Teatro San Carlo di Napoli, l'appello di artisti e intellettuali: «Basta liti, il Massimo va rispettato»

Da Massimiliano Gallo e Lina Sastri a Mino Cucciniello: «Fa male vedere il ruolo del Massimo avvilito e mortificato agli occhi d'Europa»

Il Teatro San Carlo di Napoli
Il Teatro San Carlo di Napoli
di Gennaro Di Biase e Valerio Esca
Sabato 21 Gennaio 2023, 11:00
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«Basta scontri. Il teatro San Carlo è una risorsa e va tutelata». Si apre il sipario e il Massimo napoletano si trasforma da teatro Lirico a teatro di scontro. Lo spettacolo lascia spazio alle carte bollate: questioni di bilancio e di spese da tecnici addetti ai lavori. Insorge la società civile napoletana che considera «il teatro San Carlo una risorsa che non può essere macchiata dalla politica». Stefania Brancaccio, presidente dell'associazione Amici del San Carlo sottolinea: «A noi dispiace che l'immagine del Teatro e della nostra città diventi gossip. Fatte salve le sottolineature che la Regione fa su alcune spese della Fondazione, che non hanno nulla di irregolare. Non c'è nessun illecito o irregolarità, semplicemente una soggettiva lettura del documento finanziario. Fa male vedere il ruolo del Massimo avvilito e mortificato agli occhi d'Europa. La cultura come quella che il nostro teatro San Carlo esprimere deve sapere unire e non dividere».

Gianluca Daniele, segretario generale Slc Cgil Napoli e Campania incalza: «Assistiamo ancora una volta ad un attacco inaudito da parte della Regione Campania al teatro San Carlo. Le polemiche sono inutili e danneggiano l'immagine della città ma anche dei lavoratori. Nell'interesse del teatro San Carlo, le istituzioni facciano la propria parte evitando sterili protagonismi. Si mantengano gli impegni presi soprattutto con i lavoratori: ci riferiamo alla discussione sull'integrativo e alle stabilizzazioni dei precari. Il San Carlo ha bisogno di guardare al futuro con serenità, ma soprattutto compattezza». Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio invece rimarca: «Le discussioni legate ai temi di bilancio non si dovrebbero tenere in pubblico, ma nelle sedi deputate. Se il presidente De Luca avesse incontrato il sindaco Manfredi si sarebbe potuta trovare una sintesi. E invece è arrivata una bocciatura al bilancio preventivo che mi sembra un atto troppo forte. Le istituzioni, a maggior ragione se non sono agli antipodi, dovrebbero parlare tra loro». Mino Cucciniello, intellettuale e autore, appassionato di lirica tuona: «La politica ha distrutto gli enti lirici e ha rovinato il San Carlo dal 1967» riferendosi alla legge 800 del 14 agosto 1967, «che ha privilegiato La Scala, l'Opera di Roma e Santa Cecilia - evidenzia Cucciniello -. Il nostro Massimo fino a quel momento aveva avuto un sovrintendente come Pasquale Di Costanzo, che ha reso grande il nostro teatro. La politica dovrebbe restare fuori dalle scene, perché non fa bene alla cultura». Veste i panni del paciere Antonio Garofalo, rettore dell'Università Parthenope: «Spero per il bene del San carlo che si possa tornare al clima di serenità che ha sempre contraddistinto l'operato del presidente De Luca e del sindaco Manfredi, due persone di altissimo profilo e ragionevolissime.

Sono sicuro che convergeranno verso la migliore soluzione per il San Carlo e per la città». 

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Il voto contrario di Realfonzo all'approvazione del bilancio e i problemi del San Carlo - con Palazzo Santa Lucia che ha sospeso i fondi Poc, concedendo solo i 5 milioni di finanziamento annui - non fanno piacere a nessuno: artisti o accademici. La parola d'ordine è «rammarico» per il presente difficile di uno dei lirici più antichi del pianeta. «A prescindere dalle motivazioni che hanno portato alle critiche della Regione - dice l'attore Massimiliano Gallo - si trovi la quadra per il bene del San Carlo». «So del voto contrario di Realfonzo - commenta l'attrice Lina Sastri - Non posso entrare nel merito della vicenda, ma in quanto artista mi spiace che un teatro meraviglioso debba soffrire di problemi amministrativi». «Si tratta di una situazione antipatica - osserva Giandomenico Lepore, ex procuratore di Napoli Per poter andare avanti, il San Carlo ha bisogno di aiuti da parte di tutti i soggetti coinvolti. Il litigio tra la Regione e gli altri componenti non è una novità. Bisogna gestire bene un'istituzione tanto importante, ma aspetto di sentire anche la difesa dell'amministrazione del Teatro: è una situazione a cui va posto rimedio. Tagliare i fondi è impensabile, dal momento che i costi sono aumentati per tutti, per le famiglie come per il teatro. In ogni caso, ribadisco, vanno sentite entrambe le campane». «Sono assidua frequentatrice del San Carlo - racconta l'endocrinologa di livello internazionale e ordinario alla Federico II Annamaria Colao - C'è una dialettica politica dietro quello che accade, ma parliamo del Teatro più importante del bacino del Mediterraneo: gli attori coinvolti arrivino a una sintesi, e ciascuno comprenda le critiche dell'altro. Quando si giunge a situazioni così difficili, forse si è arrivati ad assumere posizioni troppo rigide. Nel momento di una crisi economica fortissima come quella che stiamo vivendo adesso, la discussione sui costi è insidiosa e delicata. Suggerirei un tentativo di coesione: il San Carlo non può fermarsi per una dialettica tra le parti in causa». «Assurdo che il massimo teatro di Napoli non riesca a risolvere una querelle che si ripresenta da tempo - aggiunge il sociologo Domenico De Masi - Sarebbe bene che il mondo intellettuale napoletano, a cominciare dalle tre università cittadine, tenesse sotto controllo il destino di una istituzione tanto importante. Non escludiamo, una volta visti i dati, la presentazione di un manifesto firmato dagli intellettuali». 

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