«San Gennaro: il culto è patrimonio mondiale», sprint per il sì Unesco

«San Gennaro: il culto è patrimonio mondiale», sprint per il sì Unesco
di Antonio Menna
Sabato 27 Febbraio 2021, 10:30
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Il culto e la devozione di San Gennaro tra i beni immateriali del Patrimonio mondiale dell'Unesco. Avanza a grandi passi la candidatura al prestigioso riconoscimento presentata nel luglio scorso dalla Curia di Napoli. Ieri l'appuntamento decisivo, nella straordinaria cornice della Basilica di San Gennaro Extra Moenia alla Sanità, nei pressi delle catacombe. Un convegno, moderato dal giornalista Alfonso Ruffo, con relatori in presenza e collegamenti in videoconferenza per mettere in rete le numerose comunità sorte intorno al culto del santo e che oggi spingono per questo importante titolo internazionale. La devozione popolare a San Gennaro è stata già iscritta nell'Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC) della Regione e con questo requisito, dentro un programma di collaborazione con l'Università Federico II e vari altri soggetti del territorio, sembra spianata la strada verso l'ingresso nel Patrimonio Unesco. Venticinque milioni di fedeli nel mondo, 120 Paesi dove esiste almeno una comunità di devoti, una rete organizzata di cultori del Santo che da oggi hanno un loro sito e un coordinamento. Un fenomeno di cultura popolare che va oltre la religione e diventa identità, comunità, progetto collettivo.

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«Il culto di San Gennaro - ha detto in apertura dei lavori lo scrittore Maurizio de Giovanni - non riguarda solo la sfera religiosa. Fa parte di Napoli e della napoletanità. Parlare di San Gennaro significa parlare della cultura di questa città, quella profonda, quella di pancia. La devozione a San Gennaro è il riconoscimento di Napoli in se stessa. Ecco perché è fondamentale che la si porti nel mondo». «Credo che i 25 milioni di devoti a San Gennaro nel mondo saranno felici di esprimere tutti insieme il desiderio di un riconoscimento così importante - ha sottolineato in un video di saluto, il cardinale Crescenzio Sepe, che quando era ancora arcivescovo ha voluto fortemente l'iniziativa - Sarebbe un bene per Napoli e per tutta la società». «C'è un patrimonio di beni che provengono dalle comunità - ha spiegato Rosanna Romano, della Direzione generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania - che sono proprio il tesoro delle identità e dei territori. Dal corallo di Torre del Greco alle tradizioni alimentari: il patrimonio immateriale è tratto identitario». Guglielmo Trupiano, della Federico II, direttore del Centro Lupt (Laboratorio di urbanistica e pianificazione territoriale) ha illustrato il progetto di portale creato per connettere le comunità devote nel mondo a San Gennaro, mentre Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, ha ricordato il contratto siglato nel 1527 tra i rappresentanti dei seggi napoletani per dare luogo a questo culto popolare. Sono intervenuti anche Carlo Borgomeo (in video) presidenza Fondazione Con il Sud, Mariano Bruno, del Corpo consolare di Napoli, Cettina Lenza, coordinatrice del Comitato Promotore, e Maurizio Di Stefano, presidente Icomos Italia, coordinatore del progetto. Attraverso interventi in video, hanno detto la loro anche molti artisti e studiosi tra cui Enzo Avitabile e il maestro Roberto De Simone. Le conclusioni sono state affidate prima ad Antonio Loffredo, parroco della Sanità e anima della Fondazione di Comunità San Gennaro, e poi a monsignor Adolfo Russo, vicario episcopale per la cultura della Diocesi di Napoli, che ha portato anche i saluti del nuovo Vescovo, don Mimmo Battaglia, ancora convalescente. «San Gennaro è vettore di sviluppo - ha osservato Loffredo - storia di speranza.

Un santo che ci esorta alla resilienza. Lo sviluppo della Sanità è un suo ulteriore miracolo». «San Gennaro è presente in tutto il mondo - ha detto monsignor Russo - perché i napoletani hanno conosciuto un fenomeno di emigrazione fortissimo. Ma portare con sé il santo patrono non è così comune alle migrazioni. Perché i napoletani, invece, portano con loro, nel mondo, San Gennaro? Perché San Gennaro è Napoli, e Napoli è San Gennaro». 

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