E alla fine l'orchestra incrocia le braccia. Prova sospesa al San Carlo in segno di protesta. Sui leggii la Seconda di Brahms con Maurizio Agostini sul podio. Una richiesta di chiarimenti alla direzione su problemi tecnici e di organico si trasforma in una sorta d'assemblea per discutere le tante questioni sul tappeto e anche di una possibile riapertura, visto che da domani la zona gialla consente anche in Campania l'attività teatrale in presenza con il 50 per cento della capienza. A Roma l'Auditorium del Parco della Musica apre al pubblico con un concerto dell'orchestra di Santa Cecilia diretta da Pappano. A Firenze il Maggio Musicale inaugura l'edizione 83 del festival con Daniele Gatti in una serata dedicata a Stravinskij mentre martedì va in scena «Adriana Lecouvreur». A Venezia la Fenice riapre con un concerto di arie d'opera con Salsi e Pertusi dedicato ai millennials con biglietti a 2 euro, mentre Mariotti dirige all'Opera di Roma mercoledì.
E il San Carlo? Al momento nulla.
Una questione che il sovrintendente Stéphane Lissner rilancia sul sito di musica classica «Bachtrack» dove in una lunga intervista dal titolo «Sono abituato alle polemiche» racconta la sua esperienza sancarliana e le differenze tra i sindacati francesi e quelli napoletani. «I sindacati che rappresentano i dipendenti dell'Opéra di Parigi difendono lavoratori in condizioni molto diverse da quelle di Napoli.... Qui le persone vivono in condizioni molto più difficili, molto più precarie. Posso capire, accettare, provare a pensare con i sindacati napoletani, cosa che a un certo punto non volevo più fare con i francesi», dice il manager che ribadisce l'intenzione di rinverdire a Napoli i fasti del duello Callas-Tebaldi con il ricorso a grandi voci: «La precedente sovrintendente aveva una missione: azzerare i conti, ridurre le spese, il mio progetto è rilanciare». E a chi critica il suo ricorso a voci straniere annuncia: «Nella stagione 2021-2022, la stragrande maggioranza degli artisti è italiana: Maria Agresta, Gabriele Viviani, Rosa Feola». Non manca l'ennesima puntata della querelle con Muti, questa volta a proposito della scarsa fortuna della musica del 900: «Alla Scala Abbado ha promosso opere di Nono, Stockhausen. Muti non ha messo in scena opere nuove. Se non dai l'esempio quando sei il direttore musicale del più grande teatro italiano e un rispettato direttore d'orchestra, come ti aspetti che altri teatri inizino a difendere quello che il teatro numero uno non fa?».