L'ultimo saluto a Tullio Pironti a piazza Dante: «Rese Napoli capitale dell'editoria»

L'ultimo saluto a Tullio Pironti
L'ultimo saluto a Tullio Pironti
di Emma Onorato
Giovedì 16 Settembre 2021, 20:05 - Ultimo agg. 17 Settembre, 07:17
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Un ultimo saluto a Tullio Pironti, l’ex pugile entrato nel cuore dei partenopei per merito della sua lunga carriera da editore-libraio. Così Piazza Dante, la sua piazza, si colma di lacrime e applausi che sanno di un addolorato e nostalgico addio. La libreria di Pironti - diventata simbolo dell’agorà - ha raccolto familiari, ex collaboratori, cari amici di Tullio, ma anche persone del quartiere che lo hanno conosciuto e stimato per le sue qualità umane. 

Un corteo che, dalla chiesa di Santa Maria di Caravaggio - dove sono stati tenuti i funerali -, è arrivato fin sotto il suo storico negozio di libri: qui gli è stato dedicato un forte applauso che ha riecheggiato per alcuni lunghi minuti. «Pironti era una figura centrale e di rilievo per la piazza, era importantissimo per ogni persona che avesse una relazione umana e culturale con questa città», così lo ricorda l'attore e regista Antonello Cossia che lo conosceva da quando era in prima elementare.

Prima in qualità di figlio quando andava a comprare i libri da Tullio insieme al padre Agostino - il quale era legato da un forte legame di fratellanza con l'ex pugile perché suo compagno di pugilato - e successivamente in veste di padre, da quando anche Antonello è diventato genitore.

 

«Pironti era questa piazza, era piazza Dante: da non avrà più lo stesso significato. Era un uomo stanziale, lo trovavi sempre qui. Quando passavi per la piazza sapevi di andare a prendere un caffè con lui. Mancherà a questa città - commenta Marco Ottaiano, ex collaboratore di Tullio -. Ci lascerà un'eredità enorme fatta di uno straordinario catalogo  editoriale che ha reso Napoli una delle capitali dell'editoria tra gli anni '80 e '90, e due straordinarie autobiografie che a breve saranno ripubblicate da un editore del nord».

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Edgar Colonnese, editore San Gennaro lo ricorda così: «Tullio è stato il mio ultimo riferimento, lo ricorderò con grande affetto, amicizia, ammirazione. Lui aveva tanto in comune con mio padre: entrambi erano cresciuti in via dei Tribunali, entrambi si sono fatti da sé trovando nell'editoria la loro strada. E, attraverso questa rivoluzione interiore, sono riusciti a dire la propria: Tullio ha detto davvero tante cose importanti, che andrebbero recuperate perché ci darebbero la forza di andare avanti. Un uomo ostinato che ha scommesso con costanza sul proprio lavoro. Mi mancheranno le nostre conversazioni».

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