Teatro San Carlo di Napoli, il sindaco frena sul dopo Lissner: «Attendo il Parlamento»

Per la successione Manfredi punta ad aspettare il sì di Camera o Senato

Sotto Maria Agresta sola sul palco del San Carlo per lo sciopero del coro
Sotto Maria Agresta sola sul palco del San Carlo per lo sciopero del coro
Maria Pirrodi Maria Pirro
Giovedì 25 Maggio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 27 Maggio, 09:03
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Il sindaco frena sulla nomina del nuovo sovrintendente del San Carlo. «Se cambia, per esempio, la data della scadenza di Lissner, cambia tutto», avverte. Per questo, Gaetano Manfredi, che presiede la fondazione lirica, è deciso ad aspettare che il decreto legge, ovvero che il dispositivo urgente che dal primo giugno manda in pensione il manager 70enne francese, passi all’esame del Parlamento. Ferma, dunque, sprint e fughe in avanti, nonostante il pressing dovuto al vuoto che si già si avverte in teatro, con l’agitazione di musicisti e tecnici che minacciano di bloccare gli spettacoli. «Non ci possiamo muovere - rimarca - prima di avere la certezza» che la versione della norma sia quella approvata dal Consiglio dei ministri. 

Sessanta i giorni fissati, come limite massimo, per far diventare definitive le nuove regole, altrimenti si torna a quelle vecchie: in questo caso Stéphane Lissner resterebbe fino ad aprile 2025, cioè fino alla scadenza naturale del suo contratto. Una possibilità che al momento Manfredi non si sente di escludere completamente. Difatti, rimarca: «Il decreto legge non è ancora stato convertito neanche da un ramo del Parlamento. A quel punto decideremo di fare un percorso con l’obiettivo di scegliere il meglio». I tempi? «Credo che la prima conversione avverrà tra l’8 e il 10 giugno in uno dei due rami», o almeno «questa è la previsione che mi hanno dato», precisa il sindaco, per poi aggiungere: «Del resto, Stéphane Lissner resta in carica fino al primo giugno: parliamo di qualche giorno». Manfredi esclude di aspettare il 3 luglio, il tempo massimo cioè perché venga completato l’iter nelle Camere. Per evitare lungaggini, è in corso anche «una valutazione con gli avvocati», se e quando far partire la ricerca di aspiranti sovrintendenti con «una manifestazione di interesse». 

E tutta questa confusione non favorisce l’arrivo dell’ex amministratore delegato Rai, Carlo Fuortes, dato per favorito, che però non intende accettare senza un ampio consenso.

A pesare è anche il dossier della Camera relativo al decreto all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio che - pur sottolineando che non è stato messo alcun giudizio di costituzionalità - ha richiamato la giurisprudenza in materia, sollevando un precedente che potrebbe sostenere l’eventuale ricorso di Lissner. «Non sono cose di mia competenza», puntualizza Manfredi. 

Prima dell’indicazione, dunque, tutto è rimandato. Niente avvisi pubblici e nemmeno chiamate dirette per l’incarico di sovrintendente, ma anche niente assunzioni dei precari. Così va in scena l’opera buffa «spettacoli sì, spettacoli no», ma dietro le quinte la situazione è serissima: con orchestrali e coristi che hanno già scioperato due volte (anche se i concerti si sono tenuti).

Oggi i tecnici si riuniscono in assemblea, e tutti minacciano altre proteste, persino di far saltare «Anna Bolena», l’8 giugno. Manfredi è pronto a confrontarsi con i loro rappresentanti, ma la linea resta quella della cautela. «Non sono preoccupato per lo sciopero: evidentemente i lavoratori hanno i loro motivi per metterlo in atto», afferma con tono conciliante. «Posso dire che il nostro obiettivo è salvaguardare il teatro, quindi i lavoratori. Serve un clima collaborativo per attraversare un periodo di transizione, breve ma necessario, per poter avviare un nuovo percorso positivo in un teatro che oggi sta vivendo una stagione importante». 

Il primo cittadino vuole arrivare a un chiarimento diretto con i sindacati: a giorni o la prossima settimana, «anche perché voglio ascoltare le loro richieste: l’incontro si farà», promette. Con o senza la rsu? «La composizione della delegazione deve essere concordata. Non sono risentito per lo sciopero, il mio ruolo è di garanzia e tutela. Non sono e non voglio essere la controparte dei lavoratori: li ascolterò, ma poi ci sarà un sovrintendente che avrà ovviamente le responsabilità amministrative». 

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Diversa la posizione del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, spiega il suo consigliere Luciano Schifone, che ammette: «Guardiamo con attenzione a questa esplosione di proteste al San Carlo, come non si verificavano da anni, anche il ministro è preoccupato. Peraltro, non abbiamo aggiornamenti dai due rappresentanti nel consiglio di indirizzo nominati da Franceschini: con Barbano e Faraone Mennella non abbiamo contatti, non abbiamo notizie se non dai giornali». Nessuna polemica, comunque, tra Sangiuliano e Manfredi: «Con il ministro andiamo avanti», dice il primo cittadino. 

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