Dalle locande del Rinascimento agli hotel hi tech: storia di Napoli città aperta

Dalle locande del Rinascimento agli hotel hi tech: storia di Napoli città aperta
di Alessandro Castagnaro
Sabato 17 Febbraio 2018, 09:56
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La lettura del volume Storia degli alberghi dal Grand Tour alla Belle Epoque nell'ospitalità della Napoli gentile di Eva Kawamura professore di lettere all'università di Tokio pubblicato dalla Clean, evidenzia che Napoli, dal 1500, è sempre stata caratterizzata da significativi luoghi legati all'ospitalità.

Frutto di una ricerca di circa 15 anni, il volume individua il valore di architetture talvolta distrutte, talaltra trasformate e alcune che, ancora oggi, rappresentano un importante patrimonio artistico di valore. La Kawamura non si limita a ricercare solo gli alberghi e le strutture legate all'ospitalità, ritrovando disegni, foto, cartoline, depliant dipinti, che arricchiscono il libro con un considerevole apparato iconografico, ma riporta anche storie di personaggi illustri che hanno valorizzato queste strutture nei loro taccuini di viaggio e con la loro presenza.

Apprendiamo che nel Rinascimento le locande più frequentate erano nei pressi del porto, verso l'attuale Rua Catalana: in una di esse, nei pressi dell'osteria del Cerriglio che si trovava in una strada omonima a Santa Maria la Nova, fu ospitato Benvenuto Cellini.

Lo sviluppo degli alberghi sulla costa litoranea partenopea avviene dalla fine del 700 tra le strade di Santa Lucia, il Chiatamone e la Riviera di Chiaia, quando la storia dell'ospitalità napoletana subisce un notevole passo in avanti in termini di qualità con strutture come la Villa di Londra o Imperiale, l'Albergo delle Crocelle, la Villa di Marocco che ospitavano i personaggi del Grand Tour in visita nel golfo o alla scoperte di Pompei ed Ercolano o dei Campi Flegrei, viaggi che avvenivano con battelli a vapore.
 
E così nell'Ottocento, quando ad opera di Errico Alvino e Gaetano Bruno fu realizzato un lungomare tra i più ammirati al mondo, fra Santa Lucia e via Partenope si sviluppano gli alberghi per gustare la famosa acqua sulfurea, anzi «ferrigna», del Chiatamone. Così sorgono l'hotel Metropole et Ville, l'hotel Hassler e il famoso capolavoro floreale del Grand Eden hotel a piazza Amedeo; e poi il Parker's, il Britannique e il Bristol al corso Vittorio Emanuele, situazioni anomale come l'albergo Palais Donn'Anna, nel celebre palazzo posillipino. L'excursus del libro continua il percorso nel 900 quando giungono a Napoli celebri architetti come Gio Ponti chiamato dall'ingegner Roberto Fernandes per realizzare gli interni dell'hotel Royal con la famosa piscina sul tetto aperta sul golfo di Napoli, che poi progetta per lo stesso committente l'albergo Parco dei Principi di Sorrento.

La Kawamura arriva sino agli alberghi più recenti, come il tanto discusso grattacielo che ospitava l'Ambassador o il Romeo, realizzato agli albori del nuovo millennio dagli architetti Kenzo Tange e Sergio Bizzarro che trasformano il famoso palazzo della flotta Lauro in un lavoro di avanzato design.

Il libro sarà presentato stamane, alle 10.30, in uno degli alberghi storici della città, il Parker's, dall'autrice con Francesco Barbagallo, Alfredo Buccaro, Mauro Giancaspro, Fabio Mangone, moderati da Pier Luigi Razzano.
 
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