Pupi napoletani: la collezione Di Giovanni salvata da Bruno Leone. «Ma il Comune non mi sostiene»

Sabato 3 giugno a Casa Guarattelle sarà presentata una prima fase di un lungo progetto sull’opera dei pupi e delle marionette partenopei

La collezione dei pupi Di Giovanni
La collezione dei pupi Di Giovanni
Marco Perillodi Marco Perillo
Giovedì 1 Giugno 2023, 16:44 - Ultimo agg. 16:47
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Bruno Leone, il maestro delle guarattelle napoletane, la voce verace del Pulcinella burattino, il salvatore e il diffusore di una tradizione secolare che altrimenti sarebbe andata perduta, ha recentemente acquisito a sue spese l’intero patrimonio dell’ultimo discendente della famiglia Di Giovanni. Questi erano storici pupari e marionettisti napoletani che hanno operato a Napoli dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Sessanta in un teatrino dedicato ai pupi attivo a piazza Cavour.

Non solo la Sicilia, dunque. Ma anche Napoli vantava un'antichissima tradizione pupara, a unire anche sul piano culturale quel che fu il Regno delle Due Sicilie.

«Con amore li abbiamo ripresi in mano, catalogati, studiati, con l’aiuto di Pere Bigas, marionettista catalano venuto da Barcellona per darmi una mano» racconta Bruno Leone. «Pere offre gratuitamente il suo lavoro, date le condizioni di mancato finanziamento. Le spese di viaggio? Le ha pagate un trio di artiste norvegesi che mi hanno dato 2000 euro per stare con me una settimana e apprendere qualcosa dell’anima di Pulcinella a Napoli. Una piccola parte di un buon guadagno, frutto del mio lavoro e dell’apprezzamento che godo nel mondo».

 

Sabato 3 giugno alle 18 a Casa Guarattelle in vico Pazzariello 15A sarà presentata una prima fase di un lungo progetto sull’opera dei pupi e delle marionette di tradizione napoletana.

Mettendo in scena, dopo un lungo periodo di assenza dalla scena pubblica, brani tratti dalla tradizione dei pupi armati, il ciclo cavalleresco, da alcune commedie messe in scena dai Di Giovanni, dal repertorio marionettistico del varietà napoletano, con la presenza di Totò, cantanti del varietà e ballerini, numeri del circo e clown. Ingresso gratuito, contributo gradito.

L'assenza di sostegno, ormai da tempo, da parte delle istituzione nonostante il grandissimo impegno sul campo culturale, ha spinto Leone a scrivere un'accorata lettera aperta, dedicata alla città di Napoli e quella politica che non riesce a sostenere un'attività apprezzata nel resto del pianeta.

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«Cara Città di Napoli,

Io ti amo, amo i tuoi spazi, la tua gente, a dispetto di chi vorrebbe distruggerti, criminali e uomini di potere, perché questi sono una minoranza che pur facendo molto rumore non riescono ad uccidere un popolo meraviglioso che vive i tuoi vicoli, le tue strade e che incontro continuamente e con cui amo chiacchierare, raccontarci storie. Alcuni di loro frequentano anche il mio piccolo teatro a vico Pazzariello 15A, sostenendomi concretamente con il costo di un piccolo biglietto.

E’ per questo che con immenso piacere ho dedicato la mia vita a far rinascere una tradizione, quella delle guarattelle napoletane, che nel 1978 era stata dichiarata morta. Ora gode di ottima saluta, sono già nate tre generazioni di maestri guarattellari e si prepara la quarta con bambini che si stanno appassionando a questa arte, alcuni di loro già fanno piccoli spettacoli. Ho portato quest’arte in giro per il mondo, e non solo io, siamo in molti a girare il mondo. Troviamo accoglienze meravigliose, apprezzamenti non solo di pubblico ma anche da teatri e istituzioni importanti, università, centri di cultura, festivals internazionali.

Questi riconoscimenti portano anche dei guadagni più che dignitosi ed io investo parti di questi guadagni per te, mia bella Napoli, perché so che sei tu la base della mia arte, te ne sono riconoscente, e mi sento sempre in debito nei tuoi confronti. Contribuiamo anche in maniera forte a diffondere una immagine della cultura napoletana gioiosa, bella e talmente apprezzata che stanno nascendo burattinai in tutto il mondo felici di essere interpreti di un’arte nata e cresciuta tra le tue braccia.

Nelle mia carriera ho avuto anche delle piccole attenzioni da parte delle amministrazioni che ti hanno governato, nei limiti imposti, a volte insoddisfacenti, ma ci son sempre state. Attualmente debbo prendere atto che per me e per la mia arte non c’è una amministrazione della città.

Ho chiesto più volte un incontro con l’attuale sindaco presentando il programma delle attività che svolgiamo, rassegne autunnale e primaverili di spettacoli che si stanno regolarmente svolgendo dalla primavera del 2019, anno di nascita di Casa Guarattelle.

Nessuna risposta.

Ho fatto una richiesta di semplice patrocinio per un festival realizzato tra Scampia e centro storico, con presenze internazionali importanti e sostenuto con i miei guadagni di artista riconosciuto nel mondo.

Nessuna risposta.

Mah, mi son detto, proviamo a partecipare a un bando per maggio dei monumenti. Con fatica prepariamo le carte, inviamo il progetto via pec, come da richiesta.

Nessuna risposta.

Il programma deve partire, provo a telefonare a qualche segretaria che mi conosce, anche per capire se dobbiamo o no mettere il logo del Comune nei nostri programmi. Dopo una prima ricerca mi si dice che non risulta nessuna domanda inviata. Dopo aver mandato le schermate di pec inviate e ricevute finalmente mi si dice che sono stato escluso dal progetto. Per carità, è nei diritti di un’amministrazione ritenere che quest’arte debba sparire e non avere nessuna attenzione o forma di finanziamento, ma perché non dirmelo, non degnarsi di rispondere nemmeno con un no. Ne prendo atto e da questo momento andrò avanti nei miei progetti facendo conto che vivo una città che per quanto mi riguarda non ha un’amministrazione.

Cara città di Napoli, questo non cambia nulla nei nostri rapporti, continuerò a onorarti ed amarti come ho sempre fatto, anche perché questo amore è fortemente ricambiato da moltissimi dei tuoi abitanti e mai me ne andrò dalle tue strade, come purtroppo moltissimi artisti hanno fatto.

Il mondo mi ama e mi sostiene, spesso anche con compensI generosi, e parte di questi compensi continuerò a spenderli con te».

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