dell'Antiquarium, «per ragioni di sicurezza erano custoditi nei nostri depositi». Ora invece tutte queste meraviglie, ori, dipinti, statue, arredi, saranno a disposizione dei visitatori, anima di un racconto che funzionerà come un'eccezionale introduzione alla visita della città antica in un percorso che si dipana lungo 11 sale, supportato per chi vuole da un chat bot, ovvero un assistente digitale, per farsi un'idea delle tante diverse stagioni vissute nei secoli da Pompei ancora prima che diventasse la grande città che conosciamo, cristallizzata nel tempo dalla tragedia dell'eruzione.
Sempre lunedì, in occasione dell'inaugurazione, il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio consegnerà al direttore generale dei musei, ad interim del Parco archeologico, Massimo Osanna, l'ennesimo reperto degli scavi trafugato e restituito da un turista attraverso un plico anonimo accompagnato da un biglietto di scuse: «Due anni fa a Pompei presi arbitrariamente questa pietra da terra... è terra vostra, non mia ed è giusto che ritorni dove è stata rubata. Chiedo umilmente scusa». E, ancora da lunedì, i turisti potranno accedere al sito oltre che dall'ingresso di piazza Anfiteatro, già attivo, anche dal varco di piazza Esedra.

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