Riaperture 26 aprile, il teatro San Carlo resta chiuso e l'orchestra si ferma per protesta

Riaperture 26 aprile, il teatro San Carlo resta chiuso e l'orchestra si ferma per protesta
di Donatella Longobardi
Domenica 25 Aprile 2021, 11:00 - Ultimo agg. 18:04
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E alla fine l'orchestra incrocia le braccia. Prova sospesa al San Carlo in segno di protesta. Sui leggii la Seconda di Brahms con Maurizio Agostini sul podio. Una richiesta di chiarimenti alla direzione su problemi tecnici e di organico si trasforma in una sorta d'assemblea per discutere le tante questioni sul tappeto e anche di una possibile riapertura, visto che da domani la zona gialla consente anche in Campania l'attività teatrale in presenza con il 50 per cento della capienza. A Roma l'Auditorium del Parco della Musica apre al pubblico con un concerto dell'orchestra di Santa Cecilia diretta da Pappano. A Firenze il Maggio Musicale inaugura l'edizione 83 del festival con Daniele Gatti in una serata dedicata a Stravinskij mentre martedì va in scena «Adriana Lecouvreur». A Venezia la Fenice riapre con un concerto di arie d'opera con Salsi e Pertusi dedicato ai millennials con biglietti a 2 euro, mentre Mariotti dirige all'Opera di Roma mercoledì. 

E il San Carlo? Al momento nulla.

Ma, assicurano in teatro, si sta lavorando per riportare il pubblico nella sala del Niccolini al più presto. Nel frattempo la programmazione prevede una serie di prove in vista della stagione estiva in piazza del Plebiscito, a partire dal 25 giugno con la «Carmen» in forma di concerto. Già l'altro giorno Cisl e Uil avevano manifestato preoccupazioni sulla riapertura in un duro documento inviato al consiglio di indirizzo nel quale, tra l'altro, ricordavano il mancato avvio della piattaforma streaming annunciata per la primavera e denunciavano «l'aumento inopportuno di alcuni stipendi mentre i precari restano a casa e ai dipendenti si impone il ricorso al Fis», la cassa integrazione del mondo dello spettacolo. Ora le segreterie territoriali e regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil si ricompattano: «Le preoccupazioni riguardano anche l'assenza di programmazione a partire dalla prossima settimana... I lavoratori dell'orchestra, in agitazione, hanno protestato contro il mancato rispetto degli obblighi contrattuali in fase di definizione degli organici. Da tempo risultano eluse risposte a questioni prettamente artistiche in merito alla vacatio organica, che si protrae da anni anche a discapito del precariato storico. Continueremo a contrastare l'attuale gestione e a tutelare i lavoratori in tutte le sedi opportune». E la Fials è pronta a rispondere all'azienda che ha convocato un incontro il 28 per discutere sia degli organici che degli integrativi. 

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Una questione che il sovrintendente Stéphane Lissner rilancia sul sito di musica classica «Bachtrack» dove in una lunga intervista dal titolo «Sono abituato alle polemiche» racconta la sua esperienza sancarliana e le differenze tra i sindacati francesi e quelli napoletani. «I sindacati che rappresentano i dipendenti dell'Opéra di Parigi difendono lavoratori in condizioni molto diverse da quelle di Napoli.... Qui le persone vivono in condizioni molto più difficili, molto più precarie. Posso capire, accettare, provare a pensare con i sindacati napoletani, cosa che a un certo punto non volevo più fare con i francesi», dice il manager che ribadisce l'intenzione di rinverdire a Napoli i fasti del duello Callas-Tebaldi con il ricorso a grandi voci: «La precedente sovrintendente aveva una missione: azzerare i conti, ridurre le spese, il mio progetto è rilanciare». E a chi critica il suo ricorso a voci straniere annuncia: «Nella stagione 2021-2022, la stragrande maggioranza degli artisti è italiana: Maria Agresta, Gabriele Viviani, Rosa Feola». Non manca l'ennesima puntata della querelle con Muti, questa volta a proposito della scarsa fortuna della musica del 900: «Alla Scala Abbado ha promosso opere di Nono, Stockhausen. Muti non ha messo in scena opere nuove. Se non dai l'esempio quando sei il direttore musicale del più grande teatro italiano e un rispettato direttore d'orchestra, come ti aspetti che altri teatri inizino a difendere quello che il teatro numero uno non fa?».

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