«Sisma80», oltre 100 immagini dagli archivi storici per ricordare il terremoto dell'Irpinia

«Sisma80», oltre 100 immagini dagli archivi storici per ricordare il terremoto dell'Irpinia
di Paola Marano
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 17:58
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Dalle proteste in piazza del Plebiscito a Napoli, ai terremotati alloggiati negli autobus, nelle scuole occupate, nei campi containers presso i quartieri di San Pietro a Patierno, San Giovanni a Teduccio, Barra, e Secondigliano;  passando per le immagini della disperazione nell’epicentro dell’avellinese,  per arrivare alle fotografie di Pozzuoli con le ricostruzioni post-terremoto. Racchiude questo e molto altro la mostra «SISMA80 - 23 novembre ore 19.34», progetto fotografico promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli nell’ambito dell’anniversario del quarantennale dal terremoto del 23 novembre 1980, ideato e diretto da Luciano Ferrara, che aprirà al pubblico venerdì 12 febbraio alle ore 12.00.

Oltre 100 immagini storiche messe insieme in un'unica esposizione grazie a un lavoro di ricerca tra gli archivi di oltre 20 fotografi, alcuni non più in vita, che con i loro scatti hanno ridato voce a una ferita non ancora rimarginata. SISMA80 - prodotta da noos aps, responsabile produzione Sofia Ferraioli, e con l’organizzazione e curatela di tribunali138 - presenta le fotografie di  Archivio Luciano D’Alessandro Studio bibliografico Marini, Roma – Massimo Cacciapuoti – Toty Ruggieri – Annalisa Piromallo – Gianni Fiorito – Fotosud (Giacomo Di Laurenzio, Antonio Troncone, Mario Siano, Guglielmo Esposito) – Associazione Archivio Carbone – Pressphoto (Gaetano Castanò, Franco Castanò, Franco Esse) – Mario Riccio – Giuseppe Avallone – Guido Giannini – Pino Guerra – Sergio Del Vecchio – Archivio fotografico Ferrara, Luciano Ferrara – Mimmo Jodice.

«Il progetto nasce esattamente un anno fa, il 20 febbraio 2020 – ha raccontato durante l’anteprima riservata alla stampa l’ideatore Luciano Ferrara -.

Ho pensato che per il quarantennale de terremoto del 1980 bisognasse tirare fuori dagli archivi storici napoletani almeno 100 foto. Si tratta di un omaggio ai nostri maestri che non sono più tra di noi». Il curatore ha rivolto poi un appello alle istituzioni, affinché il patrimonio storico e artistico rappresentato dal fotogiornalismo d’inchiesta negli anni passati non vada perduto. «Noi come tribunali 138 e associazione noos aps stiamo cercando di recuperare e restaurare gli archivi dei fotografi napoletani –  ha continuato Ferrara – ma per lavorare su questi archivi c'è bisogno di fondi perché bisogna adoperare professionalità non solo in grado di scannerizzare, ma anche di restaurare le pellicole. È un grande progetto a cui le istituzioni dovrebbero rivolgere la propria attenzione».

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Istituzioni presenti in sala nelle persone dell’assessore alla Cultura e al Turismo di Napoli, Eleonora De Majo, e del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. «Voglio fare i complimenti a Luciano Ferrara ma a tutti i fotografi qui rappresentati, alcuni purtroppo non più in vita – ha dichiarato il primo cittadino -  una mostra bellissima, dei capolavori di una storia purtroppo indelebile della nostra città.  Un'esposizione che abbiamo fortemente voluto, c'è stata da parte nostra una grande volontà politica a farla anche di questi tempi così difficili». Per l’ex pm «bisognerebbe fare uno sforzo per renderla stabile, credo che queste fotografie debbano trovare un luogo permanente - ha evidenziato - perché il terremoto ha segnato la storia della nostra città da ogni punto di vista. La memoria va mantenuta viva e la storia va raccontata a chi non c'era».

L’esposizione, inizialmente programmata per il 23 novembre e rinviata a seguito dell’evolversi dell’emergenza Covid-19 e delle conseguenti disposizioni dei Dpcm, prosegue nella sala del Piccolo Refettorio, dove i visitatori potranno assistere alla videoinstallazione «Il racconto dei protagonisti», proiettata su una parete di 6 metri e realizzata da Gix Musella e Elio Di Pace, che riporta voci e testimonianze. Completa la mostra, la grande installazione dal titolo «Il Cratere Mappe Infografiche»: allestita nel Grande Refettorio, un grande pannello raccoglie documenti e informazioni sul terremoto attraverso una selezione di pagine de Il Mattino dell’epoca, insieme alla mappatura dei luoghi colpiti. Il “Cratere” divenne infatti il nome di una vasta area che, dall’Appennino meridionale si estendeva su tutta l’Irpinia e nelle zone adiacenti delle province di Salerno e Potenza. L’elenco dei comuni coinvolti, i gradi di scala Mercalli, le stime del numero dei morti e dei feriti, le pagine della stampa: tutti i dati esposti in questa grande installazione offrono l’opportunità al visitatore di essere interpretati e convertiti in una lettura critica.

La mostra è visitabile fino al 31 marzo 2021 e per consentire la visita in totale sicurezza, al fine di garantire l’osservanza delle misure di contenimento del contagio da Covid-19, è necessario prenotare scrivendo a noos.tribunali138@gmail.com.

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