Teatro San Carlo di Napoli, ipotesi Fuortes dopo Lissner: «Ma il sovrintendente resta»

Prende quota la candidatura dell'amministratore delegato Rai

Stéphane Lissner
Stéphane Lissner
Venerdì 14 Aprile 2023, 11:00 - Ultimo agg. 15:03
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Stéphane Lissner, Gennaro Sangiuliano e Vincenzo de Luca divisi sul rilancio del San Carlo appena restaurato. Tant'è che, in largo anticipo sul calendario degli incarichi in scadenza, si torna con insistenza a parlare di nomine per la carica più prestigiosa nel teatro, quella di sovrintendente. Nuovi rumor e tasselli si incastrano nel puzzle degli incarichi dal governo Meloni assegnati nelle società partecipate, ovviamente accontentando alcuni e scontentando altri.

Circola così la voce che Carlo Fuortes, amministratore delegato Rai, posto a cui lo «spoil system» governativo ambisce dalla vittoria elettorale ma su cui fatica a mettere mano, possa trasferirsi in città invece di spostarsi a Milano, dove era stato dato in pole position da mesi per subentrare a Dominique Meyer al vertice della Scala. Ma sembra che sul suo profilo non ci sia accordo tra Sangiuliano e il sindaco lombardo Giuseppe Sala. Più distesa, al netto delle distanze politiche, appare la relazione tra il ministro e il primo cittadino partenopeo Gaetano Manfredi, chiamato «amico» da Sangiuliano nella conferenza stampa congiunta, il 3 aprile scorso organizzata nella buvette del Massimo, con l'obiettivo di presentare il restyling completato in tempi record, nemmeno tre mesi fa.

Un'occasione di festa trasformata, però, in polemica a sorpresa. 

In quella circostanza Sangiuliano ha messo nero su bianco, nella sua dichiarazione inserita nella cartellina consegnata ai giornalisti, che «il San Carlo non ha ancora una proiezione pari alla sua storia, al suo valore e potenzialità». Un giudizio letto in modo negativo, più che un pungolo a fare meglio, dal sovrintendente sin dalla mattina, quando ha preso visione della nota-stoccata inviata, e ha deciso di replicare direttamente, chiedendo al microfono, rivolgendosi al ministro, puntuali indicazioni nel merito. Lissner si è detto anche «rattristato» dalle parole di Sangiuliano, che ovviamente non ha gradito questa reazione. Nervi scoperti sotto gli antichi stucchi, tant'è che durante la visita nel palco reale e in platea, fino al formale saluto di congedo, i due sono rimasti distanti anche fisicamente. Ed è gelo, come si sa, pure con la Regione che diverse volte ha attaccato l'attuale gestione del Lirico, sino a far apparire già chiaro che, a fine mandato, si punterà su qualcun altro al vertice del «teatro più bello del mondo». 

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Appare difficile, dunque, che possa essere riconfermato Lissner, nonostante i risultati sostenuti dal pubblico e i buoni rapporti instaurati con i lavoratori e i sindacati del San Carlo, anche grazie al direttore generale Emmanuela Spedaliere. Ma, nel contempo, sembra complessa l'ipotesi che il sovrintendente possa lasciare Napoli senza avere prima un altro prestigioso incarico in tasca, probabilmente in grandi metropoli come Madrid, più che in un'altra città italiana. Qui Lissner si trova bene per tante ragioni e lavora con l'obiettivo di presentare il prossimo cartellone, il primo senza più intoppi, all'arrivo dovuti al lockdown e alla pandemia poi al trasloco degli spettacoli al Politeama per consentire di far brillare ancora di più gli stucchi dorati e quindi l'apertura del cantiere nel bel mezzo della stagione artistica. Quanto a Fuortes, dato in uscita dalla Rai, non è detto che voglia «emigrare» nel Mezzogiorno. E poi, al San Carlo, salvo dimissioni che al momento sembrano proprio improbabili, la poltrona non si libererà tanto rapidamente. «Più facile che cambi il governo», è la battuta velenosa sussurrata dietro le quinte, a proposito degli equilibri mobili nella maggioranza di centrodestra. Indicare sostituti potrebbe piuttosto essere una strategia per fare «pressing» sullo stesso Lissner, ma non appare colpire nel segno. Anzi, potrebbe avere l'effetto contrario. Occasioni per capire come andrà questa partita certo non mancheranno. Una sarà il concerto di Bono Vox, la sola tappa italiana del suo tour, resa possibile anche grazie agli uffici del ministro della Cultura Sangiuliano che ha seguito la trattativa tra il teatro e la Vivo Concerti di Roberto De Luca, rivendicando un ruolo anche nella visita al San Carlo. Certo, in quella circostanza, si farà vedere. Tutti d'accordo su un punto: il leader degli U2, 30 anni dopo nella sua città, anche senza la sua storica band, sarà più che un evento, il 12 e il 13 maggio. A proposito: quando saranno ufficializzate le date? 

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