Premio Siani, ecco i vincitori: «Sentinelle di legalità»

Premio Siani, ecco i vincitori: «Sentinelle di legalità»
di Antonio Menna
Domenica 13 Marzo 2022, 09:03 - Ultimo agg. 14 Marzo, 07:14
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Quattro libri, quattro autori, per un premio - quello intitolato a Giancarlo Siani, il cronista del Mattino ucciso dalla camorra nel 1985 - che continua a indicare una strada per l'impegno civile. Sono il ricercatore universitario Marcello Ravveduto, il magistrato Carlo Alemi, e i giornalisti Vincenzo Strino e Vincenzo Sbrizzi, i vincitori delle due sezioni del Siani di quest'anno. I primi due sono stati premiati per aver svelato il vero volto spietato della camorra cutoliana e raccontato il coraggio di chi vi si è opposto per amore di verità e giustizia, indicando alle giovani generazioni la strada dell'impegno civile. Lo hanno fatto, rispettivamente, con i libri Il sindaco gentile. Gli appalti, la camorra e un uomo onesto. La storia di Marcello Torre (Ravveduto, Melampo, 2015), e Il caso Cirillo. La trattativa Stato-Br-camorra (Alemi, Pironti, 2018). I due cronisti, invece, sono stati premiati per aver narrato pezzi di realtà della città di Napoli con lo stile e il metodo a cui si ispira la collana Cronisti scalzi, dedicata a Siani e pubblicata dalla Iod edizioni, con i volumi Secondi a nessuno. Storia di una rivoluzione pacifica a Secondigliano (Strino), e Napolinegra (Sbrizzi).

La premiazione si è svolta ieri pomeriggio, al Pan, nel corso di una edizione che ha lanciato anche l'appuntamento del 21 marzo, la Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia, che vedrà il ritorno a Napoli, 13 anni dopo quello del lungomare, del corteo nazionale promosso da Libera e Avviso pubblico.

All'evento di anteprima di ieri, organizzato oltre che dalla fondazione Siani, anche da Fondazione Polis, dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, dal Sindacato unitario Giornalisti Campania, dal Mattino, dall'Università Suor Orsola, da AsCenDeR-Ass. Centro di Documentazione e Ricerca, da Radio Siani, dal Comune e dal Palazzo delle Arti di Napoli, hanno preso parte Gianmario Siani, presidente Fondazione Siani, Mariano Di Palma, referente regionale di Libera Campania, Antonio De Iesu, assessore alla Legalità del Comune, Enrico Tedesco, segretario generale Fondazione Polis. Con loro, il docente universitario Isaia Sales, Giovanni Melillo, procuratore della Repubblica di Napoli, e Enza Rando, vicepresidente nazionale di Libera. Ha moderato i lavori Geppino Fiorenza. «Questo premio è un evento speciale - ha detto l'assessore De Iesu, ex questore della città -, che ci riporta alla memoria di Giancarlo. Gli anni Ottanta sono stati bui, io ne sono testimone, ero un giovane commissario di Polizia. Si uccidevano 200 persone l'anno, non c'erano le tecnologie di oggi, le investigazioni erano complesse. I giornalisti hanno svolto una funzione fondamentale».

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«L'impunità dei mafiosi ha creato l'omertà, e non il contrario - ha detto Isaia Sales -. Per fortuna il tempo dell'impunità è finito. Un profondo rinnovamento ha attraversato la giustizia e la società civile. Non sono più i tempi di una volta». «La parola camorra - ha detto il procuratore capo Melillo - sembra scomparsa dal dibattito pubblico nel Paese. Sembra forte la tentazione di affidare la lotta alle mafie solo alla repressione, invece è una gigantesca questione politica. Noi pensiamo alle mafie come a organizzazioni che dispongono di grandi capitali. È vero. Ma esistono anche i capitali simbolici: sono i valori sostitutivi di quelli che lo Stato rappresenta e abbracciano un blocco sociale più ampio di quello interno alle organizzazioni. Tutto ciò impedisce di pensare che le mafie siano una emergenza. Sono, invece, una componente strutturale della società». «È stata veramente una edizione straordinaria, quest'anno davvero necessaria - ha detto, concludendo la cerimonia, Paolo Siani, deputato del Pd e fondatore della fondazione intitolata al fratello Giancarlo - Il Covid ha annullato le mafie, ormai non se ne parla più. Trentotto anni dopo, invece, ci sono ancora ragazzi che si ispirano a Giancarlo. C'è una Napoli che vuole combattere la camorra e si ritroverà il 21 marzo a piazza del Plebiscito». 

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