«Pompei, ecco la mappa in 3D pronti ad aiutare Zuchtriegel»

«Pompei, ecco la mappa in 3D pronti ad aiutare Zuchtriegel»
di Maria Pirro
Giovedì 25 Febbraio 2021, 09:16
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La mappa in 3D è pronta: mostra le antiche domus, l'Anfiteatro e descrive i rischi che minacciano Pompei. «Ho intenzione di consegnarla personalmente al neodirettore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel», annuncia il professore Carmine Gambardella, titolare della cattedra Unesco per il paesaggio, i beni culturali e il governo del territorio e presidente del Consorzio universitario Benecon, presentando il lavoro scientifico, di monitoraggio, portato avanti da oltre dieci anni.

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È pronto a dare una mano al neodirettore?
«A titolo gratuito.

Come ricercatori, continuiamo ad acquisire dati attraverso tecnologie all'avanguardia e apparecchiature installate sul nostro aereo bimotore Tecnam P2006 Special Mission. E siamo pronti a metterli a disposizione del successore di Massimo Osanna. E poi...».


Poi, cosa?
«Zuchtriegel a 40 anni non è più tanto giovane, anche se al ministro Dario Franceschini bisogna dare atto di non aver avuto paura del nuovo, confortato dalla capacità già dimostrata dall'archeologo a Paestum».

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Una voce autorevole, come quella di Dieter Mertens,
socio straniero dell'Accademia dei Lincei e già direttore dell'Istituto archeologico germanico di Roma, ieri si è detto fiducioso, pur comprendendo le perplessità dei colleghi in un confronto «che non può comunque considerarsi provinciale», la sua precisazione.

«Ha espresso una posizione di grande equilibrio, che condivido. Non sono d'accordo invece sulle critiche alle regole del concorso espresse da altri al momento della proclamazione del vincitore: avrebbero dovuto muoversi prima per essere incisivi a loro modo».


L'indagine con sensori iperspettrali, lidar e termici è iniziata dopo il crollo della Schola Armaturarum.
«Nel 2010. Con la Guardia di Finanza, abbiamo utilizzato strumenti hi-tech utili per la messa in sicurezza».


Quando ha effettuato l'ultimo sopralluogo in aereo?
«Il 27 e il 29 gennaio 2021. In particolare, sorvolando le zone non scavate per monitorare geomorfologicamente il sito».


Cosa emerge?
«L'ottima manutenzione svolta da Osanna, ma anche l'urgenza nel proseguire il monitoraggio nell'area delle 1500 domus ancora sconosciute. Dove non si può procedere con gli scavi senza una pianificazione cauta e preventiva degli interventi. Altrimenti, potrebbero verificarsi nuovi cedimenti».


L'archeologo e presidente del Fai, Andrea Carandini, non è della stessa opinione: ha espresso una dura critica in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera.
«Non condivido questa volontà di presenzialismo, bisogna dare spazio al nuovo che avanza. E, lo stesso Carandini, nel suo intervento, ignora i rilievi eseguiti in questi anni e il tema è proprio quello delle tecnologie digitali integrate che oggi permettono di fare qualcosa in più: andare oltre il visibile e, in un progetto di restauro, accompagnare come radiologi gli archeologi mettendo loro a disposizione competenze diverse, dall'intelligenza artificiale al 5G».


Le stesse apparecchiature si utilizzano per i disastri sismici e idrogeologici, esatto?
«Prova ne è che, sempre gratuitamente, sono stato chiamato dal questore dell'Aquila per aiutarlo nella ricerca dei dispersi della grande slavina di Monte Velino. Con un'attività di monitoraggio aereo, oltre il visibile, realizzata dal 5 al 18 febbraio in un'area di 100 chilometri quadrati, il giorno successivo è stato così possibile ritrovare i corpi senza vita di quattro giovani».


Quanto conta oggi la tecnologia?
«Consente di fare una previsione sugli scenari futuri e orientare le scelte, e quindi è indispensabile per la protezione e la valorizzazione di un patrimonio unico qual è Pompei».

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