Teatro San Carlo in cassa integrazione: doccia fredda per i trecento dipendenti

Teatro San Carlo in cassa integrazione: doccia fredda per i trecento dipendenti
di Donatella Longobardi
Sabato 13 Marzo 2021, 10:00
4 Minuti di Lettura

San Carlo in cassa integrazione da aprile e attività praticamente azzerate. Stop, al momento, anche alle produzioni streaming. Quindi nessuna apertura il 27 marzo come annunciato nei giorni scorsi, anche se per i teatri in zona «gialla» e Napoli è in piena «rossa».

Nei prossimi giorni si registreranno due concerti sinfonici, uno diretto da Gabriele Ferro un altro dall'israeliano Dan Ettinger, atteso a Napoli per la prima volta. Cancellata la «Madama Butterfly». Poi si vedrà. Anche l'attesa piattaforma web del teatro slitta a settembre-ottobre.

Di sicuro, norme anti-Covid permettendo, e in attesa di sapere se si potrà derogare al numero delle quattrocento persone in spazi all'aperto attualmente consentite, si punta sull'estate in piazza del Plebiscito.

Una vera e propria stagione, sempre pandemia permettendo, dal 10 giugno al 18 luglio con opere, concerti e balletti e tante star come lo scorso anno quando arrivarono in città superdivi della lirica come Anna Netrebko e Jonas Kaufmann. Tra giugno e luglio prevista anche una stagione in decentramento con eventi realizzati dal teatro in altre città della Campania grazie ad un accordo con la Regione. 

 

La doccia fredda per i circa trecento dipendenti del Lirico è arrivata ieri nel corso di un incontro tra le rappresentanze sindacali territoriali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials e quelle aziendali con il sovrintendente Stéphane Lissner, il direttore generale Emmanuela Spedaliere e il direttore delle risorse umane Maria Pia Gaeta.

Obiettivo fare il punto della situazione al termine dei corsi di formazione realizzati grazie al progetto pilota «Nuove competenze - Opportunità per innovare le arti teatrali» con il sostegno del ministero del Lavoro. Un progetto che ha consentito di recuperare centinaia di ore di lavoro al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Peppe Barra, Maurizio De Giovanni, i direttori dei musei cittadini da Bellenger (Capodimonte) a Giulierini (Mann) e Mario Epifani (Palazzo Reale), al direttore del «Mattino» Federico Monga, a quelli del «Corriere del Mezzogiorno» Enzo D'Errico e di «Repubblica Napoli» Ottavio Ragone, questi ultimi impegnati nella sezione «La stampa racconta la città».

Incontri e lezioni che hanno spaziato tra i temi più diversi e che termineranno col mese di marzo. Inizialmente si sarebbero dovuti tenere tutti in presenza poi, a causa del peggiorare dell'epidemia, si è ricorso al remoto.

Da qui la richiesta inviata all'Inps di avviare dodici settimane di Fis, il ricorso al Fondo integrativo straordinario, che rappresenta la cassa integrazione del mondo dello spettacolo. I lavoratori sperano che, come lo scorso anno, si possa realizzare una alternanza tra le ore di lavoro e le ferie e quelle di Fis, in modo da cercare di non intaccare di molto lo stipendio.

Video

Nulla ancora di ufficiale in tal senso è stato deciso, né vi sono prese di posizione delle varie sigle. Tutto è ancora da vedere sopratutto con l'evolversi della pandemia. Perché nelle ultime settimane spesso è capitato che dipendenti del teatro risultassero positivi al Covid-19.

Attualmente c'è solo una persona ammalata, ma una decina sono in isolamento fiduciario a causa di contatti familiari con positivi o in attesa di tampone. I controlli sono sempre serrati su tutti i dipendenti, con test realizzati da unità mobili all'esterno del teatro. 

Ma per i prossimi giorni si attendono misure più restrittive, anche perché lo stesso governatore De Luca ha chiesto a tutte le aziende di ricorrere il più possibile allo smart working, cosa difficilmente realizzabile in un teatro d'opera dove sono in genere le «masse» a lavorare sia in orchestra che nel coro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA