Totò, 55 anni dalla morte ancora senza museo ma lo celebra la street art

Totò, 55 anni dalla morte ancora senza museo ma lo celebra la street art
di Giovanni Chianelli
Venerdì 15 Aprile 2022, 11:10 - Ultimo agg. 16 Aprile, 11:26
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Oggi sono 55 anni dalla morte di Totò e mentre resta un miraggio un museo in suo onore, nella città dove è nato, ci pensano i nuovi linguaggi dell'arte a celebrare il comico. Diversi street artist continuano a tributare al Principe della risata omaggi spontanei, soprattutto murales, ed esce per Panini Comics il primo volume della graphic novel «Totò, L'erede di Don Chisciotte» di Fabio Celoni che recupera un trattamento cinematografico del 1948 mai portato sul grande schermo. Un film perduto, insomma. E anche un soggetto che asseconda il desiderio di Totò di mettere in scena l'eroe di Cervantes: «Voglio confessarvi una mia segreta ambizione: interpretare il Don Chisciotte. Ci penso sempre e spero che il mio desiderio si avveri, poiché Don Chisciotte mi è molto simpatico» diceva.

Fu scritto a più mani da grandi sceneggiatori del dopoguerra come Antonio Pietrangeli, Cesare Zavattini, Lucio Battistrada.

Celoni ha ritrovato questi materiali e ha lavorato sulla graphic novel avvalendosi della collaborazione della nipote del principe Elena Anticoli De Curtis, curatrice della postfazione del volume.

Totò torna, dunque, e diventa di nuovo protagonista di imperdibili avventure a fianco del sodale Aldo Fabrizi nei panni di Sancho Panza, e si ricrea così l'accoppiata comica di tanti film di successo. «Sono milanese ma penso che Totò sia riuscito a unire l'Italia meglio che Garibaldi» dice Celoni.

 

La prima parte del volume contiene note redazionali che ne raccontano la genesi, la realizzazione grafica e varie curiosità su Totò, come il suo amore per i fumetti: in vita gli furono dedicate diverse strisce. E chissà come avrebbe reagito nel ritrovare il suo volto effigiato sugli edifici della città che tanto amava. La mappa dei murales di Totò non può che partire da via Portacarrese a Montecalvario, il vicolo dove negli ultimi anni molti street artist e writer, napoletani e non, si sono misurati con i tratti inconfondibili del principe De Curtis e che è stato ribattezzato, familiarmente, vico Totò: qui è ritratto travestito da ambasciatore di Catonga e da donna in «Totòtruffa '62» da Lino Ozon, l'artista che per primo ha lanciato il progetto di trasformare la strada in un museo a cielo aperto sul comico; «Totò a colori», «La patente» (episodio di Questa è la vita) e «La banda degli onesti»; poi in versione Superman o carta da gioco napoletana, chiaramente il re di denari, tra le scritte che riportano la lettera minatoria di «Totò, Peppino e i fuorilegge» e decine di altri omaggi. 

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Alla Sanità, il suo quartiere, le opere abbondano. Proprio accanto all'ingresso della casa natale c'è l'immagine classica, bombetta e aria tragicomica: è una stampa realizzata dal tatuatore Fabio Borrelli. Nel marzo 2021 è stato inaugurato un maxi murale che ritrae il comico insieme all'inseparabile Peppino, sempre in via Santa Maria Antesaecula, dove Totò nacque (autore lo spagnolo Tono Cruz). Ancora, accanto al teatro Sanità è dipinta con fedeltà altissima un'immagine dell'attore insieme a Pasolini sotto un ombrello, sul set di «Uccellacci uccellini». In via Mario Pagano fanno compagnia al principe Sofia Loren, Massimo Troisi, Eduardo e persino Jago nell'opera coloratissima firmata da Antonio Cotecchia.

Nella galleria sotterranea della stazione centrale è stato purtroppo vandalizzato il murale del gruppo Orticanoodles promosso dall'osservatorio sulla creatività urbana Inward. Ancora non è stato dato il via a quello che si candida a essere il più grande di tutti, un immenso Totò Diabolik da dipingere su una vela di Scampia per un progetto del writer David Davù Vecchiato; in provincia il murale più noto lo ha realizzato Jorit, a Gragnano, per un'azienda di pasta. 

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