Teatro San Carlo, Mattarella e Meloni invitati alla prima: Napoli torna capitale

Teatro San Carlo, Mattarella e Meloni invitati alla prima: Napoli torna capitale
di Luigi Roano
Domenica 6 Novembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 20:20
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Gli inviti sono partiti già da qualche giorno: il primo indirizzato al Quirinale, il secondo a Palazzo Chigi quindi via via a seguire altre autorità. Il 26 alle 17 - è prevista la diretta differita sui Rai 5 - del «Don Carlo» di Giuseppe Verdi. Stiamo parando della prima del San Carlo e da sempre il Massimo napoletano regge la scena anche la sul piano politico e istituzionale. Cosa significa? Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha mai fatto mancare la sua presenza al San Carlo il giorno della prima, ovvero dell'overture della stagione teatrale. E per lui l'affetto dei napoletani è sempre straripante. Il Capo dello Stato non ha ancora dato la sua adesione all'invito, ma visti i tanti impegni istituzionali che ha, è consuetudine che sciolga le riserve più o meno una settimana prima dell'evento, e almeno fino a oggi ha sempre detto di sì alla chiamata del San Carlo. La novità di questo 2022 è l'inquilino di Palazzo Chigi, che si chiama Giorgia Meloni, la prima donna capo del Governo nella storia della Repubblica e la prima volta di un esponente della destra destra, con l'incarico di Primo ministro dal Dopoguerra. Insomma, il San Carlo potrebbe essere palcoscenico politico di un evento storico per la città e per il Paese. Per la Meloni sarebbe la prima volta in forma istituzionale a Napoli - che è la capitale del sud - la sua presenza non sarebbe solo scenica, ma altamente simbolica e politica per le aspettative che si hanno al sud, atteso che il Governo con la Lega di Matteo Salvini molto caratterizzante, appare a trazione settentrionale, basta vedere la composizione stessa dell'esecutivo. Tra gli inviti istituzionali al momento hanno dato conferma della loro presenza il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, l'amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes e il Sovrintendente della Scala di Milano Dominique Meyer. Parterre che sarà arricchito da altre figure istituzionali di rilievi perché come accade sempre in questi casi l'agenda degli impegni viene stilata a ridosso dell'evento a cui si dovrebbe partecipare. 

La presenza della Meloni al San Carlo sarebbe una grossa opportunità per il sindaco Gaetano Manfredi che aspetta di confrontarsi con la Presidente sui tanti dossier aperti. A Iniziare dal Patto per Napoli. «Sono certo che il Governo voglia un corretto dialogo istituzionale con il Comune così come lo vogliamo noi, non sono preoccupato» il mantra dell'ex rettore. Però a un mese e mezzo dal voto qualche contatto il sindaco ce l'ha solo con dei ministri. Manfredi vorrebbe confrontarsi sulla problematica della sicurezza per la quale il sindaco - come ha fatto già con Draghi e la ministra Luciana Lamorgese continua a chiedere più agenti in città. Una esigenza molto sentita in questo periodo dove insistono decine di migliaia di turisti e si avvicinano le festività natalizia dove è annunciato il pienone. Quindi la povertà crescente che rende Napoli una città difficile più del solito da gestire. Sarebbe una opportunità anche per il Presidente della Regione Vincenzo De Luca dialogare con la Meloni malgrado negli ultimi tempi l'ex sindaco di Salerno sia stato molto duro con Fratelli d'Italia e con lo stesso Governo.

Al momento sono tutte ipotesi, auspici perché l'unica certezza è che l'invito del San Carlo è stato recapitato. E Napoli è la terza città d'Italia aspetta fiduciosa l'arriva del Capo dello Stato e di quello del Governo. 

 

San Carlo per altro già protagonista - sotto il profilo istituzionale - per l'iniziativa in collaborazione con il carcere di Poggioreale. Il direttore della Casa Circondariale Giuseppe Salvia è Carlo Berdini. La scuola di teatro del Massimo napoletano, infatti, ha fatto esordire nella Chiesa del carcere, trasformata in palcoscenico, una quindicina di detenuti-attori che hanno interpretato «Cavalleria» spettacolo teatrale a cura del maestro Carlo Morelli. Il progetto pone l'accento «sulla pratica teatrale intesa come vera e propria attività formativa che aiuta la riscoperta delle capacità e sensibilità personali». La più grande istituzione culturale della città che va nel carcere a ridare speranza non è un fatto trascurabile. Un protocollo d'intesa che prevede corsi di formazione per i detenuti per favorire il loro reinserimento nella società. 

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