«In questo contesto generale di grave crisi abbiamo garantito finora le retribuzioni integrali a tutti i dipendenti, essendo priorità di questa sovrintendenza la tutela e la difesa dei diritti dei lavoratori». Poche parole, bilanciate e asciutte. Il sovrintendente del San Carlo Stéphane Lissner risponde così alla dura presa di posizione dei sindacati contro il ricorso per circa trecento lavoratori al Fis, il Fondo integrativo spettacolo, l'equivalente della cassa integrazione del settore, con ripercussioni (oltre il 20 per cento in meno) sulla busta paga.
«Ogni decisione presa scaturisce da una grande attenzione ai protocolli di sicurezza a tutela della salute dei lavoratori e soprattutto da una rigorosa attività di controllo delle risorse finanziarie, che serviranno anche nel prossimo futuro alla stabilizzazione dei precari, avendo una visione a lungo termine per mantenere l'equilibrio di bilancio e i livelli occupazionali», aggiunge il manager francese che dopo una lunga giornata di confronto coi suoi collaboratori, ha inviato un lungo comunicato.
Nessuna risposta diretta alle lettere delle organizzazioni territoriali di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials e della Rsu, in cui si chiedeva conto di spese, entrate e benefit sollevando gravi accuse sulla gestione.
«La stabilità economica della Fondazione e la tutela dei lavoratori rappresentano per gli organi di gestione una priorità e una necessità da salvaguardare», scrivono nel comunicato specificando anche che la gestione finanziaria del teatro è soggetta al controllo della Corte dei Conti e che Mibact e ministero dell'Economia monitorano l'attività attraverso un Commissario di governo con particolare attenzione al costo del personale. Tutte le strategie finora adottate, spiegano, hanno consentito di resistere ai mancati ricavi che, come annunciato dal direttore generale Emmanuela Spedaliere per il 2020 ammontano a oltre 10 milioni di euro.
In questo contesto entro il 30 aprile dovrà essere approvato il bilancio 2020. Lissner annuncia che anche quest'anno chiuderà in pareggio come in pareggio sarà il bilancio preventivo del 2021, peraltro già predisposto, anche se, spiega, «l'evolversi dell'emergenza delle ultime settimane rende difficile un quadro completo e definitivo circa la portata delle reali conseguenze». Sulla questione da registrare anche l'intervento di Gennaro Marchisano, segretario Fials Napoli che tende una mano al management: «La nostra intenzione», dice, «non è quella di scagliarci contro il sovrintendente Lissner e chiederne le dimissioni, vogliamo tutelare i nostri lavoratori ed evitare loro il Fis». A supporto della sua posizione il segretario nazionale Fials Enrico Sciarra ha inviato all'Inps e ai ministeri competenti un esposto sulla richiesta di Fis da parte del San Carlo per chiederne la legittimità. «Ogni spettacolo cancellato», nota Sciarra, «rappresenta un risparmio netto in bilancio visto che hanno recisso tutti i contratti a termine dei dipendenti, tutti i contratti professionali degli artisti, direttori d'orchestra, cantanti, registi, scenografi, costumisti ottenendo quindi un ulteriore e ingente risparmio».